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Regione, usi civici e terre collettive: ecco tutti i dettagli

Regione, usi civici e terre collettive: ecco tutti i dettagli
Regione, usi civici e terre collettive: ecco tutti i dettagli
Olbia.it

Pubblicato il 02 December 2017 alle 13:20

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Olbia,04 Dicembre 2017- L'Assessorato regionale dell'Agricolturaha per la prima volta in tanti anni preso una posizione ufficiale, rispondendo (nota prot. n. 21622 del 22 novembre 2017) all'istanza (31 ottobre 2017) inoltrata dalGruppo d'Intervento Giuridico onlusper ilrecuperoai rispettividemani civici(art. 22 dellalegge regionale n. 12/1994e s.m.i.) dimigliaiadiettari di terreni a uso civico occupati illegittimamentedaPrivati e daSocietà immobiliarie l'emanazione dei provvedimenti diaccertamento di ben 120 demani civicirientranti in altrettanti Comuni, nonché larazionalizzazione delle terre collettive(artt. 36-41 dellalegge regionale n. 11/2017).

Infatti, inSardegnasono stati accertatidemani civiciin ben236 Comunisui 377[1], in altri 120 il provvedimento di accertamento è pronto, ma non è stato promulgato (in 22 Comuni non sono stati riscontrati diritti di uso civico), complessivamente 4-500 mila ettari. Dopo una lunga disamina sulla normativa e sulle procedure di accertamento dei demani civici (terreni di origine feudale o ademprivile, terreni di antico possesso), è stato dichiarato che "nel 2012 l'Amministrazione regionale ha finito di acquisire le relazioni tecniche relative a quasi tutti i Comuni per i quali fino ad allora non era stato ancora adottato il provvedimento amministrativo di accertamento sugli usi civici o la dichiarazione di non esistenza di usi civici. ... per alcuni Comuni è stata acquisita la sola relazione di inventario, sul presupposto che l'accertamento amministrativo fosse già stato compiuto dal Commissario degli usi civici, mentre in effetti tale accertamento era solo parziale in quanto relativo a diritti di uso civico in favore di residenti in altri Comuni".

Neldicembre 2016(deliberazioni Giunta regionalen. 65/34 del 6 dicembre 2017en. 69/16 del 23 dicembre 2016) lecompetenze in materia di accertamento dei demani civicisono state delegate all'Agenzia Argea Sardegna, avvalendosi "delle relazioni tecniche specialistiche già acquisite dall'Amministrazione regionale" fin dal 2012. In seguito, "nel mese diaprile 2017è stato formalizzato ilpassaggio di consegnetra la Direzione generale dell'agricoltura e riforma agropastorale e la Direzione generale di ARGEA Sardegna". In proposito, concorda l'Agenzia Argea Sardegna, la quale ha comunicato (nota prot. n. 74239 dell'8 novembre 2017) che, dopo aver ricevuto le relativedeleghein materia da parte dellaGiunta regionale(dicembre 2016), ha "provveduto ad avviare ilprocedimento di accertamento dei diritti di uso civico in contraddittorio con i 120 Comuni Sardiche ancora risultavano fuori dall'inventario generale delle terre civiche".

Quindi, "ad oggi sono stati interessati n. 79 Comuni ai quali l'Agenzia, con apposita comunicazione, ha provveduto ad inviare i lavori svolti dalle ditte aggiudicatrici dell'appalto regionale" consegnato da ben 5 anni all'Assessorato regionale dell'agricoltura, "fissando in mesi 6 il termine per le eventuali osservazioni sul lavoro svolto. Entro la fine del corrente anno eguali comunicazioni saranno inviate ai rimanenti 41 Comuni".Inoltre "si è ... provveduto a bandire un avviso pubblico per l'erogazione di uncontributoai Comuni interessati per la redazione deipiani di valorizzazione delle terre civiche. Allo stato sono pervenute 40 domande (in fasedi istruttoria) ed il bando, essendoci ancora risorse, è ad oggi aperto".

In poche parole,l'Agenzia Argea Sardegna sta facendo adesso quanto avrebbe dovuto fare da cinque anni l'Assessorato regionale dell'agricoltura: certo, ilcontraddittorio con i Comuniè previsto dall'art. 5 della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i. ed "è necessaria un'attività istruttoria che possa validare gli esiti delle ricerche e valutazioni compiute dai professionisti incaricati, tenuto conto anche della normativa sopravvenuta rispetto al tempo in cui sono state svolte quelle ricerche", ma non si può dimenticare chein sede di appalto il contraddittorio con i Comuni era stato già svolto.

