Thursday, 05 June 2025
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Pubblicato il 08 December 2024 alle 08:00
Golfo Aranci. La bella cittadina sul mare, Golfo Aranci, si è affermata come meta turistica ricercata, attraendo non solo visitatori occasionali ma anche nuovi residenti. Sempre più persone la scelgono come dimora permanente o come rifugio estivo per lunghi soggiorni. È questo il caso di Alessandra Meda, professionista esperta in mindfulness, gestione delle emozioni e psicologia positiva.
Alessandra, che attualmente vive e lavora a Lecco, possiede una casa di famiglia a Golfo Aranci, dove ha trascorso numerose estati durante l'infanzia e l'adolescenza, periodi che ricorda con grande gioia e nostalgia. Nei suoi progetti futuri c'è l'idea di trasferirsi in questo amato paese che, già in passato, ha ispirato la sua attività creativa.
La Dott.ssa Meda è una formatrice specializzata nelle relazioni sentimentali. Tiene corsi dedicati a "donne forti e performanti nel lavoro ma stanche di fingere che nella loro vita familiare vada tutto bene e non riescono a chiudere relazioni di coppia disfunzionali, al fine di aiutarle nel difficile processo di separazione", come lei stessa le definisce. È anche un'autrice audace che, proprio sulla terrazza vista mare della sua casa a Golfo Aranci, ha scritto il suo primo libro: "Il cuore di una donna. Come superare ogni crisi di coppia e raggiungere l'indipendenza emotiva".
Laureata in scienze politiche nel ramo sociale con specializzazione in gestione risorse umane e autostima in ambito lavorativo, negli anni, dopo aver lavorato in azienda, inizia una collaborazione con una multinazionale americana per formare a livello di forza vendita (lavoro sull’autostima e sulla fiducia in sé stessi nella vendita). Anche se il lavoro va molto bene, ad un certo punto la vita presenta ad Alessandra una crisi personale e di coppia che la costringe ad applicare su sé stessa gli insegnamenti che nei vari percorsi post-laurea di crescita personale, motivazione e comunicazione efficace aveva imparato.
“Li ho utilizzati su di me per uscire dalla crisi personale, abbinando a queste capacità anche un lato di me stessa mai visto prima perché lo avevo relegato a livello profondo: il mio lato femminile, accogliente e spirituale – racconta Alessandra e continua. – Fino a quel momento ero sempre stata molto razionale ma adesso, sentivo che la logica non bastava più: avevo bisogno di abbracciarmi. Così mi sono avvicinata a tecniche di psicologia positiva e di meditazione, specializzandomi in mindfulness, gestione emozioni e psicologia positiva.
La combinazione del saper trattare in sincrono mondo razionale e dell’anima ha costituito il mio trampolino di lancio in quanto, attraversando e superando una mia crisi personale e di coppia, ho potuto poi aiutare altre donne a fare altrettanto. Ho così lasciato l’ambito lavorativo della formazione per la vendita e mi sono lanciata in una nuova avventura: far uscire la grinta che molte donne hanno nella carriera anche nel loro ambiente familiare nelle dinamiche personali e interpersonali e accompagnarle in un percorso che le vedrà in primis ritrovare sé stesse, per poi avere la giusta lucidità per decidere se continuare a portare avanti la relazione in maniera nuova, o interromperla nel modo più sereno possibile". Di seguito l’intervista alla scrittrice sul suo libro.
Come è nato questo libro?
"Ho voluto scrivere il mio libro con lo scopo di far sentire ogni donna che lo leggerà non più sola, sbagliata, sporca o “pecora nera del suo gruppo” come probabilmente si è sentita fino a quel momento, invitandola ad amarsi e a rispettarsi. “Il cuore di una donna” è nato per caso dopo un rientro da un viaggio che mi vedeva impegnata a portare le mie capacità e il mio lavoro di aiuto per le donne nel digitale online – un progetto di evoluzione dell’autostima della donna per imparare ad amarsi e rispettarsi, diventando la propria migliore amica in un percorso di accompagnamento step by step. Durante la presentazione di questo progetto, la scrittrice Carmen Laterza mi ha chiesto di riportare casi studio in un manuale per donne che, leggendo la storia di altre donne, potessero guardare senza veli ciò che le tiene in gabbia: la paura di non farcela da sola, di fidarsi di sé stessa e del suo potere".
“Il cuore di una donna”. Perché la scelta di questo titolo?
"Ho scelto questo titolo per il mio libro perché penso che il cuore sia il centro della vitalità e della forza della donna ed è a lui che ogni donna deve tornare per imparare ad amare prima di tutto qualcuno di speciale: sé stessa".
