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Cronaca, Giudiziaria

Bricoman a Olbia, in area a rischio idrogeologico molto elevato

La Suprema corte blocca tutto e rispedisce l'incartamento al TAR

Bricoman a Olbia, in area a rischio idrogeologico molto elevato
Angela Galiberti

Pubblicato il 19 January 2023 alle 10:58

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Primo capitolo introduttivo della nuova inchiesta di Olbia.it

 Olbia. La notizia è di quelle importanti, non solo per il microcosmo olbiese, ma anche per i risvolti economici e sociali dell’intero Nord Sardegna e del nuorese. Bricoman, che da marzo 2022 ha cambiato brand in Tecnomat, apre - o per meglio dire - dovrebbe aprire a Olbia. Il luogo prescelto non è un luogo qualsiasi: è il piano seminterrato del Centro Commerciale Gallura in Zona Industriale, località Pozzo Sacro, dove insiste un’area a rischio idrogeologico molto elevato.

Diciamo “dovrebbe aprire” perché questa storia che inizia a fine 2021 e che sembrava conclusa con il via libera del SUAPE a metà 2022 (con una puntatina anche in autunno inoltrato), ha avuto uno strascico di carte bollate: prima al TAR, che ha rigettato il ricorso presentato da Ottimax, poi al Consiglio di Stato, che invece ha bloccato tutta la procedura e ha rispedito l’incartamento al Tribunale amministrativo della Sardegna per rivalutare nel merito la questione. Su questa sentenza ritorniamo in chiusura.

Partiamo dal principio.

L’apertura di Bricoman/Tecnomat non è una voce di corridoio: lo dicono alcuni atti ufficiali, e pubblici, del Comune di Olbia. Il 30 dicembre 2021, all’Ufficio Suape, viene presentata una richiesta per l’avvio di una “Media attività di vendita” con contestuale cambio di destinazione d’uso e interventi di ristrutturazione edilizia da parte di due società: la M.D. 2000 Srl di proprietà di noti imprenditori locali e la Bricoman Italia Srl

Il procedimento si è concluso positivamente il 5 maggio 2022. Il titolo abilitativo unico (edilizio e commerciale) rilasciato dal Suape di Olbia viene cointestato per la parte edilizia alla M.D. 2000 Srl e per la parte commerciale a Bricoman Italia Srl.

La struttura scelta per questo investimento è un edificio che gli olbiesi conoscono molto bene perché, nel corso del tempo, è stato molto criticato. Si tratta del piano seminterrato del Centro Commerciale Pozzo Sacro. E’ stato realizzato tra il 2005 e il 2010 e fino al giugno di quest’anno, oltre al supermercato e ai negozi, ha ospitato diverse attività e depositi nel piano seminterrato.

Oltre la location esclusiva (a due passi dal Pozzo Sacro e con una vista mozzafiato sul golfo interno), questa struttura comprensiva di un’ampia area di sosta ha un’altra particolarità: nell’area posteriore (rispetto all’ingresso del supermercato) del lotto è presente un’ampia zona a rischio idrogeologico Hi4 con fasce di Hi3, Hi2 e Hi1. Si tratta, in sostanza, di un’area sottoposta a vincoli per rischio idrogeologico.

L’area sottoposta a vincolo è presente sullo Studio idraulico del CIPNES (una sorta di Pai specifico per l’area) che riguarda tutta la sua zona di competenza, area Pozzo Sacro e Cala Saccaia comprese.

L’area sottoposta a vincolo è l’area esterna, cioè i parcheggi (e zone di manovra), e lambisce il fabbricato. Per fare questa operazione, cioè per permettere l’arrivo di Tecnomat, è stato necessario compiere un cambio di destinazione d’uso (da vendita all’ingrosso a vendita al dettaglio) e questa procedura, secondo il PAI, può essere fatta esclusivamente a determinate condizioni.

Ce ne sono diverse: una di queste prevede che sia l’Ente autorizzatore (in questo caso il Comune di Olbia) a stabilire se è necessario uno studio di compatibilità idraulica.

Questo studio, nel caso specifico, non è stato fatto. Come si legge nel documento Suape, in data 28 marzo 2022 l’Ufficio Pai del Comune di Olbia “ha inviato una nota con la quale ha dichiarato che lo studio di compatibilità idraulica non è necessario”. 

Agli atti vi è una relazione asseverata, prevista dalla normativa in questi casi cioè quando l'ente autorizzatore non ritiene necessario uno studio approfondito: in parole povere è una sorta di procedura semplificata.

Un’altra variabile che deve essere rispettata per il cambio di destinazione d’uso riguarda il “carico antropico”: in parole molto semplici, si può fare solo e soltanto se non aumentano le persone che frequenteranno il luogo gravato da rischio idrogeologico. Per carico antropico si intende tutto: clienti, lavoratori, fornitori e così via.

Veniamo dunque alle ultime puntate, quelle delle carte bollate. A ricorrere contro questa procedura è la società capo di Ottimax, diretto concorrente di Bricoman/Tecnomat.

Se il Tribunale amministrativo regionale ha chiuso inizialmente la faccenda senza dare troppo seguito, il Consiglio di Stato invece accoglie le eccezioni dei ricorrenti e impone lo stop.

Scrive il  Consiglio di Stato: “che il gravame proposto manifesta il fumus boni iuris idoneo ai fini dell’emanazione della misura cautelare”. La stessa corte rileva anche il periculum in mora. In parole povere: ci sono i presupposti per fare ulteriori accertamenti rispetto ai dubbi sollevati sulla procedura autorizzativa.

Il ricorso verte su diversi aspetti: la procedura del cambio di destinazione d’uso, la scelta della media struttura di vendita invece che di una grande struttura di vendita, il vincolo idrogeologico, le ricadute negative per la struttura già esistente, un presunto conflitto di interessi tra uno dei professionisti incaricati e un dipendente del Comune di Olbia. Su questi aspetti, torneremo prossimamente con nuovi approfondimenti.

Ora dovrà essere il TAR ad entrare nel merito.