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ESCLUSIVO: LA VERITÁ SULL'ACQUA GIALLA IN GALLURA

ESCLUSIVO: LA VERITÁ SULL'ACQUA GIALLA IN GALLURA
ESCLUSIVO: LA VERITÁ SULL'ACQUA GIALLA IN GALLURA
Angela Galiberti

Pubblicato il 12 November 2015 alle 19:25

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"Situazione molto grave, perchè i sindaci tacciono? Questo è un problema di salute pubblica! Non è roba datavole rotonde, questo è un problema da Procura della Repubblica"..."Oggi l'Agnata lavora 700 l/s invece di 1.400 e nel chiarificatore ne passano solo 200 l/s"

Olbia, 12 Novembre 2015 - Ancora acqua gialla al manganese al centro delle cronache galluresi. Quante volte avete sentito la frase "Quando c'era l'Esaf queste cose non accadevano"? Tante, troppe volte. Così, abbiamo voluto intervistare una delle più importanti memorie storiche viventi della Gallura: il dottor Pier Sesto Demuro, ex responsabile del Distretto della Gallura per l'Esaf (ente sardo acquedotti e fognature che gestiva tutta la rete prima di Abbanoa). Un uomo che ha dedicato tutta la sua vita all'acqua e che conosce come le sue tasche il sistema idrico integrato della Sardegna che porta l'acqua nelle nostre case.

"Il problema non è la diga del Liscia - esordisce con sicurezza il dottor Pier Sesto Demuro -. Abbiamo avuto per 30 anni la diga a 45milioni di metri cubi d'acqua, prima del collaudo, e non avevamo questi problemi. Usavamo un marchingegno, una sorta di propoboscide, che serviva a raggiungere la quota stabilita dall'Università di Sassari chein questo modoci indicava il punto migliore per prelevare l'acqua migliore. Adesso questo argano, questa sorta di proboscide non funziona più".

Questo è il primo aspetto sui cui Demuro concentra la sua analisi. Poi, però, c'è anche altro che non va. "Il secondo aspetto che dobbiamo valutare è il potabilizzatore dell'Agnata - dice l'ex responsabile del distretto gallurese -. Questo potabilizzatore è stato costruito spendendo tanti miliardi ed è una struttura che va a 1400 litri al secondo. E' una filiera con microfiltri, vasche di chiariflocculazione, filtri a carboni attivi e infine filtrazione con sabbia. Di tutto questo è rimasto solamente il letto dei filtri a sabbia, cioè la parte meccanica, mentre funziona al minimo uno dei chiaroflocculatori. Oggi l'Agnata lavora 700 l/s e nel chiarificatore ne passano 200 l/s".

Per Demuro la situazione è molto grave. "Vorrei sottolineare una cosa. Questa non è roba per tavole rotonde, questo è un problema da Procura della Repubblica. Io sono finito davanti al Procuratore per molto meno - sottolinea Pier Sesto Demuro -. Quindi, di cosa stiamo parlando? Parliamo di strutture realizzate e oggi abbandonate. Quando ci sono problemi di questo tipo significa che la manutenzione ordinaria di una struttura come quella, che è la più grande della Sardegna, non viene fatta".

Demuro va oltre e parla anche di un terzo fattore che non va. "C'è un altro aspetto, della Gallura, che dobbiamo considerare - continua l'ex responsabile Esaf -. Sul secondo salto del Lago Coghinas è stato costruito un secondo potabilizzatore, il Pedra Maiore, che va a 1000 l/s. Bene, 400 di questi litri dovrebbero essere destinati alla Gallura costiera del Nord, da Badesi a La Maddalena e Palau. Su questo impianto stanno potabilizzando 150 l/s. Se fosse a regime, avrebbe mandato acqua migliore in Gallura".

L'ex dirigente Esaf è molto amareggiato e molto preoccupato dalla situazione venutasi a creare. "La Sardegna esprimeva un materiale umano professionale di altissimo livello per ovvie ragioni. I politici sardi hanno decapitato questo capitale. Per non parlare poi della centralizzazione di tutto a Cagliari - conclude Demuro -. Adesso cosa vediamo? Perché il sindaco di Arzachena non ha detto nulla? Perchè Olbia sta zitta? Non capisco la posizione dei sindaci. Si limitano ad emanare le ordinanze quando arrivano i bollettini della Asl. Questo è un problema di salute pubblica. Prima di tutto c'è la salute della gente. La situazione è questa. Ripeto, non è un problema di tav ola rotonda, ma di Procura della Repubblica".

Pier Sesto Demuro non è l'unica fonte da noi contattata che indica nell'Agnata il problema. Di seguito riportiamo la spiegazione di una nostra fonte tecnica(chimico) che ha chiesto di rimanere anonima:

"Che io ricordi, l'impianto (tra i più grossi della Sardegna ) è dotato di microfiltrazione in ingresso ( per il trattenimento delle alghe ) costituito da filtri rotanti a tamburo,flocculazione e sedimentazione per l'abbattimento appunto dei metalli quali Manganese e Ferro e non ultimo l'Alluminio che però viene anche immesso nel processo diflocculazione come PAC ( policloruro di Alluminio ) se ancora viene usato.

Quindi per un impianto come l'Agnata trattare un' acqua con quelle caratteristiche ( Al = 24 / Fe = 114 / Mn = 325) è praticamente normalissimo. Sta' di fatto che quei valorivengono oggi riscontrati in uscita e non in ingresso o perlomeno vengono riscontrati in uscita dai rubinetti di casa e per di più abbiamo riscontrato valori di manganeseaddirittura più elevati ( 700μg/l Mn ).Ritengo che l'impianto stia dando i numeri ovvero non stia potabilizzando per nulla.Le motivazioni non le conosco."

Domani potremo visionare le analisi complete dell'acqua che arriva ad Olbia grazie all'iniziativa dell'Altra Olbia. Con quei dati potremo verificare se i timori espressi da Abbanoa nella nota mandata al Comune di Olbia il 26 Ottobre si sono concretizzati. In quella nota, l'ente gestore unico delle acque affermava chestava"attivando una linea di biossido in pre-ossidazione sperando dia risultati anche se saranno fuori i cloriti". I cloriti sono un problema ben peggiore del Manganese. L'acqua al manganese si può, per esempio, utilizzare per cuocere la pasta. L'acqua piena di cloriti no perché i cloriti sono classificati come sostanze cancerogene.