L'Assessorato regionale dell'Agricolturaha, poi, svolto una disamina delle motivazioni per cuiterreni a uso civicorisultinooccupati senza titolo(occupazioni illecite, vendite senza autorizzazione da parte dei Comuni, realizzazione di opere pubbliche, piani di riordino fondiario, ecc.). Spesso e volentieri "è quasi completamente mancata una sensibilità nei confronti dell'istituto(gli usi civici, n.d.r.)da parte di tutti gli organi istituzionali interessati, oltre che dell'opinione pubblica".A fronte di tali situazioni, inSardegnae in altre Regioni (Abruzzo,Basilicata,Calabria,Veneto,Puglia) si è provveduto conoperazioni normative di sdemanializzazioneper "sanare" interventi illegittimi, seppure in via eccezionale (Corte cost. n. 511/1991).

Attualmente, però, tali situazioni appaiono in via di superamento nell'Isola, soprattutto grazie aipiani di valorizzazione e recupero delle terre civiche(artt. 8 e ss. della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.), per la cui predisposizione sono stati stanziati dalla Regione 700 mila euro in favore dei Comuni, e grazie allalegge regionale n. 11/2017(artt. 36-41), "cui si è giunti anche grazie al preziosocontributo" delGrIG, "è stato stabilito l'impianto normativo regionaleprobabilmentemaggiormente coerente, al livello nazionale,con i principi stabiliti dalla Corte costituzionale per una corretta gestione degli usi civici(in particolare, con la disciplina della co-pianificazione necessaria per la valutazione degli aspetti paesaggistici e con la previsione della necessaria compensazione nei casi di sdemanializzazione)".

Rimane, residuale, anche l'istituto dellalegittimazione(artt. 9-10 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.) in favore dei piccoli coltivatori diretti. Finalmente, poi, l'Assessorato regionale dell'Agricolturaha preso in considerazione ilrecuperoaidemani civicidelleterre collettive illecitamente occupate, più volte sollecitato da istanze ecologiste. Con ladeliberazione Giunta regionale n. 48/30 del 17 ottobre 2017è stato approvato l'ultimoAtto di indirizzo interpretativo e applicativo per la gestione dei procedimenti amministrativi relativi agli usi civici,

Al punto 6 afferma esplicitamente:"in tutti i casi dioccupazione di terreni da parte di terzi privi di titolo ovvero in virtù di titolo non valido, il Comune dovrà attivare leprocedure di recupero, a seconda dei casi in via amministrativa o in via giudiziale. Laddove il Comune non attivi le procedure di recupero entro 12 mesi dall'approvazione delle presenti direttive, o dall'accertamento degli usi civici per i Comuni che ne sono ancora privi, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro – pastorale, provvederà ai sensi dell'art. 22, comma 2, della L.R. n. 12/1994 e s.m.i. e dell'art. 9 della L.R. n. 9/2006, alla nomina di unCommissario ad acta, i cui poteri verranno esercitati avvalendosi delle strutture organizzative e delle risorse strumentali del Comune, e con oneri a carico del Comune".

Piaccia o no, finalmente un punto fermo e chiaro, seppure alla bellezza di 23 anni dall'emanazione della legge regionale n. 12/1994 che prevede, all'art. 22, l'obbligo di recupero in capo ai Comuni e, in via sostitutiva, alla Regione, delle terre collettive occupate illecitamente da privati.[2] In molti casi sarà necessario esperire azioni presso il Commissario per gli usi civici (art. 29 dellalegge n. 1766/1927 e s.m.i.) per accertare laqualitas solie ottenere lareintegra dei terreni al demanio civico in via giudiziale, vi saranno molto probabilmenterichieste di risarcimento dannida parte dei privati acquirenti in buona fede di terreni a uso civico illegittimamente venduti da Comuni, ma – finalmente – laRegione autonoma della Sardegnainizia a occuparsi dei demani civici isolani, seppure lentamente,

L'Agenzia Argea Sardegnaha anch'essa risposto (nota prot. n. 74239 dell'8 novembre 2017) all'istanza(31 ottobre 2017) inoltrata dalGruppo d'Intervento Giuridico onlus. In proposito, ha comunicato che, dopo aver ricevuto le relativedeleghein materia da parte dellaGiunta regionale(dicembre 2016), ha "provveduto ad avviare ilprocedimento di accertamento dei diritti di uso civico in contraddittorio con i 120 Comuni Sardiche ancora risultavano fuori dall'inventario generale delle terre civiche".

