Olbia, 02 dicembre 2019 - I dieci giorni, intensissimi, dedicati al linguaggio di genere e alle discriminazioni sessiste si stanno per concludere. In concomitanza con il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Olbia si è concentrata su una serie di eventi dedicati proprio a questo tema e alle sue mille sfumature. L'associazione che più di tutte ha caratterizzato questi dieci giorni è stata sicuramente
Giulia Giornaliste che, per la prima volta, è approdata a Olbia con una serie di eventi. Il primo al Liceo Classico, in collaborazione con la
Fidapa e la
Procura di Tempio. Oggetto dell'incontro, il l
inguaggio di genere nei media: la relazione è stata tenuta dalla giornalista olbiese
Caterina De Roberto, membro del Consiglio nazionale di Giulia Giornaliste. Al suo fianco il Procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, che ha illustrato il "codice rosso" e le iniziative intraprese dalla Procura. Degno di nota anche il lavoro compiuto da un gruppo di studentesse e studenti del Gramsci. Il secondo evento targato Giulia Giornaliste è stata la pièce teatrale "
La conosci Giulia" in collaborazione con il circuito Cedac. Lo spettacolo teatrale, scritto grazie alle
testimonianze delle giornaliste aderenti all'associazione, ha registrato il tutto esaurito strappando risate di cuore e qualche sorriso amaro. Tutto si svolge in una redazione, guidata da una donna poiché il direttore (maschio) è impossibilitato a dirigere. Tra sketch, battute al vetriolo, esibizioni canore e personaggi improbabili (magistrali le
Lucido Sottile), le giornaliste e i giornalisti svelano e stracciano - uno a uno - gli stereotipi di genere che ammorbano le famiglie e i luoghi di lavoro. Stereotipi malsani e sbagliati che impediscono alle
donne di realizzarsi (o, per meglio dire, le costringono a salti mortali letterali e metaforici) e che costringono gli
uomini, benché da una posizione di privilegio, a non essere compiutamente loro stessi perché legati - in un abbraccio mortale - dai lacci e i lacciuoli della mascolinità tossica patriarcale. "Lo spettacolo, a grande richiesta, gira la Sardegna perché è una proposta culturale di
estrema attualità, grazie a un approccio nuovo che svecchia il linguaggio e che rende i testi, scritti dalle giornaliste, accattivanti e profondi, perché frutto di esperienze personali", spiega
Susi Ronchi (coordinatrice Giulia Sardegna). [caption id="attachment_165411" align="aligncenter" width="337"]
Susi Ronchi, Giulia Giornaliste Sardegna[/caption] "Io credo che il gradimento del pubblico sia intimamente legato al valoredi queste testimonianze, raccolte in una proposta teatrale che ha tutte le caratteristiche pedagogico-didattiche e che al contempo commuove e diverte”, conclude la giornalista. Dopo la riflessione e le risate, ecco il momento di studio dedicato sempre al linguaggio, ma con una sfumatura diversa (ma sempre legata alle discriminazioni). Il 6 dicembre, all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia, si svolgerà il corso di formazione per giornalisti intitolato "
La disabilità nella comunicazione". Un momento importante per capire come raccontare la disabilità senza inutili pietismi.