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Puc by Nizzi, una zona agricola a Pittolungu: "illegittima"

Civili abitazioni e 500 abitanti, ma il Puc dice che Moriscu è zona agricola

Puc by Nizzi, una zona agricola a Pittolungu:
Puc by Nizzi, una zona agricola a Pittolungu:
Angela Galiberti

Pubblicato il 16 January 2021 alle 06:00

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Olbia. Una parte di città come area agricola, e non una parte qualunque, ma a Pittulongu: è su questo punto che i residenti di “Pittulongu Moriscu” - la parte “alta” del quartiere olbiese sul mare – puntano nella loro osservazione al PUC by Nizzi. Si tratta di un'area a monte del quartiere che ha all'attivo circa 110 immobili ad uso residenziale che sono stati costruiti a partire dai primi anni '60 grazie alla cosiddetta “Legge Ponte” e norme successive. Tanti di questi immobili, si legge nel documento inviato dai residenti firmatari, hanno usufruito anche del condono edilizio, il che li rende fabbricati ad uso di civile abitazione. Una volta partito l'iter del Puc e una volta pubblicate tutte le carte, i residenti di Pittulonu Moriscu hanno scoperto di non far parte del quartiere a livello di zonizzazione, ma di essere considerati una zona agricola in piena regola nonostante lo stesso Comune di Olbia, a più riprese, considerasse questo insediamento come perirubano. Scrivono i residenti: “Come ben può evincersi da una semplice analisi delle ortofoto storiche ufficiali della RAS (all. 3), lo sviluppo di tale nucleo abitato ha portato alla formazione di un reticolo infrastrutturale piuttosto articolato, tanto che, ormai da decenni, la località ha assunto le caratteristiche di una vera e propria “frazione” del Comune di Olbia. Difatti, tale status veniva riconosciuto dall’Amministrazione Comunale fin dal 1979, con apposita deliberazione consiliare". "Anche negli anni ’80, a più riprese, il Comune di Olbia ha riconosciuto che si trattasse, ormai, di un centro abitato periurbano, assimilabile ad un vero e proprio quartiere, benché dotato solo parzialmente delle necessarie infrastrutture primarie. Peraltro, quando venne approvato il PRU di Pittulongu, inspiegabilmente, detto piano non venne esteso alla zona ora in esame, per quanto rispecchiasse pienamente i parametri urbanistici per rientrare nel perimetro dello stesso piano di risanamento. Comunque, in quel momento storico, il Consiglio Comunale riconobbe il comparto come “Residenziale e di completamento Speciale soggetto al piano preventivo di iniziativa privata”, benché all’interno di atti di pianificazione poi non portati a definitivo compimento”, scrivono i residenti. Insomma, il quartiere esiste, il Comune lo sa, ci abitano circa 500 persone, ma inspiegabilmente viene inserito nel PUC come zona agricola. La zonizzazione precisa di Moruscu è la E5c che, nelle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) vengono definite così: ““E5 c: Aree agricole marginali nelle quali vi è l’esigenza di garantire condizioni adeguate di stabilità ambientale. Aree con marginalità elevata e con funzioni di protezione del suolo ed esigenze di conservazione”. I residenti fanno notare come tale area non abbia alcuna caratteristica della zona agricola propriamente detta: “E’ palese che nel caso specifico tale porzione di territorio non presenti simili caratteristiche, né possa in futuro essere vocata a scopi agricoli, sia perché storicamente si è verificata una forte parcellizzazione delle proprietà, sia in quanto gli edifici presenti non hanno destinazione funzionale all’esercizio dell’attività agricola, sia ancora perché i fondi non sono, da decenni, adatti ad uno sfruttamento agricolo, essendo stati legittimamente adibiti a pertinenze delle singole abitazioni”. Secondo i cittadini, l'aver messo una zona agricola E5c a Moriscu sarebbe “la prova più evidente che l’attività preparatoria, nello studio del PUC, sia stata svolta in astratto e senza considerare la natura dei luoghi e gli elementi di carattere antropico. Se fosse stato svolto un qualche approfondimento, si sarebbe notato che in loco NON esistono fabbricati rurali ma civili abitazioni ed inoltre che, proprio perché ivi da decenni non si svolge attività agricola, NON vi sono aziende insediate e tantomeno IAP. Pertanto, l’introduzione di una simile disciplina risulta illegittima perché in contrasto con il citato Decreto Floris e frutto di una mancata analisi delle peculiarità del comparto.”. Ecco perché i residenti hanno deciso di proporre una zonizzazione differente di Moriscu, dando al Comune diverse possibilità di scelta: - una zona C con “attribuzione di specifica sottozona di “recupero” o “riqualificazione”, da perimetrarsi ad esempio come “area di espansione funzionale alla riqualificazione delle periferie e dei nuclei edilizi interni al campo urbano”; - una disciplina apposita per il completamento e cessione delle opere di urbanizzazione primaria, nonché dell’eventuale perequazione delle aree standard; si propone che il nucleo abitato venga riclassificato con apposita sottozona E che riconosca lo stesso quale “nucleo di case sparse”, salvaguardandosi le caratteristiche dell’insediamento nel suo complesso e consentendosi di intervenire sui fabbricati esistenti ammettendosi tutte le categorie di cui all’art. 3 DPR 380/01, ove in concreto compatibili, oltre che eliminandosi ogni riferimento all’art. 83 NTA PPR. La domanda finale che ci poniamo è la seguente: quanti altri casi come questo ci sono e quanti cittadini non se ne sono nemmeno accorti?