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Pubblicato il 27 January 2020 alle 13:25
Olbia, 27 gennaio 2020 - C'è un filo che lega la città di Olbia alla Giornata della Memoria, a Hitler e alla celebre collana di pasta vitrea trovata in una tomba punica.
Siamo nel 1937: la Seconda Guerra Mondiale scoppierà qualche anno dopo, ma il regime nazista è già una realtà così come quello fascista.
A Olbia, in quell'anno, la Soprintendenza alle Antichità della Sardegna avvia una campagna di scavo molto importante in località Funtana Noa: qui vi è una necropoli punica e qui vengono trovate, e scavate, diverse sepolture a pozzo scavate nella roccia.
A presiedere i lavori è l'archeologo Doro Levi: studioso ebreo molto quotato che occupa il posto di professore ordinario all'Università di Cagliari in Archeologia e Storia e Soprintendente ad interim della Soprintendenza alle Opere d'Arte e di Antichità della Sardegna.
Ricopre questo ruolo dal 1935 al 1938: anni di scavi e scoperte importanti, come quella avvenuta a Olbia.
A Funtana Noa, dentro una delle tombe analizzate, viene trovata la sepoltura di una donna che per la qualità del corredo è certamente appartenuta a una famiglia importante.
Nella sua tomba ecco delle brocche, uno specchio in bronzo di incredibile bellezza, una moneta punica e una collana: la famosa e bellissima collana di pasta vitrea che oggi è conservata al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Un oggetto di fattura pregiata, i cui colori - ancora oggi - colpiscono l'immaginario collettivo.
Doro Levi, nel '37, difende questo importante ritrovamento dalle mani del nazismo. A notarlo e a volerlo per sé è Herman Göring: vice di Hitler e collezionista d'arte, preme per avere la collana.
Doro Levi si oppone con tutte le sue forze e la collana rimane in Sardegna a disposizione del suo popolo e di tutti coloro che amano la Storia.
Le vicende di Doro Levi a Olbia e in Sardegna si interrompono nel 1938 quando, per effetto della promulgazione delle leggi razziali, viene rimosso dalla sua carica.
L'archeologo Levi si trasferisce così negli Stati Uniti e fino al '45 rimane a Princeton per poi tornare in Italia nel 1946.
A Doro Levi, archeologo di fama internazionale ed ebreo, Olbia deve la scoperta e il salvataggio della sua bellissima collana in pasta vitrea. Un oggetto che, se non fosse stato per il suo coraggio, oggi sarebbe chissà dove.
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