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Cronaca

Artigianato, 9000 lavoratori fantasma: "abusivismo devasta comparto"

Artigianato, 9000 lavoratori fantasma:
Artigianato, 9000 lavoratori fantasma:
Olbia.it

Pubblicato il 19 March 2018 alle 10:47

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Olbia, 19 marzo 2018 -In Sardegna due imprese artigiane su tresoffrono la concorrenza sleale del sommerso. Migliaia di “non imprese”e oltre 9mila i “lavoratori fantasma”. Matzutzi e Mameli.“L’abusivismo è una cancrena che sta devastando il comparto”.Edilizia, servizi alla persona e artistico i settori più colpiti.Plauso per la commissione del Consiglio Regionale per tutelare leimprese.

In Sardegna, due imprese artigiane su tre, il 65,3% di quelleregolari, soffrono la concorrenza sleale delle aziende in nero e“sommerse”. Il tutto si traduce in 23.222 imprese artigiane regolarisarde, delle 35.562 registrate negli Albi, che, rispettando le leggi epagando le tasse, devono “combattere” contro un numero imprecisato di“non imprese”, che operano fuorilegge e in modo scorretto efraudolento. Stessa sorte tocca ai dipendenti regolari: ognuno di loro competequotidianamente contro 1,4 “occupato non regolare”. Per questo, icirca 56mila occupati regolari artigiani, ogni giorno, devonocombattere un vero e proprio “esercito” di quasi 9mila lavorantisconosciuti a tutti, che si traduce nel 15,4% del totale della forzalavoro del settore. Sono questi gli allarmanti dati del dossier “L’Artigianatomaggiormente esposto alla concorrenza sleale del sommerso”, realizzatodall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI su dati ISTATe UnionCamere-Infocamere al 31 dicembre 2017. “Il lavoro sommerso è una cancrena che sta portando alla devastazione tutto l’artigianato – commenta Antonio Matzutzi, Presidente diConfartigianato Imprese Sardegna – una situazione che o la si combatteancora più duramente oppure potrebbe condannare migliaia di impresealla chiusura in pochi anni”. “Nessuno deve più tollerare le attivitàirregolari come se fossero, in qualche modo, legittime anche setalvolta necessarie per la sopravvivenza di molte famiglie – continuaMatzutzi – perché il fenomeno è una grave minaccia soprattutto per gliartigiani e per le piccole imprese: noi piccoli siamo le prime vittimedella concorrenza sleale di chi lavora senza rispettare le leggi”. Tra i vari settori, le costruzioni sono le più colpite con 13.148imprese esposte alla concorrenza sleale, ovvero il 56,6% dell’interocomparto. Seguono le imprese di servizi alla persona e benessere(parrucchieri, estetisti, ecc) con 4.312 realtà, in rappresentanza del18,6% del settore, 2.589 imprese di trasporti e facchinaggio(l’11,1%). Seguono i servizi di alloggio e ristorazione, le imprese dicomunicazione e informazione, l’agricoltura e la pesca,l’autoriparazione, l’istruzione, la fabbricazione di prodotti chimicie l’industria estrattiva. Tra le province, 8.713 imprese esposte alla concorrenza sleale sitrovano a Cagliari (di cui ben 4.425 imprese dell’edilizia), segueSassari con 8.411 realtà (di cui 4.949 edili), poi Nuoro con 4.156(2.630 edili) e Oristano con 1.942 (1.144 costruzioni). “L’abusivismo è strettamente collegato alla crisi ma non deve esseretollerato – commenta Stefano Mameli, Segretario Regionale diConfartigianato Sardegna – uno dei settori particolarmente a rischio,oltre l’edilizia, è quello dei parrucchieri ed estetiste, spesso exdipendenti licenziati che continuano ad esercitare a casa loro, poi cisono idraulici ed elettricisti che arrotondano anche se non prestanopiù i loro servizi ufficialmente. Ci sono anche dipendenti in mobilità oi fruitori di ammortizzatori sociali. Questo esercito di abusivi,non solo fa concorrenza sleale alle imprese regolari ma determina unarilevante evasione fiscale e contributiva”.

