Thursday, 02 May 2024
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Pubblicato il 10 March 2020 alle 10:13
Olbia, 10 marzo 2020 - Olbia come zona rossa prima che la "zona rossa" nazionale (ora chiamata zona protetta) fosse proclamata. Tutto per cerca di impedire la diffusione del coronvirus Covid-19.
Tutto è successo ieri, a partire dall'annuncio della direttrice dell'Hilton, Ramona Cherchi: hotel chiuso fino al 31 marzo.
Dalle ore 16 in poi, è come se uno tsunami di "energia" e consapevolezza avesse travolto la città.
Gli imprenditori olbiesi, ognuno per settore, si confrontano tra loro. Messaggi e telefonate corrono veloci e, come nel gioco del domino, ognuno inizia a dare un segnale all'altro.
La città si ferma. Si ferma la movida con i locali più frequentati dai giovani che in questi giorni non avevano mai smesso di lavorare. Gregorio, Stalingrado, Principe Umberto, Devil Kiss, Swap, Bellavista, Plaisirs e così via: tutti con le serrande abbassate.
In contemporanea, ecco i ristoranti: ad aprire le danze è il ristorante Su Lionzu, a cascata tutti gli altri compresi i ristoranti etnici a partire da Yoku.
E poi, tutto il resto con Careddu Parrucchieri che, dal centro storico di Olbia, chiude tutto seguendo i colleghi della ristorazione e della ricettività.
Iniziano a fermarsi anche i negozi, come Filò Arte Sarda.
Da Olbia un insegnamento per tutti: dove non arriva lo Stato ci arriva il cittadino. Forza, ci risolleveremo più forti di prima: la città felice non molla.
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