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Cyberbullismo, l'Osservatorio avverte: "identità virtuale è parte di quella reale"

Parla il direttore dell'Osservatorio Cybercrime Sardegna, una realtà che aiuta a gestire il cyberbullismo formando scuola, famiglie e giovani

Cyberbullismo, l'Osservatorio avverte:
Cyberbullismo, l'Osservatorio avverte:
Camilla Pisani

Pubblicato il 12 June 2021 alle 06:00

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Sardegna. Il cyberbullismo è la manifestazione in rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Quest'ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo, ovvero un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. Il fenomeno, che nell’ultimo decennio ha assunto un peso considerevole nelle dinamiche di relazione tra giovani e giovanissimi, si lega fortemente all’utilizzo, sempre più precoce, dei device come lo smartphone e dei social network (non sempre adeguati all’età degli iscritti): in Sardegna opera un importante realtà, l’Osservatorio Cybercrime, che, grazie alla competenza di venti professionisti e ad una vasta rete formata da famiglie, docenti e ragazzi, mette in atto varie pratiche di contrasto e prevenzione al cyberbullismo. Partendo da un analisi rispetto alla fruizione dei social da parte dei bambini e dei preadolescenti, Luca Pisano, psicologo, psicoterapeuta e direttore dell’Osservatorio Cybercrime, racconta quanto negli ultimi anni si stia assistendo ad un’adultizzazione precoce: “la percentuale dei bambini e dei preadolescenti cui viene concesso un utilizzo dello smartphone anche di notte è molto alta, e lo stesso avviene per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, quali soprattutto YouTube e TikTok, piattaforme su cui è strettamente necessario vigilare, perché spesso veicoli di messaggi violenti; non dimentichiamo poi l’uso di Telegram, l’instant messaging su cui viaggiano contenuti molto pericolosi, che vanno dal bullismo alla pedopornografia, e l’utilizzo di videogiochi vietati ai minori di 18 anni da parte di fasce di età minori. Noi come Osservatorio cerchiamo di sensibilizzare le famiglie, che troppo spesso vivono una sorta di negazionismo, evitando il pensiero che la realtà virtuale sia parte integrante di quella offline, e che quindi debba esserci un’educazione che non esclude un mondo in favore dell’altro”. Fulcro essenziale della lotta al cyberbullismo sta infatti nell’acquisire il concetto che ciò che accade online non è una realtà a parte che prescinde da regole, ma parte integrante della vita contemporanea: “gli strumenti di cui si avvale l’Osservatorio sono i Comitati Digitali Scolastici, i Genitori Digitali e Studenti Digitali, che sono il nostro braccio operativo, coordinato dai venti professionisti dello staff; la nostra azione infatti sta nel formare, tramite percorsi di formazione, personale scolastico e famiglie, costruendo relazioni con i giovani che sono l’oggetto ed il soggetto del cyberbullismo.I peer educators formati (genitori, studenti, insegnanti), con la supervisione degli operatori dell’Osservatorio Cybercrime, hanno operato in numerose scuole elementari e medie della Regione, offrendo percorsi di sensibilizzazione mirata, rivolti ad alunni, famiglie e docenti, fornendo strumenti per gestire al meglio identità reale ed identità, con i rischi connessi” spiega il direttore Luca Pisano. L'Osservatorio riceve segnalazioni, fornisce indicazioni psicologiche, pedagogiche e giuridiche, lavora per risolvere le problematiche presenti sul web (mediazione, interventi educativi nei contesti scolastici, collaborazione con la polizia postale e con i gestori dei principali social network). Offre, inoltre, consulenza a studenti e genitori per inoltrare al Garante della Privacy e ai gestori dei siti internet l'istanza per la rimozione di contenuti offensivi presenti sul web. L'equipe offre a studenti, genitori, docenti e operatori socio-sanitari consulenza specialistica gratuita nei casi di insulti, offese, diffamazioni, cyberbullismo, sexting, revenge porn, sex extortion, adescamento online, diffusione illecita di dati personali e sensibili e altre gravi problematiche online.