A quali donne specifiche si rivolge il libro?
"Il mio target è fatto per lo più di donne che lavorano in ambiti maschilisti dove il potere è dato in mano agli uomini e che si atteggiano a fare le “maschie”. Questo accade perché, per retaggio culturale, spesso noi donne abbiamo paura del nostro potere. Se ci percepiamo competenti e meritevoli ci sentiamo in colpa ritenendoci superbe e tendiamo a fare un passo indietro rispetto a quelle che sono le nostre potenzialità. È un vero e proprio spreco".
Quale archetipo di donna si nasconde dietro le protagoniste delle storie del libro e che messaggio ci vogliono dare?
"Un archetipo di donne che fuori casa sono delle vere tigri performanti, ambiziose e di successo, ma che tra le mura domestiche sperimentano fallimento e non riescono a chiudere relazioni disfunzionali e/o tossiche per paura del giudizio sociale o del gruppo di appartenenza familiare. Donne che si trovano bloccate, prigioniere in gabbie dorate che le rendono infelici e arrabbiate, dove le uniche carceriere sono loro stesse perché influenzate da aspettative sociali che le vorrebbero diverse e “perfette”.
Nel libro viene messo l’accento sulla semplificazione. Come si può imparare a semplificare e perché è così importante?
"Quando ci si riempie la testa con mille domande si dà alla mente il potere di mentire. Invece, occorrerebbe guardarsi dentro a livello più profondo: questo è il più grande atto di rispetto nei propri confronti. Dico spesso alle “mie donne”: “LASCIA CHE SIA!”. Datti il permesso di essere te stessa, nella tua unicità. Scoprire la tua unicità in quella semplicità a volte così banale ma liberatoria, ti dà un sapore di autostima e un valore che va oltre qualsiasi bisogno di paragone e di competizione. Semplificare è difficilissimo, ma essenziale: è spogliarsi dei preconcetti e dei pregiudizi inutili che per tanto tempo abbiamo fatto passare per nostri, nascondendoci dietro di essi, ma che in realtà ci sono solo stati instillati. Voler sempre assomigliare agli altri sta rovinando l’unicità del singolo. Vogliamo omologarci pensando che così saremo accettati e non ci rendiamo conto che la vera bellezza risiede invece nella nostra unicità e autenticità".
Che “superpoteri” ha una donna in quanto donna?
"Una donna forte è una donna empatica. L’empatia è uno di questi superpoteri. “Potere” è un verbo ed è qua che tante donne sbagliano; bisogna iniziare ad interpretare questa parola con il significato di “io posso”, che tradotto significa: “io posso amare”, “posso realizzarmi”, “posso esistere ed esprimermi liberamente”. Questo è potere. Analogamente avviene con il successo. L’indipendenza e il successo molte volte spaventano, ma il successo non è altro che “l’arte di far succedere le cose”.
Una parte del libro è dedicata alla paura femminile di stare sola, ma anche a quella di amare ed essere amata. Come si può uscirne?
"Siamo stati abituati a ricercare e rincorrere un perfezionismo che non esiste e questo ci crea un sacco di problemi relazionali e una costante ansia da prestazione emozionale e sociale. L’amore invece è semplicemente essere liberamente ciò che si è e sentirsi accettati e in condivisione con l'altro. Abbiamo un disperato bisogno di smettere di pretendere di cambiarci e imparare ad evolvere insieme. Ma per arrivare a questo occorre fare un passo preliminare: imparare ad essere le migliori alleate di sè stesse. Diventa la tua migliore amica. Come? Sorridendoti e domandandoti ciò che consiglieresti ad un’altra donna a cui vuoi bene. La tua migliore amica non la tradiresti mai, ma tu ti stai tradendo e non ti stai dicendo tutto. La prima cosa, Donna, è la lealtà verso te stessa".
La donna nella nostra era: come conciliare la vita familiare con il lavoro e la carriera in modo sano, senza farsi schiacciare dalle aspettative sociali?
