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Pubblicato il 19 March 2018 alle 10:47
Olbia, 19 marzo 2018 -In Sardegna due imprese artigiane su tresoffrono la concorrenza sleale del sommerso. Migliaia di “non imprese”e oltre 9mila i “lavoratori fantasma”. Matzutzi e Mameli.“L’abusivismo è una cancrena che sta devastando il comparto”.Edilizia, servizi alla persona e artistico i settori più colpiti.Plauso per la commissione del Consiglio Regionale per tutelare leimprese.
“Poi ci sono gli“hobbisti” che proliferano nell’artigianato artistico, quelli che ognigiorno colpiscono duramente il lavoro dei piccoli imprenditoriregolari – prosegue Mameli - sono i finti artigiani, i furbetti che sispacciano per ceramisti, tessitori, fabbri ma che di regolare nonhanno nulla. Niente tasse, nè contributi, nessuna autorizzazione opermesso, gli abusivi sottraggono risorse allo Stato, fannoconcorrenza sleale ai veri imprenditori, danneggiano i consumatori.Una piaga endemica nel nostro Paese, che in questi ultimi anni è increscita costante”.
Per questo Confartigianato Imprese Sardegna plaude l’istituzione dellaCommissione speciale del Consiglio Regionale sulla situazione delleimprese dell'artigianato e del commercio. “Ben vengano iniziative come questa – sottolineano Matzutzi e Mameli –siamo assolutamente favorevoli e, come sempre accaduto, siamo pronti afare la nostra parte in rappresentanza delle oltre 35mila impreseartigiane che, ogni giorno, combattono il sommerso, l’abusivismo, laburocrazia e l’eccessiva tassazione. Attendiamo solo la chiamata daparte della Politica Regionale. Vogliamo e dobbiamo tutelare gliartigiani regolari, quelli che sono quotidianamente impegnati acontrastare l’illegalità che li colpisce due volte, nel reddito e dacontribuenti onesti ciò che sta accadendo nella nostra regione è moltopreoccupante sia per l’economia, continuamente danneggiata, sia pertutte le imprese e i cittadini onesti, che pagano le tasse erispettano le leggi”. “Infatti, oltre che con tributi e burocrazia gliartigiani devono confrontarsi pure con la concorrenza sleale chesottrae clienti e importanti fette di mercato”. Per Confartigianato Sardegna “la concorrenza sleale del sommerso va aldi là del lavoretto fatto in casa da chi non emette fattura. E’ unfattore di blocco dello sviluppo che spiazza le imprese onesteattraverso diversi meccanismi e nel dettaglio: le imprese che evadonopossono mantenere prezzi più bassi e mettono fuori mercato le impreseregolari con analoghe funzioni di produzione; la minore competitivitàdelle imprese regolari può rendere ‘più conveniente’ attivare azionidi evasione fiscale: nel lungo termine tendono a sopravvivere impresemarginali mentre le imprese solide si avvicinano progressivamente allamarginalità; l’evasione a valle genera fondi extra contabilirealizzati con i ricavi ‘in nero’ utilizzati per acquisti nondocumentati che diffonde ed allarga la portata del fenomeno;l’evasione fiscale tende a mantenere il gap tra le aliquote fiscalipagate dalle imprese in regola e le imprese che evadono, dato che ilmancato gettito rende difficile politiche fiscali espansive tramite lariduzione delle aliquote fiscali; non si amplia la dimensione delleaziende: le imprese che evadono hanno una minore propensioneall’investimento e all’ampliamento del volume d’affari e nel contempospiazzano gli investimenti delle imprese che non evadono e che nontrovano redditività adeguata per l’ampliamento delle dimensioniaziendali”. “Vogliamo e dobbiamo tutelare gli artigiani regolari, quelli che sonoquotidianamente impegnati a contrastare l’illegalità che li colpiscedue volte, nel reddito e da contribuenti onesti – sottolinea Mameli -ciò che sta accadendo nella nostra regione è molto preoccupante siaper l’economia, continuamente danneggiata, sia per tutte le imprese ei cittadini onesti, che pagano le tasse e rispettano le leggi”.“Infatti, oltre che con tributi e burocrazia – continua il Segretario– gli artigiani devono confrontarsi pure con la concorrenza sleale chesottrae clienti e importanti fette di mercato”.
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