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Cronaca

Olbia, la guerra silenziosa sull'autobus: due inciviltà a confronto

Olbia, la guerra silenziosa sull'autobus: due inciviltà a confronto
Olbia, la guerra silenziosa sull'autobus: due inciviltà a confronto
Olbia.it

Pubblicato il 07 September 2017 alle 19:19

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Olbia, 07 settembre 2017 - Cosa accade se quando si entra sopra un bus si assiste a una strana guerra sotterranea fatti di sguardi fulminanti e frasi sussurrate? Si osserva e si prendono appunti: è quello che ha fatto la nostra Dénise Meloni quando, questo pomeriggio, si è trovata ad assistere involontariamente alla "guerra" tra bianchi e neri. Una guerra silenziosa che ha colpito la nostra collaboratrice: ecco il suo racconto.

Per andare a lavoro prendo sempre la linea Aspo n.1. Puntuale, pulita, con l'aria condizionata. Mai uno sgarro, mai una sbavatura. Tutti i giorni si susseguono uguali: autisti solerti, passeggeri gentili, stanchi magari ma che non negano mai un sorriso e mai una cortesia, come potrebbe essere un'informazione o una chiacchierata. Oggi questo equilibrio si è spezzato da una novità: l'autobus era pieno di passeggeri africani che occupavano tutti i posti a sedere. Alcuni di loro possedevano dei bustoni ingombranti, suppongo per la merce da vendere come ambulanti, e noi di matrice caucasica eravamo tutti in piedi, cercando di destreggiarci nel poco spazio disponibile e cercando di timbrare il biglietto senza inciampare nei bagagli. Una scena, di per sé banalissima: siamo tutte persone, chi arriva prima occupa un posto a sedere perché è così che funziona il trasporto pubblico. Eppure, questa banale scena si è trasformata in una guerra silenziosa, ma non troppo. Volano proteste velate, ma ficcanti. Vola un "Loro seduti e noi in piedi" che fa scorrere mille brividi lungo la schiena: in un lampo si è creato un micro mondo inneggiante al motto trito e ritrito "prima gli italiani".

Mi viene in mente Rosa Parks che non trovando posto in autobus, nella zona relegata ai neri, si sedette in un sedile destinato ai bianchi, e a causa di questo fu arrestata. Penso che sarebbe orgogliosa oggi di vedere la situazione capovolta anche se quel mormorio di "prima gli italiani" continua a farmi tremare le vene ai polsi.

La guerra silenziosa, però, ha anche un altro aspetto non meno irritante e incivile. Vicino a me ecco un'anziana signora a cui nessuno cede il posto: in quel caos potrebbe cadere, potrebbe farsi male. Niente: nessuna delle persone sedute cede il posto. Nessun cenno di civiltà né da una parte né dall'altra, come se fossimo divisi da un filo di ferro immaginario che ci impedisce di essere civili. Uno scambio di inciviltà triste ed aberrante, in un 2017 che dovrebbe aver consegnato certe immagini alla storia e invece siamo ancora così. Magari è solo un borbottio, magari è solo una ragazza nera che non vuole cedere il posto all'anziana bianca (superficialità? senso inconscio di rivendicazione?) ma mentre l'autobus si muove verso le sue tante destinazioni, si sente un mondo fermo, statico, quasi immutato.

Dénise Meloni