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Cronaca

Olbia, pulizia Cala Saccaia con polemica: "non è colpa dei mitilicoltori"

Olbia, pulizia Cala Saccaia con polemica:
Olbia, pulizia Cala Saccaia con polemica:
Angela Galiberti

Pubblicato il 23 April 2018 alle 18:36

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Olbia, 23 aprile 2018 - Una mattinata a pulire uno dei siti meno conosciuti, ma tra i più affascinanti, del Golfo di Olbia: ieri mattina, a Cala Saccaia, è andata in scena "Diciamo basta", la manifestazione ecologica organizzata dall'associazione Velapuliamo e patrocinata dal Comune di Olbia.

All'evento civico ha partecipato un folto gruppo di persone: il WWF, i molluschicoltori con il CMO in grande spolvero, la De Vizia, la Capitaneria di Porto e numerosi cittadini volontari. L'idea era semplice: restituire al decoro uno degli angoli più belli di Olbia attraverso la raccolta dei rifiuti abbandonati.

L'iniziativa, però, non è stata esente da qualche 'fulmine a ciel sereno'. A raccontare quel che è successo è stata Sara Spano, figlia di Tore Spano e membro attivo della Spano Group. "Stavo raccogliendo la spazzatura e mettevo i rifiuti dentro ai sacchi - afferma Sara Spano -, quando si sono avvicinate due donne che mi hanno detto di non raccogliere tutto, ma solo le retine delle cozze perché dovevano fare un censimento sui mitilicoltori. Io ho risposto che avrei raccolto tutti i rifiuti che trovavo e non solo un tipo. Alcuni hanno raccolto solo le retine. Cosa si vuole dimostrare? Che l'inquinamento è colpa dei mitilicoltori? In quella spiaggia c'era di tutto: lattine di birra lasciate da chi va a pesca, una cima di una nave, un forno a microonde, bombole".

"L'inquinamento di Cala Saccaia non è un problema dei soli mitilicoltori: è un problema di comunità - continua la giovane olbiese -. Noi, come categoria, abbiamo aderito con molto entusiasmo all'iniziativa. Certamente c'è bisogno di più sensibilizzazione, ma è anche vero che i mitilicoltori olbiesi soffrono di un problema grave che è quello dei furti di intere colonne di cozze: è da lì che arrivano la gran parte delle retine. Oggi le cozze vengono portate negli stabilimenti prima di essere 'sgranate' dalle retine: sono poche le aziende che non operano così".

Insomma, all'ombra della macchia mediterranea di Cala Saccaia si è rischiato l'incidente diplomatico: del resto è risaputo che tra Comune e CMO non corre esattamente buon sangue. Il "puntare il dito" contro le retine delle cozze ha fatto suonare qualche campanello d'allarme tra i presenti: l'equilibrio tra molluschicoltura, nautica e porto è molto delicato e lo è ancor di più da quando il CMO ha ottenuto le preziose concessioni dalla Regione Sardegna.

Sul caso è intervenuto anche il Partito Sardo d'Azione con Lidia Fancello, presente anch'ella alla mattinata dedicata alla pulizia di Cala Saccaia. I sardisti chiedono"a questa amministrazione di attivarsi per una conferenza cittadina, che veda tutte le parti interessate, dalle istituzioni alle categorie professionali, sedute ad un tavolo a discutere il futuro della risorsa più grande per gli olbiesi: il golfo.Riteniamo che esso sia un raro connubio di attività che convivono letteralmente sfiorandosi in un delicatissimo equilibrio che va a nostro avviso studiato a fondo e rispettato perché si accompagni nell’inevitabile sviluppo economico.Già tanti anni fa, la presenza della mitilicoltura scongiurò l’impianto dell’industria petrolchimica ad Olbia. Alle nostre cozze e all’acquacoltura in genere dunque, dovrebbe essere riconosciuta non solo la bontà gastronomica che tutti ci invidiano, ma forse anche il merito di averci salvato da disastri ambientali oggi irreversibili.Ancora oggi riteniamo che queste attività svolte in perfetta simbiosi con l’ambiente, abbiano ancora molto da esprimere e da dare alla nostra economia".