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Cronaca

Allarme Sardegna: si va verso lo spopolamento

Allarme Sardegna: si va verso lo spopolamento
Allarme Sardegna: si va verso lo spopolamento
Laura Scarpellini

Pubblicato il 06 November 2019 alle 15:31

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Olbia, 6 novembre 2019 - Da quanto risulta dalle recenti ricerche e studi effettuati dagli istituti più accreditati, la nostra magnifica isola pare purtroppo essere destinata ad un sicuro spopolamento.

La non rosea previsione è stata appena pubblicata in un rapporto dello Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno.

E così il rigoroso rapporto "L’economia e la società nel Mezzogiorno", è approdato alla Camera, fornendo un quadro poco rassicurante del nostro Pese. La proiezione della Sardegna nel 2065 la vedrà con poco più di 1.181.774 abitanti,esattamente 466.402 in meno rispetto agli attuali 1.648.176. Pare ormai un dato certo che l'Italia risulti essere tra i Paesi più vecchi al mondo, e il nostro Mezzogiorno si trova a dover far fronte ad una delle crisi demografiche più forti e durature del mondo occidentale.

Il tasso di natalità purtroppo è pari al 5,7 mentre quello di mortalità nazionale risulta essere pari al 9,9. Inoltre la fuga di tanti giovani dalla nostra terra pare essere un dato determinante, come la costante perdita dei giovani laureati che in Sardegna si attesta ad un 28%.

Prendendo in esame il mercato del lavoro però a quanto pare la nostra Isola si è meglio difesa rispetto alle altre regioni del sudItalia, anche se l'occupazione nella media dei primi due trimestri del 2019 è in calo inAbruzzo, Campania, Calabria e Sicilia, mentre cresce sensibilmente in Molise, Puglia, Basilicata e, soprattutto, Sardegna.

L’andamento dell’economia nazionale registra tuttavia nel quadriennio 2015-2018 una debole ripresa che ha riguardato quasi tutte le regioni italiane, pur mantenendo andamenti molto diversi a livello territoriale. Basti prendere in considerazioni i dati del 2018 che vedono Abruzzo, Puglia e Sardegna quali le regioni meridionali che hanno fattoregistrare il più alto tasso di crescita, rispettivamente +1,7 per cento, +1,3 e +1,2.

Qualche accenno di timida ripresa c'è e va incoraggiato forse con una maggiore intraprendenza da parte delle istituzioni locali e non solo che devono quindi fare leva sui nuovi impulsi locali incoraggiandone lo sviluppo. Ancora la partita è aperta, soprattutto per l'operosa Sardegna.