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La lapide dei caduti terranovesi nella Grande Guerra in una rara foto del 1927

La lapide dei caduti terranovesi nella Grande Guerra in una rara foto del 1927
La lapide dei caduti terranovesi nella Grande Guerra in una rara foto del 1927
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 02 February 2020 alle 10:11

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Olbia, 2 febbraio 2020 -Questa foto inedita con la lapide dei caduti di Terranova Pausania nella Grande Guerra ha una sua certa solennità ufficiale, con le giuste facce e posture, anche se l’anonimo fotografo dovette sacrificare in modo poco ortodosso qualche piede degli stanti a sinistra e dei più prossimi all’obiettivo. Se avesse optato diversamente, ad essere sacrificata sarebbe stata l’aquila romana bronzea che la sormontava. Impensabile.

Il retro della stampa con la notazione e la data

È una stampa rara, forse unica, il cui originale ci è stato concesso in esclusiva per Olbiachefu da Guido Baffigo , che l’ha ereditata da suo nonno Giovanni Deiana. Appaiono solamente personaggi maschili. Sono riconoscibili quattro militari in divisa e alcuni civili spostati nella parte sinistra dell’inquadratura. Sul retro della stampa è scritta a matita la notazione in corsivo che ci indica con esattezza circostanza e data dello scatto. Ne riportiamo la trascrizione: “L’artiglieria mista di Sardegna in occasione del soggiorno durante il campo a Terranova P. consegna con fede di patriottismo una corona in memoria dei caduti di Terranova. Agosto (1)927. La firma resta illeggibile. Ignoriamo dunque chi donò la foto, e a chi (ma presumiamo allo stesso Giovanni Deiana succitato). I militari immortalati che hanno appena deposto la corona di palme e fiori appartengono dunque alla Reale Artiglieria, dall’inconfondibile divisa con giacca blu, pantaloni alla zuava grigi ed alto berretto con visiera.

Il gruppetto di persone a sinistra spicca con tuttaltro genere di copricapo, alla moda negli anni Venti: è il berretto “da strillone” portato prevalentemente dagli appartenenti alle classi sociali più umili. Anche i loro indumenti sgualciti e poco curati ce lo confermano: sono gli stessi che vediamo indossare nella quotidianità dai lavoratori di quegli anni, in cui lo status sociale veniva ancora rigorosamente contraddistinto dall’abbigliamento, in primis dal copricapo.

Particolare ingrandito della foto del 1927 con il gagliardetto del Sindacato Fascista

Il primo giovane da sinistra, col volto scurito dal sole estivo, regge orgoglioso un gagliardetto, il cui ingrandimento ha rivelato chiara la scritta in stampato maiuscolo: “SINDACATO FASCISTA ISPETTORATO ZONA TERRANOVA PAUSANIA”.

Al suo fianco un altro giovane dal volto non riconoscibile tiene una bandiera non identificabile. Si può ragionevolmente dedurre che a posare per lo scatto sia una rappresentanza di operai iscritti al sindacato voluto da Mussolini.

Dalla storica rivista diocesana “Gallura e Anglona”, ancora esistente, e che proprio quell’anno iniziò ad essere stampata, apprendiamo che la benedizione dei vari gagliardetti degli Ispettorati di Zona del Sindacato fascista fu fatta il 14 giugno dello stesso anno a Sassari “…con una solennità davvero straordinaria. Schiere di lavoratori di Terranova, di Telti, di Palau, Berchidda e di altre vicine località…” sfilarono “…dinanzi al Sig. Prefetto di Sassari, al Comm. Marghinotti, all’On. Lissia e ad altre autorità politiche e fasciste del capoluogo di Provincia.”[1] La stessa rivista diocesanaci informa altresì che due anni dopo, nel 1929, Ispettore di Zona del Sindacato fascista di Terranova P. era Antonio Rojch.2

Terranova Pausania, 4 novembre 1926. Cerimonia dello scoprimento della lapide dei caduti della Grande Guerra
Terranova Pausania, 4 novembre 1926 Cerimonia dello scoprimento della lapide dei caduti della Grande Guerra

Veniamo ora alla lapide commemorativa dei Caduti terranovesi. È noto che venne scoperta con cerimonia solenne il 4 novembre 1926, ovvero soltanto nove mesi prima della “nostra” foto.

