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Cronaca

Sardegna, Rt a 1.1: rischio chiusure mirate

Sardegna, Rt a 1.1: rischio chiusure mirate
Sardegna, Rt a 1.1: rischio chiusure mirate
Olbia.it

Pubblicato il 16 October 2020 alle 19:15

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Olbia, 16 ottobre 2020 - Nell'ultimo monitoraggio reso pubblico dal Ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità, la Sardegna ha un indice di trasmissibilità (Rt) superiore a 1: per l'esattezza, l'Rt è pari a 1,1 ed è salito rispetto alle settimane i cui i contagi erano pochi.

Ciò pone la Sardegna in una condizione potenzialmente rischiosa per quanto riguarda possibili chiusure mirate. Il Comitato tecnico-scientifico che supporta il Governo ha indicato, per le zone con Rt superiore a 1, delle chiusure mirate su punti di aggregazione, circoli, palestre, esercizi commerciali non essenziali.

Il Ministero della Salute scrive: "Si invitano le Regioni/PA, in raccordo con il Ministero della Salute, a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e divalutare il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle areemaggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo fornite nel documento Prevenzione erisposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernaletrasmessa conCircolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732".

Riguardo i contagi, il Ministero e l'ISS analizzano i dati del periodo 5-11 ottobre rispetto a quello precedente. "Questa settimana sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, ma latrasmissione intra -scolastica rimane complessivamente una dinamica di trasmissione limitata: 3,8% di tutti i nuovi ifocolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione.Tuttavia, le attività extra - scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste. Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi fuori delle catene di trasmissione note. Questa settimana le Regioni/PPAA hanno riportato 9.291 casi dove non si è trovato un link epidemiologico (vs 4.041 la settimana precedente), che comprende il 33% di tutti i casi segnalati nella settimana. Questa settimana, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate (4.519 vs 3.287 in area medica, 420 vs 303 in terapia intensiva nei giorni 11/10 e 4/10, rispettivamente) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune Regioni/PPAA sopra 10%in entrambe aree".

E ancora: "Il tracciamento dei casi e dei loro contatti e la conseguente riduzione nei tempi tra l’inizio della contagiosità el’isolamento restano elementi fondamentali per il controllo della diffusione dell’infezione che devono essereassolutamente perseguiti.L’aumento di focolai e di casi non associati a catene di trasmissione evidenzia la criticità nell’impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati. È importante ilrafforzamento dei servizi territoriali, attraverso uncoinvolgimento straordinariodi risorse professionali di supporto e anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici come la “app” Immuni, nelle attività didiagnosi e ricerca dei contatti in modo da identificare precocemente tutte le catene di trasmissione e garantire una efficiente gestione, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l'isolamento immediato dei casi secondari".

Per il Ministero ci sono significativi segnali di allerta. "Si evidenzia unanuova fase epidemiologicacon un aggravio del lavoro dei servizi territoriali che potrebbe riflettersi inbreve tempo in unsovraccarico dei servizi assistenziali. Si raccomanda alla popolazione di prestare particolare attenzione al rischio di contrarre l’infezione in tutti i casi di mancato rispetto delle misure raccomandate. Si invita a rispettare tutte le norme comportamentali previste di prevenzione dellatrasmissionedi SARS-CoV-2, in particolare nei confronti di fasce di popolazione più vulnerabili".