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Cronaca

Sempre meno servizi pubblici. Fp Cgil: serve mobilitazione

Sempre meno servizi pubblici. Fp Cgil: serve mobilitazione
Sempre meno servizi pubblici. Fp Cgil: serve mobilitazione
Olbia.it

Pubblicato il 07 October 2015 alle 20:46

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Olbia, 07 Ottobre 2015 - Lo Stato sta abbandonando la Gallura: sempre meno servizi, meno presidi, tagli orizzontali e, adesso, anche riorganizzazioni regionali. Su questo tema Luisella Maccioni, segretario territoriale della CGIL Funzione Pubblica, ha scritto una lettera aperta indirizzata a cittadini e stakeholders del territorio. Secondo Luisella Maccioni, serve una grande mobilitazione in Gallura.

La Gallura è al centro di una complessa riorganizzazione della Pubblica Amministrazione in Sardegna: la chiusura della Provincia Olbia-Tempio, la riorganizzazione della geografia giudiziaria, l’idea della cancellazione della Asl Gallurese, il depotenziamento di buona parte degli Uffici Statali e altre iniziative nazionali e regionali stanno riducendo la presenza dello Stato e quindi delle coperture sociali che quegli uffici garantivano, demandando ai vari Comuni la gestione dello stato sociale e quindi addossando ancor di più sugli Enti Locali responsabilità e compiti spesso impropri. In questo turbinio di tagli e di riorganizzazioni ci si trova, tra l’altro, ad assistere non solo al collasso dello stato sociale ma anche al calo di occupazione che la chiusura o la rimodulazione dei servizi comporta, e contestualmente ad una riduzione delle coperture sociali che venivo offerte. In quanto è banale affermare che un servizio funziona se vi è qualcuno che lo fa funzionare.

Ed è per questo che la Funzione Pubblica Cgil sostiene da tempo che debba partire proprio dalla Gallura una iniziativa che ribalti il concetto che ormai si sta affermando, anche in Sardegna, che è quella dello smembramento dei servizi pubblici e della conseguente mobilità del personale, partendo da un Ente simbolo che fino ad oggi, nonostante innumerevoli difficoltà, ha garantito quel minimo di coperture sociali che hanno permesso al nostro territorio di resistere nonostante la crisi: quindi l’Inps un Ente che riveste un alto valore di garanzia per la popolazione gallurese, ma che l’insipienza di scelte politico organizzative nazionali sta spegnendo.

È l’ennesimo tassello dell’abbandono da parte dello Stato di servizi primari pubblici in Gallura, ed è la conseguenza di una serie di riforme contro il lavoro pubblico che nella sostanza disegna un ripiegamento e un abbandono e uno svuotamento degli Uffici Pubblici nei territori periferici. Si tratta perciò di mettere in piedi delle forti iniziative in grado di dare risposte, mirate non solo al mantenimento e al potenziamento dell’Ente ma anche ad una riproposizione politica ed unitaria del territorio che sia anche in grado di risolvere i profondi problemi sociali, politici ed economici che sta attraversando la Gallura.

E questo tema che si interseca e diventa stringente nel divenire dei nuovi assetti del sistema della Autonomie Locali sardo, deve essere fondamentale perché in un dibattito che vede, nelle proposte e nelle idee una riduzione delle coperture sociali non è pensabile un ulteriore abbattimento delle prestazioni di garanzia che un Ente come l’Inps da. Come non è possibile che buona parte del mondo politico gallurese sia silente all’ennesimo depauperamento degli Uffici Pubblici in Gallura. E allora continuiamo a proporre e a sostenere la necessità di un grande confronto e di una grande mobilitazione sul sistema dei servizi pubblici in Gallura. Perché è del tutto evidente che le riforme che oggi stanno percorrendo la Sardegna contengono alcuni elementi di ristringimento degli spazi di stato sociale e di democrazia e che quindi gli Enti come i Comuni o le Asl,le Agenzie come l’Inps o l’Inail, che rappresentano da sempre i primi referenti per i cittadini, no possono più essere abbandonati o stravolti.

Quindi rilanciamo noi, come sindacato e come forze sociali, la sfida del cambiamento traducendo in fatti concreti le esigenze dei cittadini e le urgenze dei lavoratori. Siamo consapevoli di avere buone idee e di offrire spunti preziosi sui provvedimenti che a nostro giudizio sono sbagliati o insufficienti, in un quadro partecipativo che veda coinvolti, non solo i politici o i burocrati, che apra una stagione di discussione sul funzionamento del sistema di coperture sociali e dei servizi che sono necessari a questo territorio.

Luisella Maccioni