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Cronaca

Terremoto E.On.: Finanza esegue 2 ordinanze di custodia cautelare

Terremoto E.On.: Finanza esegue 2 ordinanze di custodia cautelare
Terremoto E.On.: Finanza esegue 2 ordinanze di custodia cautelare
Olbia.it

Pubblicato il 15 April 2015 alle 11:13

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Sassari, 15 Aprile 2015 - La Guardia di Finanza di Sassari sta eseguendo due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di alcuni dirigenti che ricoprono incarichi apicali all’interno della società E.ON. Produzione S.p.a.. A seguito di una lunga attività d'indagine portata avanti dal Nucleo Polizia Tributaria di Sassari, infatti, è emersa un’attività di inquinamento ambientale che, secondo le indagini, sembrerebbe essere stata posta in essere da soggetti appartenenti all’importante azienda d’interesse internazionale. La Procura della Repubblica di Sassari ha coordinato per oltre un anno tutte le attività di Polizia Giudiziaria ed ha richiesto e ottenuto la misura cautelare domiciliare per il Direttore ed il vice direttore della Centrale Termoelettrica della E.ON Produzione di Fiumesanto (SS) nonché misure interdittive per l’Amministratore Delegato della E.ON. Produzione S.p.a. di Fiumesanto, per il Direttore Generale Risorse Umane e Sviluppo Territoriale della E.ON. Italia S.p.a. e del legale rappresentante della società che avrebbe eseguito le analisi chimiche dalle quali si palesava lo stato di inquinamento dei terreni. Gli accertamenti espletati hanno messo in luce reiterate condotte illecite ed, in particolare, dalle investigazioni è emerso che tutti i componenti del presunto sodalizio criminale - omettendo di segnalare alle Autorità competenti che vi erano continui sversamenti di olio combustibile nei terreni sottostanti i serbatoi di alimentazione dei gruppi 1 e 2 della centrale termoelettrica di Fiumesanto (SS)- avrebbero consentito la persistente contaminazione dei terreni e delle falde acquifere del sito interessato, provocando un danno ambientale - ancora da quantificare – in aree di interesse pubblico. Secondo queste indagini, anche di natura tecnica, gli indagati avrebbero omesso di denunciare immediatamente questa situazione per garantire un risparmio di spesa alla società e avrebbero simulato di avere appena avuto notizia del fenomeno, disponendo i carotaggi ed inoltrando le prescritte comunicazioni agli organi istituzionali di vigilanza. I reati contestati sono quelli dell’inosservanza di diverse prescrizioni impartite dal Testo unico dell'Ambiente con riferimento allo scarico delle acque reflue industriali nonché reati previsti dal Codice Penale. Gli accertamenti di specie sono stati eseguiti al fine di reprimere condotte che provocano dapprima l'inquinamento e, a causa di quest'ultimo, danni alla salute pubblica nonché un'alterazione dell'ambiente naturale con danni permanenti e conseguente disequilibrio con i cicli naturali esistenti.