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Meloni contro Chessa: tutta la cultura merita rispetto

Continuano a far discutere le dichiarazioni dell'assessore regionale al Turismo

Meloni contro Chessa: tutta la cultura merita rispetto
Meloni contro Chessa: tutta la cultura merita rispetto
Olbia.it

Pubblicato il 15 July 2022 alle 11:41

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Cagliari. Continuano a far discutere le dichiarazioni dell'assessore regionale a Turismo Chessa che, rispondendo a Paolo Fresu, ha asserito che la cultura sarda è rappresentata più dalle launeddas che dal jazz. Sul caso interviene il consigliere regionale Giuseppe Meloni (Pd).

"Dopo le polemiche sul bando click day dello scorso anno finite davanti al Consiglio di Stato che ha decretato la ragione per i ricorrenti (Paolo Fresu e altri), quest’anno l’assessore Chessa si è preparato e ha prima presentato una delibera articolata - licenziata dalla V commissione del Consiglio Regionale con parere positivo a maggioranza - e poi ha emanato il bando conseguente, sulla base della Legge 7/55, non un bando caratterizzato dal principio "chi prima arriva più prende" di triste memoria ma, scrive l’Assessore, un bando “valutativo e meritocratico”, laddove la concessione dei contributi risulta legata ad un “criterio” oggettivo e apparentemente pieno di buone intenzioni: destagionalizzare i flussi turistici, valorizzare il turismo esperienziale, quello legato alle feste religiose e identitarie, esaltare il canto a tenore e a chitarra, riconosciuti patrimonio dell’Unesco", afferma Meloni.

"Gli eventi calendarizzati in bassa stagione o nelle stagioni di “spalla”, sulla base dei criteri messi nero su bianco, ricevono il punteggio massimo, così come quelli svolti nei piccoli paesi. Vengono però duramente penalizzati i grandi eventi estivi, i festival musicali con storia pluridecennale che attraggono quel turismo “di segmento” che comunque innerva di presenze i luoghi, contribuendo non poco all’economia locale e all'esportazione di una immagine certamente positiva dell'Isola, differente dallo stereotipo "spiaggia e mare". Paolo Fresu, fondatore di quello che possiamo definire il più importante festival musicale della Sardegna, é intervenuto sul tema non per discutere il valore delle diverse manifestazioni, non semplicemente per contestarne i criteri, ma per evidenziare come questi rispondano, ed è evidente a tutti, a strategiche scelte politiche di questa maggioranza", continua l'esponente del Pd.

"A guardare la programmazione delle somme, complessivamente pari a oltre 30 milioni nel triennio, siamo tornati all'assunto "con la cultura non si mangia", smentito dalla storia e dalla logica; risulta infatti esigua la somma destinata allo spettacolo e alla cultura, solo 400.000 euro per ciascun anno. La risposta dell’assessore, che dichiara alla stampa che la musica per lui sono “canto a tenores e launeddas e non tromba e jazz” rende evidente come ancora bruci la sentenza sul bando dello scorso anno e come la mentalità di qualche rappresentante istituzionale sia vendicativa e incurante della brutta figura urbi et orbi inflitta di nuovo e ancora alla Sardegna. Occorre infine evidenziare e stigmatizzare, come già fatto anche nell'aula del consiglio regionale nel mese di ottobre dello scorso anno, quella che purtroppo è divenuta ormai una consuetudine di questo assessorato regionale; ossia l'intempestività che caratterizza da qualche anno a questa parte la pubblicazione del bando di cui alla legge 7. Il bando 2022 é stato infatti pubblicato giusto qualche giorno fa, con scadenza 10 agosto, e la graduatoria provvisoria non sarà prevedibilmente disponibile prima di novembre. È del tutto evidente come tutto questo non consenta ad un operatore serio di poter programmare al meglio le proprie attività, posto che sarà costretto ad anticipare le risorse necessarie senza avere peraltro garanzia alcuna di rimborso", conclude Meloni.