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Cronaca

Olbia, Turismo accessibile: condivisione, inclusione e vita indipendente

Olbia, Turismo accessibile: condivisione, inclusione e vita indipendente
Olbia, Turismo accessibile: condivisione, inclusione e vita indipendente
Angela Galiberti

Pubblicato il 21 April 2018 alle 13:56

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Olbia, 21 aprile 2018 - Liberi di muoversi, liberi di interagire, ma soprattutto liberi di essere prima di tutto persone: è questo il messaggio forte e chiaro che parte dal secondo Forum Regionale sul Turismo Accessibile che è andato in scena questa mattina nella sala conferenze del Geovillage di Olbia.

L'evento è stato organizzato dall'Associazione SensibilMente Onlus, guidata dalla presidente Veronica Asara, ed è sostenuto da Regione Sardegna, Comune di Olbia, Confcommercio, Polo Universitario di Olbia, associazione Abc e federazione Fish.

Autorevoli i relatori: prof. Giacomo del Chiappa (docente di marketing del turismo Università di Sassari), dott. Paolo Puddu (direttivo Abc Sardegna), dott. Vincenzo Falabella (presidente Fish nazionale), Massimo Vettoretti (presidente UICI Treviso), ing. Roberto Murru (presidente Ctm Cagliari). Ha moderato Marco Espa (presidente nazionale Abc) e ha concluso i lavori Veronica Asara. Presente Barbara Argiolas, assessora regionale al Turismo.

Durante il Forum sono stati toccati diversi argomenti fondamentali: le opportunità di mercato date dal "turismo accessibile", la connessione tra la vita indipendente delle persone disabili e la possibilità di praticare il turismo, l'accessibilità turistica e la convenzione Onu sulle persone con disabilità, le peculiarità del turismo vissuto dai ciechi, l'importanza dell'accessibilità del trasporto pubblico.

Se il turismo accessibile è sicuramente una buona opportunità sia economica che sociale, è anche vero che la parola "accessibile" può indurre all'errore perché, di primo acchito, si pensa subito a qualcosa di materiale: un gradino in più o in meno, le porte troppo strette, ascensori non a norma e così via. Perciò, durante il convegno, si è parlato soprattutto del concetto di "fruibilità" che richiama ben altre sfumature come, ad esempio, la capacità degli operatori turistici di interagire con disabilità sensoriali e con tutte quelle differenze personali e uniche che, nel "praticare" un luogo, sperimenta ogni persona.

Con il concetto di fruibilità si passa automaticamente a un altro concetto fondamentale: quello di "persona". Potrebbe sembrare quasi scontato, ma non lo è quando uno Stato legifera non lo fa per tutti, ma solo per una parte, costringendosi a dover legiferare nuovamente per le persone disabili. Quindi, il primo cambiamento culturale necessario è smettere di considerare i disabili esclusivamente per la loro disabilità, ma pensare a loro prima di tutto come persone, come cittadini parigrado dotati di diritti e doveri come tutti.

Partendo da questo, cioè dall'essere considerati prima di tutto persone, ne discende automaticamente il concetto di inclusione sociale: vero obiettivo di tutte le associazioni sul territorio. Inclusione che passa anche attraverso l'autodeterminazione della persona con disabilità, la capacità di prendere decisioni e dunque - poiché parliamo di turismo - di viaggiare in libertà.

Per ottenere tutto questo è necessaria un'evoluzione sociale importante che non può esimere anche le istituzioni, le quali troppo spesso considerano la disabilità un mero costo e non un investimento per una società migliore, inclusiva e realmente unita.