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Pubblicato il 21 February 2020 alle 19:11
Oristano, 21 febbraio 2020 - 1200 reperti archeologici, metal detector, una pistola, tre fucili e munizioni questo è quanto è stato sequestrato dai Carabinieri del Nucleo culturale di Cagliari a seguito di un'indagine scattata nel settembre 2019 tra Terralba, Uras e Oristano e che ha portato all'arresto di una persona e quattro denunce.
L'immenso patrimonio archeologico sequestrato nella provincia di Oristano comprende diverse monete di bronzo, chiodi, fibbie e un prezioso bronzetto nuragico di circa 4 centimetri, che se dovesse risultare autentico potrebbe valere fino ai 60 mila euro.
Come riporta LinkOristano l'operazione, coordinata dalla Procura di Oristano è stata portata avanti in collaborazione con i Carabinieri del Comando provinciale ed è stata illustrata in conferenza stampa dal maggiore Paolo Montorsi, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio; dal tenente colonnello Domenico Cristaldi, comandante dell'Arma della provincia di Oristano e dal tenente colonnello David Egidi, comandante del Reparto operativo provinciale.
Grazie alle continue attività di monitoraggio della rete Internet i militari erano risaliti alla vendita di reperti archeologici da parte di un utente del web di Terralba. Perquisita la sua abitazione i militari avevano rinvenuto 140 reperti archeologici e alcuni metal detector per il rilevamento degli stessi.
Nel corso delle indagini per il contrasto ai traffici illegali di reperti archeologici si è potuto risalire ad altre quattro persone. I carabinieri hanno individuato M.M. 47 anni, un agricoltore di Terralba domiciliato ad Uras.
Nella sua abitazione i militari hanno rinvenuto materiale archeologico, una pistola, tre fucili e munizioni. Per l'uomo, con precedenti di polizia, è scattato l'arresto. All'udienza di convalida il giudice gli ha concesso l’obbligo di dimora.
Le perquisizioni sono proseguite anche a Marrubiu e Oristano dove in una casa nelle campagne è stato invece rinvenuto il bronozetto nuragico. Il proprietario della casa è stato denunciato per ricerche clandestine e proprietà illecita di beni culturali dello stato.
Nel corso delle operazioni sono state anche poste sotto sequestro alcune mappe dei siti archeologici della provincia di Oristano. I denunciati sapevano quindi come muoversi e operavano spostandosi di notte, in bicicletta e a volto coperto per evitare di essere riconoscibili.
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