Olbia, 'sequestrati' dal Covid-19: "mai fatto tampone di controllo, siamo abbandonati"

Olbia, 5 settembre 2020 - Quasi un mese in isolamento senza sapere se la positività al Covid-19 c'è ancora e una sola certezza: la difficoltà ad ottenere informazioni. "Ho scoperto di essere positivo a settembre - racconta un cittadino olbiese che chiameremo Marco per rispettare la privacy - facendo un tampone al Mater Olbia. Ho seguito tutte le regole, mi sono messo in isolamento, ho aspettato la chiamata dell'Ats ma non c'è mai stata. Avrei dovuto fare un tampone di controllo dopo 15 giorni, ma qua non si fa sentire nessuno, è scandaloso. Sono prigioniero in casa senza sapere se sono ancora malato e senza poter lavorare".

Marco non è il solo della sua famiglia ad essere positivo al Coronavirus: anche altri componenti del suo nucleo famigliare (più o meno stretto) sono risultati positivi e anche per loro la situazione è più o meno la stessa. Nessuno di loro, dalla prima positività conclamata, ha più avuto notizie: nessuna chiamata e nessun tampone di controllo fatto.

"Mio padre, dopo tanti giorni, è riuscito a prendere la linea per caso e gli hanno detto che dovevamo aspettare. Ma aspettare cosa? Non dovremmo essere monitorati? Non dovremmo fare più tamponi di controllo? L'effetto di questi ritardi è che siamo prigionieri senza sapere se c'è motivo. Ci sentiamo abbandonati. Non nulla contro il personale Assl, quando c'è da elogiarli sono il primo a farlo, ma questa volta è un disastro", continua Marco.

Il giovane olbiese è scrupoloso nel suo isolamento, ma vorrebbe conoscere la sua condizione di salute per sapere se e quando potrà rientrare a lavoro.

Nel frattempo ci sono arrivate in redazione altre segnalazioni sui tamponi: in particolare di persone che dovrebbero rientrare nel tracciamento contatti, ma che non essendo contattate direttamente dalla Assl celermente, si recano di propria iniziativa al Mater Olbia per fare un tampone a pagamento e conoscere la propria condizione di salute.