Quindi, "ad oggi sono stati interessati n. 79 Comuni ai quali l'Agenzia, con apposita comunicazione, haprovveduto ad inviare i lavori svolti dalle ditte aggiudicatrici dell'appalto regionale" consegnato da ben 5 anni all'Assessorato regionale dell'agricoltura, "fissando in mesi 6 il termine per le eventuali osservazioni sul lavoro svolto. Entro la fine del corrente anno eguali comunicazioni saranno inviate ai rimanenti 41 Comuni".

Inoltre "si è ... provveduto a bandire un avviso pubblico per l'erogazione di uncontributoai Comuni interessati per la redazione deipiani di valorizzazione delle terre civiche. Allo stato sono pervenute 40 domande (in fasedi istruttoria) ed il bando, essendoci ancora risorse, è ad oggi aperto". In poche parole,l'Agenzia Argea Sardegna sta facendo adesso quanto avrebbe dovuto fare da cinque anni l'Assessorato regionale dell'agricoltura:se mai ve ne fosse stato bisogno, visto che in sede di appalto il contraddittorio con i Comuni era stato già svolto. Come nelGioco dell'Oca, si ritorna al punto di partenza. Una scandalosa omissione pluriennale, ma – finalmente – il processo è ormai avviato.

InSardegnasono stati accertatidemani civiciin ben 236 Comuni sui 377, in altri 120 il provvedimento di accertamento è pronto, ma non è stato promulgato (in 21 Comuni non sono stati riscontrati diritti di uso civico),complessivamente 4-500 mila ettari. Ricordiamo, inoltre, che attraverso un'analisi dei dati pubblici dell'Inventario generale delle Terre civiche, è stato possibile verificare un'ampia casistica diterreni appartenenti ai rispettivi demani civici, ma occupati senza alcun titolo da Privati.

Come noto, ilGruppo d'Intervento Giuridico onlusnell'ambito della propriacampagna per la tutela delle terre collettive, ha inoltrato varie istanze (21 ottobre 2015,30 gennaio 2017,31 ottobre 2017)in proposito: i Comuni interessati sonoSan Vero Milis,Narbolia,Cabras,Lotzorai,Alà dei Sardi,Porto Torres,Dolianova,Carloforte,BaruminiePosada.

Coinvolta anche laRegione autonoma della Sardegna(Presidenza, Assessorato dell'agricoltura, Agenzia Argea Sardegna, Direzione generale Pianificazione territoriale e vigilanza edilizia) e le strutture delMinistero per i beni e attività culturali(Ministro, Direzione generale Paesaggio, Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e di Sassari) per l'esercizio deipoteri sostitutiviin caso di inerzia comunale e per l'abusivismo edilizio presente nelle terre collettive, informate per gli accertamenti e i provvedimenti di competenza laProcura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, laProcura regionale della Corte dei conti per la Sardegnae ilCommissariato per gli Usi Civici per la Sardegna. Naturalmente anche in tanti altri Comuni sardi si riscontrano analoghe situazioni, daOroseiaSan Gavino Monreale, daPortoscusoaBaunei, ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

Fra i casi più rilevanti vi sono glioltre 530 ettari di dune boscatediIs Arenas, fraSan Vero Milis(la gran parte) eNarbolia, ora intestati alle società immobiliari del Gruppo Is Arenas e ad altre società turistico-edilizie (Villaggio Pineta s.p.a., Sviluppo e Produzione s.p.a.),55 ettari di bosco e macchia mediterraneadiBricco Nasca, aCarloforte, ledecine di lottinellalocalità costieradiTancau, aLotzorai, i circa150 mila metri quadriintestati allasocietà estrattiva Industriale Monte RosèaPorto Torres.

Singolare quanto accaduto sulla costa diPosada: oltre550 mila metri quadriintestati a una società immobiliare (la Lagares.p.a.di Como) aMonte Orvile, vennero con autorizzazione regionale con atto del 26 marzo 1964 rogato presso la Prefettura di Nuoro, e poi vennero recentemente (2013)ricomprati dal Comune, dopo varie vicissitudini e rischi speculativi, pur non rientrando nel demanio civico. Sempre a Posada, tanti piccoli lotti risultano occupati da Privati sulla costa diSan Giovanni -SosPalones.

E ancora:decine e decine di ettari di pascoli e bosco a uso civicointestati a Privati adAlà dei Sardi(centinaia di ettari di boschi a uso civico sono stati venduti all'allora Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna) e ben12.382.732 metri quadri ceduti in diritto di superficiedal Comune per la realizzazione dellacentrale eolicadellaGeopower s.r.l. – Falck Renewables. L'operazione è stata legittimamente autorizzata? I diritti di uso civico dei residenti sono stati tutelati?

