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Cronaca

Sardegna, la moda sarda vola verso i mercati internazionali

Sardegna, la moda sarda vola verso i mercati internazionali
Sardegna, la moda sarda vola verso i mercati internazionali
Dénise Meloni

Pubblicato il 28 July 2017 alle 17:08

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Olbia, 30 Luglio 2017- SETTORE MODA – La moda sarda è a trazione artigiana. In Sardegna oltre 1.200 micro e piccole imprese attive nel tessile, abbigliamento e calzaturiero. Matzutzi (Confartigianato): “Eccellenze e tradizioni minacciate da concorrenza sleale e falsi. Urgente far conoscere evendere le produzioni all ’estero”. I dati export, spesa delle famiglie, vendite on line e contraffazione.

Abiti, calzature, occhiali, gioielli e accessori, ma anche indumenti da lavoro e articoli tecnici. Sono 1.688 le imprese del “settore moda” che in Sardegna si occupano di tessile, abbigliamento, calzature e di altre numerose produzioni,impiegando oltre 1.800 persone. Il 71,8% della realtà produttiva sarda è rappresentato dalle imprese artigiane (1.212 attività) che offrono lavoro a 1.444 addetti.

Sono questi gli ultimi dati sul comparto moda isolano rilevati dall’ Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte Union Camere 2016-2017), che descrivono una piccola ma consolidata e vivace economia regionale che per il 23,6% si occupa della produzione di abbigliamento, per il 13,8% di quella dei filati e per il 5,6%della lavorazione della pelle. Tra gli altri settori il 20% è coperto dalla produzione di gioielli e monili mentre altre lavorazioni coprono la restante percentuale.Anche tra gli addetti dell’artigianato, il 43% si concentra tra tessile (20,2%), abbigliamento (17,6%) e articoli in pelle (5,2%). Tra le province, 511 imprese artigiane, operano in provincia di Cagliari, 399 in quella di Sassari, 218 a Nuoro e 84 a Oristano.

Un settore, quello della moda, di grande eccellenza e tradizione,anche nella nostra regione – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – fatto di una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi e oggetti unici”.“La sartoria artigianale nonostante, o forse grazie alla crisi, è un settore ancora vivace – continua Matzutzi - e il sarto-sarta è unaprofessione “a tutto tondo” riscoperta da giovani e meno giovani che vogliono distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio delsettore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa unadelle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionale”. “La ricetta vincente – sottolinea il Presidente - è dunque presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è. Oggi sappiamo che tra le professioni più richieste ci sono quelle di sarta modellista,professionalità importante in cui la disponibilità è ancora superiore all’ offerta”.

L’exportNel 2016 le esportazioni sarde del settore moda sono cresciute del21,3% vendendo i prodotti fuori Italia per 25,4 milioni di euro. Il 78,8% delle esportazioni del settore sono riconducibili al comparto tessile-abbigliamento-calzaturiero con 9 milioni per gli articoli in pelle, 6 per l’abbigliamento, 5 milioni per il tessile. Ben 4 sono andati all’ occhialeria e 1 alla gioielleria, settori cresciuti ognuno del 100%.

L’analisi sulla dinamica dell’export per provincia dice come tra le 8province sarde le esportazioni si concentrino principalmente a Cagliari (56,3), seguita da Olbia-Tempio (23,6%). Tra le province dell’isola con oltre l’1% delle esportazioni del settore, 3 registranoun aumento dell’export superiore alla media (+21,3%): primeggia Oristano (+436,6%), Carbonia-Iglesias (+179,8%) e Sassari (+43,5%).