"Nella capacità di SENTIRTI sempre al posto giusto. Una donna, per sua natura, data l’educazione spesso rigida e carica di aspettative e responsabilità – non a caso la donna “porta vita” - ha bisogno di sentirsi apprezzata, cioè di ricevere riconoscimento per il suo valore autentico. Ma se tu per prima non ti dai il giusto prezzo, accetti il silenzio, la non comunicazione, il non essere considerata, vuol dire che il darti per scontata è una dinamica che hai creato tu. Quando invece ti apprezzi realmente per la meraviglia che sei, hai la serenità nel comunicare al tuo partner ciò che puoi/vuoi e ciò che non ti senti di fare senza sentirti sbagliata, in colpa e quindi senza la necessità di arrabbiarti o cercare di giustificare la tua posizione con la forza (in genere urla, sintomo di un’esasperazione che prima di essere rivolta alle pretese del partner è una reazione alle proprie voci interiori che, per educazione e retaggio culturale, ci fanno credere sempre di non essere abbastanza e di dover fare di più, vivendo per gli altri e per soddisfare i bisogni della famiglia prima che i nostri). Poiché l’emancipazione della donna nel corso della storia è stata ostacolata, lei si è abituata a “gareggiare con gli uomini” per poter essere considerata alla pari, allo stesso livello, dimenticando e snaturando la forza della sua femminilità. Questo ha portato ad un bisogno continuo di conferme dall’esterno e ad una corsa sfrenata per dimostrarlo.".
Qual è il primo passo per imparare a rispettarsi?
"Quella meravigliosa capacità di saper dire di no, iniziando a mettere dei paletti per proteggere il proprio spazio. L’educazione ci ha insegnato ci ha insegnato a stare al nostro posto, in una posizione di limite. È arrivato il momento di alzare l’asticella: testa alta nello stabilire sani confini con una giusta comunicazione".
Stare in silenzio in molti contesti può essere sintomo di sottomissione. Quando invece è produttivo?
"Il silenzio diventa uno strumento di guarigione e di evoluzione quando la donna lo rivolge a sé stessa per guardarsi dentro. È un grande atto di coraggio in quanto la donna in crisi con sè stessa e in coppia ha paura di stare ferma e guardare in faccia la bambina dentro di lei per chiederle “sei orgogliosa di ciò che sei diventata?"
Cosa significa per una donna imparare ad accettarsi?
“Accettare” è una parola che deriva dal verbo “tagliare”. Accettarsi, in senso metaforico, può infatti far riferimento ad un primo grande passo necessario per amarsi e rispettarsi: tagliare con tutto e stare con sé stesse. Se io per prima non mi accetto non potrò mai sentirmi accettata dagli altri perché non avrò il coraggio di mostrarmi per come sono realmente. La capacità di ricevere amore dall’esterno passa inesorabilmente per l’accettazione della propria completezza e amabilità così come si è, senza maschere. Quando tu per prima ti accetti anche nella tua fragilità, diventi forte, ti senti unica e ti apri alla realtà dell’amore autentico. Sta tutto nello smettere di cercare di essere a tutti i costi unica per qualcun altro e diventare unica per sè stesse".
Il libro fornisce preziosi spunti di riflessione per superare le crisi di coppia e raggiungere l’indipendenza emotiva. Come sono correlate queste due dimensioni?
"Quando si attraversa una crisi di coppia, dopo un primo momento di instabilità, dolore e confusione, se ci si guarda dentro ci si accorgerà che il partner era stato scelto per colmare dei vuoti emotivi e come “stampella” a cui appoggiarsi per camminare nella vita, nell’idea di avere dei limiti personali che impedivano di poter percorrere la propria strada senza sostegni esterni e nella concezione di essere incompleti; una credenza falsata da condizionamenti culturali che insegnano che le persone sono come la metà di una mela che cerca la sua altra metà, l’anima gemella, come unico modo per essere felici. Ma la prima e unica vera condizione per avere relazioni sane e appaganti risiede nell’indipendenza emotiva".
La crisi di coppia nasce prima a livello personale. Entri prima in crisi con te stessa. Abbiamo difficoltà a equilibrare l’IO con il NOI. Perché succede questo fenomeno e come correre ai ripari?
"Credo sia necessario rivedere l’intero concetto di coppia. Penso che questa realtà venga concepita, erroneamente, come fusione di due persone. Questo modo di intendere la relazione, se all’inizio può sembrare entusiasmante data la passione, nel tempo si rivela deleterio. La coppia è formata infatti da due individui ben distinti che devono camminare a fianco, in equilibrio, nella capacità e nella voglia di voler evolvere insieme, rimanendo comunque unici. Se si guarda a due individui distinti si affronta la crisi in maniera più lucida. Il fallimento è solo un ulteriore passo per arrivare al successo, nel senso letterale de termine “far succedere”, per imparare a vivere nel qui e ora e a sentirsi nel profondo. Nei miei corsi insegno alle clienti che la crisi di coppia è un trampolino di lancio, in quanto mette di fronte alle proprie responsabilità e scelte relative al come rispondere alla vita. Abbiamo uno scopo nella nostra vita e dobbiamo imparare ad ascoltarci, fare chiarezza e andare a prendercelo, conquistarlo e realizzarlo con o senza un partner al nostro fianco".