Sulle colline e i monti (loc.Pillonadoris,Monti Mannu,Padentino,Sa Mitza e s'Iixie altre) diDolianovarisultano parecchiettari di terreni a uso civico intestati a Privatisenza alcuna spiegazione, mentre nelSinisdiCabrasnon si contano iterreni appartenenti al demanio civicocon intestazione a Privati: daIsAruttasaMari Ermi, daMistrasaSan Giovanni di Sinis, daFuntanaMeigaaS'Acqua Mala, adAcqua Durci – Sa ConculliaOgai. Analoga situazione aMandriolaeSu Pallosu, in territorio comunale diSan Vero Milis, dove a partire dagli anni '60 del secolo scorsosono stati alienati illegittimamentea Privati numerosi lotti di terrenoormai edificatisul litorale. Svariati ettari di terreno agricolo appartenenti aldemanio civico di Barumini(ma in territorio comunale di Las Plassas) risultano anch'essi intestati a Privati. Finora, purtroppo,nonsi ha notizia di alcunaattività comunale o regionale finalizzata al recupero dei terreni a uso civicooccupati senza titolo da Privati.

Chi ci guadagna? Riscontri elettorali, imprese industriali, piccoli e grandi abusi (forse anche di qualche amministratore pubblico), grandi imprese immobiliari. Chi ci perde? Le tante collettività locali sparse in tutta la Sardegna (in tre quarti dei Comuni sono presenti terre a uso civico), a cui vengono sottratti coste, pascoli, boschi senza nulla in cambio. Tutti noi per quanto concerne il valore ambientale dei demani civici.

LaProcura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliariha aperto in proposito unprocedimento penale, esteso anche alla denunciata mancata promulgazione di più di120 provvedimenti di accertamento di altrettanti demani civicichehan dormitonei cassetti regionali per 5 anni. Tuttavia, la recentelegge regionale Sardegna n. 11/2017(artt. 36-41) consente una razionalizzazione e un ritorno alla legalità in tema di usi civici. In proposito, ilGruppo d'Intervento Giuridico onlusha espressoforte soddisfazione, in quanto sono state sostanzialmente accolti i contenuti della propriaProposta di legge regionale "Trasferimento dei diritti di uso civico e sdemanializzazione di aree compromesse appartenenti ai demani civici".

La recente legge regionaleprevede interventi esclusivamente finalizzati a ripristino e bonifiche ambientalinei demani civici in assenza di titolo per l'occupazione dei terreni (art. 36), come in varie aree minerarie del Sulcis, viene introdotta lavalutazione paesaggistica congiuntacon ilMinistero per i beni e attività culturaliattraverso l'istituto dellacopianificazionenei casi dipermutaealienazionedi terreni a uso civico (art. 37), viene resa permanente la possibilità deltrasferimento dei diritti di uso civicoin caso di reali benefici per la collettività locale titolare dei diritti (art. 38).

Inoltre, finalmente, l'ipotesi disdemanializzazione di terreni a uso civico che abbiano perso irreversibilmente le loro caratteristiche morfologichevienevincolataaltrasferimento dei diritti di uso civicointerreni di valore ambientalemessi a disposizione da parte delComuneinteressato e dallaRegione(art. 39), così danon impoverire ambiente e patrimonio delle comunità localinei casi di trasformazioni irreversibili di terreni a uso civico. In questo modo si viene anche incontro ai tanti cittadini che hanno incolpevolmente acquistato dai Comuni e realizzato la propria casa su terreni a uso civico venduti illegittimamente.Anche nei casi di sdemanializzazione e trasferimento dei diritti di uso civico la valutazione congiunta del valore paesaggistico è attuata attraverso l'istituto della copianificazione, mentre vengono previste procedure per la regolarizzazione degli atti di alienazione eventualmente intervenuti.

Un primo importantissimo passo verso lalegalitàe lacorretta gestionedidiritti collettivie di unpatrimonioche interessa4-500 mila ettaridi coste, boschi, pascoli, terreni agricoli equasi tuttiiterritori comunali dell'Isola. Un segnale positivo, infine, è dato dallarecente approvazione definitiva(26 ottobre 2017) dellaleggenazionale20 novembre 2017, n. 168suNorme in materia di domini collettivi(inG.U. n. 278 del 28 novembre 2017). Un punto fermo per la salvaguardia dei diritti di uso civico e dei demani civici. Regione autonoma della Sardegna e Comuni devono finalmente fare la loro parte fino in fondo per garantire diritti collettivi dei cittadini e la salvaguardia ambientale di circa un quinto dell'Isola.