Nel 2016 i primi 10 mercati - per quota dell’export - cherappresentano complessivamente il 70% dell’export di tessuti,abbigliamento, articoli in pelle, calzature, gioielli e occhiali madein Sardegna, sono: Tunisia (12,3%), Francia (12,0%), Germania (11,0%),Hong Kong (6,4%), Regno Unito (5,7%), Stati Uniti (5,5%), Russia(4,8%), Paesi Bassi (4,6%), Svizzera (4,5%) e Cina (3,2%). Consideratiquesti 10 principali mercati di sbocco dell’export di questi prodottiosserviamo come nel corso del 2016 la crescita delle vendite oltreconfine è positivamente influenzata dall’incremento delle esportazioni verso Tunisia, Cina e Svizzera dove si registrano aumenti a tre cifre;seguono con aumenti meno intensi ma sopra la media Regno Unito (+80,7%), Hong Kong (+25,2%), Francia (+15,7%), Stati Uniti (+14,5%),Russia (+8,7%) e Paesi Bassi (+4,9%). Un rallentamento delle esportazioni dei prodotti in esame lo registriamo in Germania che mostra un calo del -3%.

Spesa delle famiglie. La spesa media mensile delle famiglie sarde per articoli di abbigliamento e calzature è di 77,1 euro al mese, equivalenti a 926 euro all ’anno. Si stima che sul territorio sardo le oltre 720 mila famiglie spendono complessivamente 667 milioni di euro all’ anno per l’acquisto di abbigliamento e calzature, pari al 4,6% dell’ ammontare della spesa complessiva per prodotti non alimentari.

Moda e web Internet rappresenta sempre più un importante vetrina per l’offerta e l’acquisto di merci e/o servizi: in Sardegna osserviamo che il 48,0% delle imprese acquistano e vendono sul web e il 56,2% delle persone con 15 anni e più hanno ordinato/comprato merci e/o servizi suinternet. In particolare rileviamo che gli articoli di abbigliamento sono i beni più acquistati on line (47,8% del numero totale die-shopper presenti sull’isola) e nel 2016 rispetto a cinque anni prima le vendite di questi articoli sul web sono cresciute di 6,7 punti.

Contraffazione prodotti del settore moda. Nell’ Isola, durante la crisi (2008-2016) il 51,7% delle merci contraffatte sequestrate erano del settore moda con un valore stimato di abbigliamento, accessori, orologi, calzature e occhiali contraffatti sequestrati di oltre 22 milioni di euro. Nel dettaglio si osserva per la merce contraffatta del settore moda nel 2016 un trend crescente per numero di sequestri (da 285 del 2015 a 380 del 2016),per il numero di pezzi (da 194 mila nel 2015 a 341 mila nel 2016) e per valore stimato della merce sequestrata (da 3,3 milioni nel 2015 a 6,9 milioni nel 2016). A livello provinciale il 93,4% del valore della merce del comparto moda sequestrata sull’ isola si concentra a Sassari.

“La moda è uno dei settori più esposti alla contraffazione – prosegue il Presidente Matzutzi – i falsi made in Italy e made in Sardegna, arrecano danni pesantissimi che sottraggono lavoro e business, alle nostre micro imprese artigiane”. “Per questi motivi – continua – è necessario riprendere in mano il lavoro fatto con i marchi di tutela e qualità dei prodotti e spingere per il riconoscimento del “made in Sardegna” a livello europeo, per valorizzare le nostre produzioni di eccellenza”.

Ma oltre la tutela, il sistema moda della Sardegna ha bisogno urgente di interventi che ne sviluppino il potenziale di crescita attraverso l’internazionalizzazione.

All ’estero c’è molto interesse per le produzioni made in Sardegna –afferma il Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Impresa Sardegna - ma il settore non ha ancora trovato, come pian piano sta accadendo per altre produzioni, i canali giusti per proporre le proprie lavorazioni ai buyer internazionali”. “E’ quindi necessaria un’opera di sviluppo continuo – prosegue il Segretario - per far crescere le imprese, proporre nuove linee e prodotti innovativi per presentarsi alle manifestazioni e ai buyer esteri. Naturalmente, è fondamentale il ruolo delle Istituzioni pubbliche che svolgono attività volte all ’internazionalizzazione delle aziende italiane”. “La nostra Associazione tempo lavora per incentivare le esportazioni delle piccole e medie imprese – conclude Mameli - creando occasioni di incontro dentro e fuori Italia per far incontrare le imprese con ibuyer negli incoming export. Riteniamo, quindi, che anche per la moda siano necessari interventi affinché il settore possa proseguire un percorso virtuoso che porti l’eccellenza sarda a essere conosciuta e venduta in tutto il mondo”.