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Olbia, Pd in assemblea: troppo il distacco tra eletti/dirigenza e la base

Olbia, Pd in assemblea: troppo il distacco tra eletti/dirigenza e la base
Olbia, Pd in assemblea: troppo il distacco tra eletti/dirigenza e la base
Angela Galiberti

Pubblicato il 27 April 2013 alle 21:06

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Olbia - Tante copie del discorso di insediamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sull'enorme tavolo e una sala gremita come non mai. Giampiero Scanu, unico onorevole eletto in Gallura, ha affrontato così la sua prima vera uscita pubblica da novello deputato. Lo scopo dell'assemblea pubblica, aperta a iscritti e simpatizzanti, era quello di spiegare il perchè dell'elezione di Napolitano. Scanu ha invitato sostanzialmente a non rimuginare più sul "fu" governo Monti. Napolitano era una scelta inevitabile in queste condizioni. Il paese era ad un bivio e la politica, a torto o a ragione, ha trovato questa strada per uscire dall'impasse. In ogni caso, Scanu è stato accolto a braccia aperte dalla base del partito. Una base, però, che non ha mancato di cogliere l'occasione per criticare apertamente il suo partito. Il "Noi e voi" citato da Scanu è stato tante volte ripreso dai coraggiosi che hanno preso il microfono in mano. Tutti quanti - nessuna eccezione - hanno lamentato la troppa divisione tra la dirigenza (eletti compresi) e la base. Tutti hanno rimarcato la mancanza di lealtà all'interno del partito e le troppe correnti fratricide che hanno il solo effetto di creare confusione. Lucidissima l'analisi di Angelo Crasta: "Non dobbiamo piangere sul latte versato, ma manca nel Pd il principio di Lealtà. Se non poniamo rimedio il Governo Letta non avrà vita facile." E ancora: "La classe dirigente del Pd ha fallito perchè ha perso il contatto con la realtà. Guardiamo cosa è successo durante la campagna elettorale... l'antiberlusconismo non ha portato niente di buono. Non possiamo accontentarci di parlare solo al nostro orticello, dobbiamo imparare a parlare a tutti, anche agli elettori di Berlusconi". Crasta mette l'accento anche sui "bollini" che spesso e volentieri vengono appiccicati a chi esprime un'idea che non rispecchia l'ortodossia. Il riferimento è ovviamente a Renzi e al suo modello del Lavoro che rispecchia quello delle moderne socialdemocrazie del nord Europa. Bruno Chisu ha invece sottolineato come i circoli del Pd, istituiti dallo statuto del partito con l'articolo 14, non funzionano affatto. E poi, Tonino Cau, che ha dato come ricetta quella del dialogo. Show, invece, di Domenico Piccinnu. L'ex sindacalista si è lanciato in un discorso colorito (ma veritiero) sui giovani e sulla loro assenza nel mondo del centrosinistra. Giovani che non sono ignoranti, che hanno studiato, che sanno cos'è la politica: ma che votano il movimento 5 stelle. "Questi - ha detto con veemenza Piccinnu - sono i figli nostri! Mica quelli degli altri!". Come dire: se non sappiamo convincere i nostri figli, figuriamoci il resto del Paese. E in effetti, di giovani, all'assemblea del Pd ce n'erano pochini. E i pochi che c'erano, dopo un paio di lunghi interventi fatti da vecchi decani, se la sono data a gambe.