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Olbia, fermate bus sulla provinciale: scatta la rabbia dei genitori

Dopo un anno, il risultato sono due "pali"

Olbia, fermate bus sulla provinciale: scatta la rabbia dei genitori
Olbia, fermate bus sulla provinciale: scatta la rabbia dei genitori
Angela Galiberti

Pubblicato il 16 September 2021 alle 06:00

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Olbia. Cosa significa delocalizzare le scuole in zona industriale? Non significa solo impoverire i quartieri, ma significa anche creare una marea di difficoltà alle famiglie e, di conseguenza, anche agli studenti e alle studentesse. Lo sanno bene tutti coloro che frequentano la nuova sede distaccata del Liceo Scientifico Mossa di Olbia che, ormai da qualche tempo, sta al Delta Center. L'edificio, di per sé, non presenta particolari problemi: è nuovo, le aule sono grandi, il contesto è pregevole. Il problema non è il Delta Center, ma i servizi pubblici per raggiungerlo.

 La zona industriale olbiese - che si parli di via Capoverde o di Cala Saccaia - non è collegata in modo capillare con il servizio di trasporto pubblico. Mentre per le scuole presenti nel centro urbano si può scegliere indifferentemente una passeggiata o l'atobus, per andare in zona industriale non ci sono molte possibilità: a piedi risulta impraticabile (a meno che non si abiti in via Dei Lidi), con le bici è pericoloso (non c'è mezza pista ciclabile), rimangono solo il bus, il motorino (per chi ce l'ha) e l'auto del genitore (sempre che sia disponibile).

Il problema autobus è molto sentito dalla comunità scolastica: permettere un minore di muoversi in sicurezza è una ricchezza per la città, ed è un'apprensione in meno per i genitori. Purtroppo questa "sicurezza" è un po' da rivedere e vediamo perché.

Anche se parliamo di adolescenti, ci riferiamo  pur sempre a una fascia d'età che prevede la presenza di minorenni dai 14 ai 17 anni. Farli muovere in sicurezza dovrebbe essere una priorità per tutti, a cominciare dagli enti preposti. Non a caso nelle scuole dovrebbe essere attiva la figura del mobility manager che ha proprio il compito di studiare la distribuzione degli studenti sul territorio per organizzare poi gli spostamenti casa-scuola-casa. Per favorire la mobilità a basso impatto, il Governo ha messo sul piatto 450 milioni di euro per i trasporti  e 15 milioni per le scuole che si dotano di mobility manager (scadenza 31 luglio 2021). La prima domanda che ci poniamo è se gli enti locali competenti, scuole comprese, hanno aderito a questi bandi.

La seconda domanda è qual è stato il risultato del lavoro intercorso in questo anno per risolvere la criticità sul trasporto publico locale? Al momento, raggiungere la zona industriale per andare a scuola è un po' una via crucis: le corse non sono molte, così come non sono molte le linee (la 11 e la 4).

Secondo il tabellare Aspo, se un ipotetico studente volesse partire da Corso Vittorio Veneto (fermata IP), avrebbe a disposizione la corsa con cambio delle 07:13 (linea 7 più linea 11), la corsa delle 7:50 (linea 11), la corsa delle 7:51 (linea 6) che però ferma in via dei Lidi e poi si va a piedi senza marciapiede, e infine la corsa delle 08:01 (linea 1 più linea 4) che però arriva alle 08:18 (e si rischia di arrivare in ritardo perché il primo ingresso è alle 8:25). Partendo da via Mameli abbiamo sempre 4 corse: quella delle 7:19 della linea 4, quella delle 7:21 della linea 11, quella delle 7:50 della linea 11, e infine quella delle 08:12 della linea 4 che può farci arrivare in ritardo.

Partendo da via Copenaghen, ci sono altre combinazioni tra la linea 1 e le linee 11 e 4, più una linea 2/S che partendo alle 7:37 arriva alla fermata "Agenzia delle Entrate" alle 8:19.

Se sul fronte frequenze ci si può tutto sommato arrangiare (anche se si potrebbe fare di più, vedasi i fondi messi a disposizione dal governo), sul fronte fermate bisogna aprire un capitolo a parte. Le classi che frequentano il Delta Center sono 12 e molti di questi studenti usano i mezzi pubblici per spostarsi e le fermate che possono utilizzare non sono molte: c'è quella interna in via Capo Verde, ma ci sono quelle su Viale Italia. Le fermate di Viale Italia sono due pali in croce senza senza una pensilina e per di più in una posizione un po' "pericolosa": quasi direttamente sulla provinciale, dove le auto non vanno mai a 30 km/h come dovrebbero.

Non a caso si è costituito un comitato spontaneo ed è stata avviata una raccolta firme indirizzata al presidente del Cipnes, al presidente Aspo, al sindaco di Olbia, all'Assessora alla pubblica di Olbia, al commissario della Provincia di Sassari - Zona Omogenea Olbia-Tempio, al preside del Liceo Mossa.

La raccolta firma è un'istanza di "adeguamento linee di trasporto pubblico locale verso scuola Liceo Scientifico Mossa, succursale via Capo Verde, 1 Delta Center. Nel documeto di legge: "Al fine di garantire il collegamento in entrata in uscita della succursale di recente insediamento di via Capo Verde ad Olbia, si richiede un adeguamento delle linee di trasporto pubblico locale alle esigenze di mobilità degli studenti e ridurre il più possibile le difficoltà legate alla posizione particolarmente disagevole (lontano dal centro, ubicato in zona industriale, senza alcun collegamento pedonale, servito da due sole linee di bus a bassissima frequenza, elevato numero di studenti pendolari), assicurare la puntuale entrata dei ragazzi a scuola, ridurre la disparità rispetto agli studenti della sede centrale, garantire lo svolgimento di attività extrascolastiche dei ragazzi (sport, musica, ect) e permettere un sereno svolgimento dell’anno scolastico. Certi della vostra sensibilità alle nostre istanze si attende un celere confronto al fine di risolvere le problematiche evidenziate".

Le famiglie sono sul piede di guerra e sono in attesa di azioni concrete.