“Poi ci sono gli“hobbisti” che proliferano nell’artigianato artistico, quelli che ognigiorno colpiscono duramente il lavoro dei piccoli imprenditoriregolari – prosegue Mameli - sono i finti artigiani, i furbetti che sispacciano per ceramisti, tessitori, fabbri ma che di regolare nonhanno nulla. Niente tasse, nè contributi, nessuna autorizzazione opermesso, gli abusivi sottraggono risorse allo Stato, fannoconcorrenza sleale ai veri imprenditori, danneggiano i consumatori.Una piaga endemica nel nostro Paese, che in questi ultimi anni è increscita costante”.

Per questo Confartigianato Imprese Sardegna plaude l’istituzione dellaCommissione speciale del Consiglio Regionale sulla situazione delleimprese dell'artigianato e del commercio. “Ben vengano iniziative come questa – sottolineano Matzutzi e Mameli –siamo assolutamente favorevoli e, come sempre accaduto, siamo pronti afare la nostra parte in rappresentanza delle oltre 35mila impreseartigiane che, ogni giorno, combattono il sommerso, l’abusivismo, laburocrazia e l’eccessiva tassazione. Attendiamo solo la chiamata daparte della Politica Regionale. Vogliamo e dobbiamo tutelare gliartigiani regolari, quelli che sono quotidianamente impegnati acontrastare l’illegalità che li colpisce due volte, nel reddito e dacontribuenti onesti ciò che sta accadendo nella nostra regione è moltopreoccupante sia per l’economia, continuamente danneggiata, sia pertutte le imprese e i cittadini onesti, che pagano le tasse erispettano le leggi”. “Infatti, oltre che con tributi e burocrazia gliartigiani devono confrontarsi pure con la concorrenza sleale chesottrae clienti e importanti fette di mercato”. Per Confartigianato Sardegna “la concorrenza sleale del sommerso va aldi là del lavoretto fatto in casa da chi non emette fattura. E’ unfattore di blocco dello sviluppo che spiazza le imprese onesteattraverso diversi meccanismi e nel dettaglio: le imprese che evadonopossono mantenere prezzi più bassi e mettono fuori mercato le impreseregolari con analoghe funzioni di produzione; la minore competitivitàdelle imprese regolari può rendere ‘più conveniente’ attivare azionidi evasione fiscale: nel lungo termine tendono a sopravvivere impresemarginali mentre le imprese solide si avvicinano progressivamente allamarginalità; l’evasione a valle genera fondi extra contabilirealizzati con i ricavi ‘in nero’ utilizzati per acquisti nondocumentati che diffonde ed allarga la portata del fenomeno;l’evasione fiscale tende a mantenere il gap tra le aliquote fiscalipagate dalle imprese in regola e le imprese che evadono, dato che ilmancato gettito rende difficile politiche fiscali espansive tramite lariduzione delle aliquote fiscali; non si amplia la dimensione delleaziende: le imprese che evadono hanno una minore propensioneall’investimento e all’ampliamento del volume d’affari e nel contempospiazzano gli investimenti delle imprese che non evadono e che nontrovano redditività adeguata per l’ampliamento delle dimensioniaziendali”. “Vogliamo e dobbiamo tutelare gli artigiani regolari, quelli che sonoquotidianamente impegnati a contrastare l’illegalità che li colpiscedue volte, nel reddito e da contribuenti onesti – sottolinea Mameli -ciò che sta accadendo nella nostra regione è molto preoccupante siaper l’economia, continuamente danneggiata, sia per tutte le imprese ei cittadini onesti, che pagano le tasse e rispettano le leggi”.

Infatti, oltre che con tributi e burocrazia – continua il Segretario– gli artigiani devono confrontarsi pure con la concorrenza sleale chesottrae clienti e importanti fette di mercato”.

Questo fenomeno – concludono Matzutzi e Mameli – va combattuto inmaniera strutturale, intervenendo su tutto ciò che ostacola lacorretta attività delle imprese che lavorano regolarmente, per esempioil carico tributario e contributivo troppo elevato, l’eccesso diburocrazia. E’ necessario intervenire con urgenza e in modo pesante:le imprese hanno necessità di risposte e fatti concreti”.