Del servizio fotografico eseguito in quella mattina memorabile ci restano tre foto, pubblicate sul volume “Da Terranova ad Olbia”3. Ne abbiamo voluto riprodurre due: la prima relativa al momento immediatamente precedente lo scoprimento, e l’altra dove un’autorità tiene il discorso dalla finestra del municipio (oggi Biblioteca Comunale Simpliciana) sulla cui facciata la lapide venne appesa.

Particolare ingrandito della foto inedita del 1927 con la lapide dedicata ai caduti terranovesi del conflitto mondiale del 1915-18

Tuttavia la preziosità della foto con gli ufficiali di artiglieria sta soprattutto nel fatto che, opportunamente ingrandita, ci consente la lettura per intero del contenuto, che riportiamo integralmente. Sotto l'aquila romana, in caratteri cubitali leggiamo chiaramente:

PER LA PIÙ GRANDE ITALIA

VATICINIO DEGLI EROI E DEI POETI

CORONAMENTO DELL’OPERA

CHE HA IL SEGNO DELL'IMMORTALITÀ

CITTADINI DI TERRANOVA PAUSANIA

DIEDERO LIETI LA VITA

MCMXV - MCMXVIII

I LORO NOMI INCISI NEL MARMO

SARANNO AI POSTERI

NEI PIÙ LONTANI SECOLI

ECCITAMENTO ED ESEMPIO

(segue l’elenco dei caduti su tre colonne)

Cap.no Cossu Mario; S. Ten. De Filippi Leonardo; S. Ten. Sircana Giovanni; Serg. Beneventi Aurelio: Soldati: Anedda Simplicio; Azara Paolino; Azara Paolo; Azara Giovanni; Azara Pasqualino; Azara Giuseppe; Balistreri Francesco; Barrocu Vittorio; Campesi Alessio; Cano Giovanni; Carboni Salvatore; Careddu Antonio; Casula Pietro; Cherchi Paolino; Conteddu Salvatore; Cossu Tomaso; Crabuzza Costantino; Degortes Giovanni; Degortes Giuseppe; Degortes Vittorio; Deiana Mario; Deiana Domenico; Deiana matteo di Gavino; Deiana Matteo di Gio. Carlo; Deiana Michele; Deiana Pietro; Deiana Simplicio; Derosas Gio. Battista; Derosas Giovanni; Derosas Apollonio; Desini Antonio; Desini Giovanni Maria; Enecle Renato; Farina Antonio; Fresi Antonio; Fresi Giuseppe fu Tomaso; Fresi Giuseppe; Fresi Pasquale; Giagheddu Nicolino; Giua Giovanni; Giua Nicolò; Giuntoli Oreste; Illustro Paolo; Isoni Giuseppe; Lambroni Francesco; Luciano Giovanni Battista; Maludrottu Sebastiano; Maludrottu Giovanni Maria; Meloni Antonio; Moro Michele; Nemano Salvatore; Petta Francesco; Petta Giovanni; Petta Salvatore; Pitturru Raimondo; Porqueddu Domenico; Putzu Antonio Giuseppe; Satta Giovanni Maria; Scintu Giovanni Maria; Serra Braccu Agostino; Serra Eugenio; Serra Giovanni; Serreri Giovanni; Spano Alessandro; Spano Giuseppe; Spano Pietro; Spano Simplicio; Tamponi Giovanni; Tamponi Giuseppe; Terzitta Stefano; Usai Francesco; Varruccio (sic) Antonio; Vincentelli Raimondo.

(fin qui la trascrizione)

Concludiamo precisando che siamo ben consapevoli che la lista dei nomi della lapide ai caduti qui trascritta fu incompleta, tuttavia rimandiamo a nuova occasione l'aggiornamento completo. E lo faremo con una sorpresa per i nostri lettori.


[1] Il passo riportato è tratto da “Gallura e Anglona” Anno I, n. 3, agosto 1927, reperibile in T. PANU, Configurazione ecclesiastica delle diocesi di Tempio e Ampurias nei primi decenni del ‘900, in AA. VV., Albino Morera. L’uomo e il pastore nel contesto socio-religioso nella Diocesi di Tempio-Ampurias, Gian Franco Saba e Angelo Setzi curr., Biblioteca di Studi e documenti dell’Istituto Euromediterraneo –ISR di Tempio Pausania, a cura di Gian Franco Saba, Studi, 1, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino Edirore 2004, p. 175.

2 Ibidem.

3 M. NAVONE e M. PORCU GAIAS curr., Da Terranova ad Olbia. Storia, memoria, mutazione di un ambiente urbano tra ‘800 e ‘900, Nuoro 1990 (Ilisso edizioni), nn. 20-22.