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Olbia. Il Psd'Az sfida Briatore: "provi a fare impresa 365 giorni l'anno"

Olbia. Il Psd'Az sfida Briatore:
Olbia. Il Psd'Az sfida Briatore:
Olbia.it

Pubblicato il 21 September 2016 alle 17:09

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Olbia, 21 Settembre 2016 - Le parole pronunciate ieri da Flavio Briatore, durante un convegno dedicato al turismo svoltosi in pugno, hanno scatenato tutta una serie di reazioni indignate. Briatore, durante il suo intervento, ha "bocciato" i sardi sul turismo, rei di voler fare solo i pastori. Sul tema è intervenuto il Psd'Az olbiese, guidato da LIdia Fancello.

"L’intervento di Briatore al convegno pugliese sul turismo, scatena l’indignazione dei sardi e ancora una volta li divide in pro e contro. Intanto bolliamo subito come stereotipo razzista, l’idea del sardo pastore nel suo significato dispregiativo. Forse il signor Briatore, nella sua presunzione ignora che il comparto dell’allevamento insieme all’industria lattiero/casearia, produce ben oltre la metà del PIL dell’intera isola, dunque, se a New York nei migliori ristoranti italiani, si consuma il pecorino romano prodotto in Sardegna, lo dobbiamo proprio ai nostri politici sardi che negli anni ’20 fecero da apripista alle esportazioni, trasformando la pastorizia in imprenditoria - scrive Lidia Fancello, segretario cittadino del Psd'Az -.Detto questo, riteniamo che il signor Briatore con le sue sparate contro i sardi, come al solito sbaglia “target” e dovrebbe casomai rivolgerle alle compagnie di navigazione che intorno ai trasporti fanno “cartello”. Che i nostri politici non siano stati in grado di fare chiarezza e che addirittura abbiano fatto letteralmente naufragare anche la “Flotta sarda” è un altro discorso.Non si può accusare un’intera comunità d’incapacità imprenditoriale, quando la predica arriva da chi al massimo in Sardegna ci sta sessanta giorni e rastrella denaro vivendo sui fasti di una realtà, la Costa Smeralda creata da imprenditori di ben altro calibro che non il suo".

Il Psd'Az Olbiese ricorda, così, all'imprenditore piemontese la storia della Costa Smeralda e del suo stile ispirato alla tradizione sarda che, a sua volta, ha ispirato intere generazioni di architetti e designer. "Mai, neanche nei momenti di maggior frizione con le amministrazioni di Arzachena ed Olbia, l’entourage del Consorzio Costa Smeralda, si è permesso di offendere l’intera comunità dei sardi. Briatore che parassita invece ai margini di questa fantastica realtà, si permette di “sputare nel piatto dove mangia”, col suo locale che non nominiamo, perché già solo il titolo trasuda arroganza, se confrontato con le schiere dei “La Celvia”, dei “Cala di Volpe” o “Lu Nibbaru” che con rispetto e orgoglio riportano i toponimi originali", sottolinea il Partito sardo d'azione olbiese.

"Che dire? Sfidiamo il signor Briatore a fare l’imprenditore in Sardegna per trecentosessantacinque giorni l’anno - conclude Lidia Fancello -. Mentre noi sardi ci faremo un viaggetto nella sua terra, le Langhe, che peraltro conosciamo già molto bene, per essere la patria dello Slow Food, del tartufo bianco, ma anche per avere dato i natali a Camillo Benso conte di Cavour, non esattamente un grande amico della Sardegna".