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Pubblicato il 17 January 2019 alle 19:22
Olbia, 17 gennaio 2019 - Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Gianluca Corda, presidente dell'unione dei circoli cittadini del Partito democratico, in merito a quanto successo ieri in Consiglio regionale, la cui assemblea ha de facto affossato la Provincia del Nord-Est.
Provincia, PD, norme e realtà
Quanto accaduto ieri a Cagliari è il racconto di una storia triste per la Provincia del nord est, ma nella quale voglio trovare altri percorsi di riflessione. È senza dubbio il racconto di tradimenti, invidie, della mancanza di rispetto non solo nei confronti dei colleghi di Partito ma di un intero territorio, presente ancora una volta sulle tribune del Consiglio Regionale, con sindaci, rappresentanti del territorio, delle scuole e delle forze sociali.
È la storia di un presidente del consiglio regionale infastidito già dalla mattina dalla presenza del pubblico in aula, dei soliti tentativi di ostruzionismo portati avanti dai soliti consiglieri, tirando fuori dal cilindro improbabili motivi per la non discussione della proposta, di uno sgombero dell’aula davanti al giusto malcontento portato avanti con esagerato impeto.
La storia di un finale scritto fuori dall’aula, dietro a muretti, tende e chat, dai nemici della Gallura e da chi, all’interno del PD, facendosi rappresentante dei veti presenti anche negli altri schieramenti, ha assunto il ruolo da protagonista negativo per compiere un piano perfetto.Il piano di chi crede che la guerra al territorio gallurese possa portare vantaggi al Partito Democratico in altri territori dell’Isola a scapito dei nostri candidati.
In questo “piano criminale” sta la risposta a chi oggi, davanti al tradimento del gruppo consigliare del Partito Democratico, ci chiede perché dobbiamo votare il PD in Gallura?
Una disfatta del nostro partito nel nostro collegio regalerebbe un seggio, oggi raggiungibile dai nostri candidati, proprio a quei nemici della Nostra Provincia. A chi ha messo davanti il proprio interesse personale alla lealtà verso un percorso condiviso sino al giorno prima con un compagno di partito.Ma è anche la storia di quattro consiglieri regionali e due assessori galluresi che hanno continuato a lottare, in aula e nei corridoi, per rispondere ad un mandato dei cittadini.
È la storia di un territorio che ieri si è ritrovato unito più che mai, di sindaci e non, aldilà dei colori e delle appartenenze politiche, insieme a discutere in un piccolo corridoio per trovare insieme una soluzione che avesse al centro un unico obiettivo: il bene della Gallura!
E la giornata di ieri ci racconta anche la storia di un Presidente della Regione, uomo tra omuncoli, che sino alla fine ha provato a trovare una soluzione per non farci tornare a casa con un “pugno di mosche” o peggio, come poi è accaduto, con un “sacco di rabbia”.
Un uomo che alla fine della mancata votazione è venuto a salutarci, quasi a scusarsi, vittima lui stesso dell’imboscata della propria maggioranza.
Ed è proprio una sua frase detta sottovoce che potrà far assumere a questa storia un finale diverso: “Questa è politica di basso cabotaggio. È nei fatti che voi sarete provincia!”. Proprio così, non sarà una mancata legge a bloccare lo sviluppo di un territorio che, se riuscirà a rimanere unito anche nella prossima consigliatura, non potrà non raggiungere il traguardo.
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