Raggiungere la felicità presuppone sapere esattamente cosa si desidera. Questo non è sempre scontato e si nasconde un po’ nell’ombra la paura del “chi si accontenta gode”. Come trovare un equilibrio?
"La paura di essere felici secondo me ha origine nella confusione del conetto di felicità con quello di serenità. La donna, nel nostro ambiente, è stata cresciuta con la mentalità che essere contenta corrisponda ad un atto di superficialità. Nel lasciarsi andare, invece, emergono forze e debolezze che solo se viste, riconosciute e accolte possono rendere realmente felici. La felicità che porti nel cuore è frutto della strada che hai fatto da quando hai capito che per essere davvero felice devi rispettarti e amarti per quello che sei".
Da dove parte il suo lavoro di aiuto alle donne in questa direzione?
"Ci hanno insegnato a fare le brave bambine e a non mostrare le nostre fragilità. Il mio lavoro consiste invece proprio nel far leva su queste “debolezze” che si possono rivelare ottimi trampolini di lancio per imparare ad accettarsi e ad amarsi".
Nel suo libro afferma che le donne che si rivolgono a lei sono ad un bivio. Come le aiuta a compiere scelte importanti?
"La maggior parte delle “mie donne” in crisi con sé stesse e nella relazione si trova di fronte ad una difficile scelta: continuare o interrompere la relazione. Questo è un bivio che spaventa per via di tante dinamiche: giudizio sociale e familiare, senso di colpa, abitudine, dipendenza economica, benessere dei figli. Tuttavia, per esperienza posso affermare che quasi tutte le donne che si rivolgono a me, lo fanno in un momento-limite: in realtà dentro di loro hanno già deciso che strada prendere al bivio (quella della separazione), ma non hanno il coraggio di compiere il primo passo. Più che altro cercano un sostegno in una figura che, comprendendole, possa guidarle su questa nuova strada e aiutarle nelle giuste modalità da utilizzare per dire “basta” ad una relazione nel migliore dei casi ormai conclusa da tempo, nei peggiori disfunzionale, tossica o abusante".
Perché pensiamo che il partner possa darci l’amore che noi non riusciamo a darci da sole? E quando inevitabilmente deluderà le aspettative perché umano, cosa fare?
"Per poter trovare qualcuno da avere accanto devi prima evolverti completamente. La relazione di coppia è un cammino continuo insieme e nell’accettarsi reciprocamente con i limiti. Quando sei in pace con te stessa puoi accogliere una persona nella tua vita. Solo quando sei in equilibrio, quando ti basti. A quel punto sei pronta per accettare di avere a fianco qualcuno con cui condividere la vita e accetti che anche lui abbia limiti e difetti e potete supportarvi a vicenda per crescere e migliorare insieme. Io sono a favore dell’amore, ma per l’amore maturo, non quello di dipendenza che soffoca. Un amore pacifico che quando stai con l’altra persona ti fa sentire di essere accolta pienamente e dove puoi esprimerti ed essere te stessa. Quando ti senti libera e autentica, quello è vero amore".
Ha qualche progetto al femminile in serbo per il futuro che coinvolga la nostra Isola?
"I miei progetti per il futuro, a livello personale, riguardano un probabile trasferimento definitivo in Sardegna. Avendo casa a Golfo Aranci, attualmente faccio la pendolare, ma spero, nei prossimi anni, di riuscire a trasferirmi stabilmente. D’altronde, il mio lavoro lo consente essendo possibile svolgerlo anche online e, per quanto mi riguarda, mettetemi di fronte a quella vista mare mozzafiato e li posso dare il meglio di me nella semplificazione allo stato puro, tra quei colori, quegli odori e quei suoni che ormai fanno parte del mio cuore. I miei genitori mi hanno lasciato in eredità questa abitazione e con lei l’amore per l’Isola al punto che sia per me che per i miei figli ormai Baia Caddinas è CASA. Qui ho scritto dei capitoli del mio libro e avuto gran parte della mia evoluzione. Oggi i valori che sento miei in assoluto sono LIBERTA’ e AUTENTICITA’ e ho intenzione di fare di tutto per divulgarli. Mi piace pensare alle persone come a dei diapason che possono suonare solo quando entrano in risonanza con diapason che vibrano alla stessa frequenza. Credo sia questo lo scopo di ciascuno di noi: stare con persone sulla nostra stessa lunghezza d’onda per creare legami autentici che ci aiutino a fiorire e risplendere. A tal proposito, qui in Sardegna, mi piacerebbe dar vita ad un movimento di donne in rinascita che si supportino e incoraggino a vicenda. La solidarietà tra donne penso sia qualcosa di incredibilmente potente e contribuire a realizzarla nel mondo è il mio sogno".
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