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Cronaca

Stagione estiva alle porte, i siti archeologici ancora abbandonati

Stagione estiva alle porte, i siti archeologici ancora abbandonati
Stagione estiva alle porte, i siti archeologici ancora abbandonati
Olbia.it

Pubblicato il 22 May 2011 alle 14:06

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[caption id="attachment_2027" align="alignnone" width="580" caption="Tratto delle mura puniche di via Torino"] [/caption]

La stagione estiva è alle porte, ma Olbia si appresta ad accogliere l’ingente flusso turistico con il solito volto. Durante l’ultima campagna elettorale dai toni bellici, si è detto tanto sul futuro di una città dalle potenzialità poco sfruttate. Da decenni, ormai, si dibatte sul tema relativo alla salvaguardia dei beni storici e archeologici, ma nessun efficiente piano di tutela è stato mai intrapreso dalle amministrazioni succedutesi alla guida della città. I fondi impiegabili, come dichiarato in passato dalle varie direzioni comunali, sono effettivamente pochi. Un fattore aggravato, forse, da una limitata propensione alla tutela di un patrimonio storico di carattere eccezionale. Eppure, sia dal punto di vista culturale che turistico, l’importanza della salvaguardia dei beni archeologici è alquanto scontata. Olbia è una città ricca di storia, gli straordinari reperti rinvenuti durante i continui lavori del centro storico ne sono una prova. Spesso, a causa di motivi di viabilità e di circolazione, si è stati costretti nel seppellire nuovamente quei remoti resti. Una sorte certamente poco degna è toccata, inoltre, ai numerosi siti che godono della luce del sole. Il loro stato attuale è usurpato dalla negligenza e dalla noncuranza. Sembrano scrutare imperterriti il continuo susseguirsi degli anni, relegati come inutili testimonianze di un tempo millenario. Fortunatamente, l’invidiabile struttura museale, da qualche settimana, è finalmente aperta al pubblico. Le visite sono in crescita, ma forse è ancora poco. Il tutto non rende certamente lustro alle potenzialità poco sfruttate della città.

LE MURA PUNICHE – I resti della cinta muraria della città, fatta risalire al IV secolo a.C., sono l’emblema della noncuranza. I grandi massi siti presso via Torino, sono oggetto di atti vandalici compiuti da giovani armati di bombolette spray. Fanno da sfondo a graffiti di discutibile bellezza e a frasi d’amore che qualche giovane ha dedicato alla propria fidanzata. La segnaletica è inesistente, mentre i faretti dell’illuminazione notturna sono bersaglio dell’inciviltà. Il tutto condito da cumuli di rifiuti.

ACQUEDOTTO ROMANO – Sembrano mucchi di macerie lasciati lì da qualche impresa edile. I resti dell’acquedotto romano di via Canova, edificato tra il I° e il II° secolo d.C., sono in completo stato di abbandono. Si presentano, nascosti tra le erbacce, come calcinacci senza alcuna importanza. Nessun cartello informativo indica la presenza del sito archeologico.

OFFICINE PUNICHE – Stesso tributo goduto dalle officine puniche di via Nanni. Si scorge la presenza dei ruderi tra l’erba alta e i rifiuti. Anche in questo caso, nessuna segnaletica illustra la storia e la funzione delle costruzioni di età punica.

NURAGHE BELVEGHILE - Il territorio di Olbia, come del resto l’intera isola, è disseminato di nuraghi. Il nuraghe Belveghile è il simbolo della Storia schiaffeggiata dall’uomo del XX° secolo. È occultato da un viadotto, presso Olbia Nord, costruito negli anni Ottanta. È un villaggio di fondamentale rilevanza, ma nascosto, oltre che dalla struttura in cemento armato, dai soliti rifiuti e cespugli.

POZZO SACRO DI CUGNANA – Meno noto del “gemello” di Sa Testa, il pozzo sacro sito presso Cugnana, alle porte della Costa Smeralda, è in completo stato di abbandono. Il tentativo di valorizzazione portato avanti qualche anno fa è completamente vanificato dalla noncuranza.

CASTELLO DI SA PAULAZZA - Il castello medievale di “Sa Paulazza” oggi appare occultato dalla fitta vegetazione. Anche se in parte distrutto dal cinismo del tempo, è ancora visibile sia la torre sud-orientale che il muro di cinta. L’accesso, però, è difficilmente praticabile. Infatti, non esiste alcun sentiero, se non quello percorso da qualche cacciatore, che colleghi il castello alla strada sterrata sottostante il colle. La presenza di cartelli informativi o di indicazioni relative alla storia del sito, inutile dirlo, è inesistente.