Thursday, 04 December 2025
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Pubblicato il 04 December 2025 alle 11:00
Olbia. Una manifestazione pacifica di protesta è stata annunciata per sabato 6 dicembre alle ore 11 in Piazza Elena di Gallura, in concomitanza con l’arrivo nel porto di Olbia della nave da crociera Crown Iris, appartenente alla compagnia Mano Maritime. La nave partita da Haifa qualche tempo fa ha già fatto tappa in diversi porti del Mediterraneo, tra cui Catania, Napoli e Civitavecchia.
Nella nota stampa i cittadini promotori dell'inizativa dichiarano l’adesione all’appello di "BDS Italia a sostegno del popolo palestinese vittima di genocidio, contro tutte le manifestazioni del potere e del privilegio sionista che porta avanti questo sterminio con la complicità dei governi occidentali, compreso quello italiano". Si legge ancora "Non accettiamo i continui tentativi di far passare per semplici e innocui degli eventi turistici che nascondono violazioni del diritto internazionale, lasciando potenziali criminali di guerra e cittadini israeliani complici di un sistema di apartheid, liberi di circolare per le nostre strade, mentre in Palestina si consuma un genocidio. Per citare BDS Italia, “Considerando che dal 2023, tra personale militare e riservisti (634.500 persone) almeno il 10% della popolazione israeliana ha prestato servizio nell’esercito israeliano, è concreta la possibilità che persone potenzialmente implicate in crimini di guerra viaggino a bordo dell’imbarcazione in questione". Il sit-in vuole quindi essere un’azione a sostegno della popolazione palestinese e di denuncia verso quelle che definiscono “manifestazioni del potere e del privilegio sionista” legate al turismo internazionale. Gli attivisti sostengono che l’arrivo della Crown Iris non debba essere interpretato come un semplice evento turistico, ma come un passaggio che meriterebbe attenzione sotto il profilo politico e giuridico.
Tra le richieste avanzate figurano la verifica dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio nelle banche dati di sicurezza, il divieto di ingresso in Italia per persone sospettate di crimini di guerra e la collaborazione con la Corte Penale Internazionale per l’individuazione di eventuali soggetti ricercati. Gli organizzatori precisano che tali richieste "non sono in alcun modo un attacco all’identità e alle libertà individuali di un gruppo di persone, e non vogliono costituire una discriminazione su base etnica o culturale, ma costituiscono una presa di coscienza e di responsabilità della cittadinanza Olbiese nei confronti delle atrocità che accadono in Palestina a opera dell’establishment sionista. Non vogliamo che la nostra comunità sia complici in eventi simili, ignorandoli o addirittura guadagnando direttamente o indirettamente da essi".
La nota richiama infine una riflessione più ampia sul modello turistico per la città gallurese, "Olbia è un luogo di pace, è già vittima di una monocoltura turistica che solleva importanti quesiti sul futuro della città. Non può e non deve macchiarsi di questa colpa". Gli attivisti ritengono che il transito della Crown Iris assuma, in questo quadro, un valore simbolico particolarmente rilevante per la comunità locale. Al momento non sono giunte reazioni ufficiali da parte delle istituzioni locali, della Port authority o della compagnia armatrice. È possibile che nelle prossime ore, alla vigilia dell’attracco, il tema possa entrare nel dibattito pubblico cittadino.
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