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Cronaca

Olbia, San Simplicio: il rito e la magia del panino al caddozzo

Olbia, San Simplicio: il rito e la magia del panino al caddozzo
Olbia, San Simplicio: il rito e la magia del panino al caddozzo
Angela Galiberti

Pubblicato il 13 May 2018 alle 09:57

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Olbia, 13 maggio 2018 - La magia di San Simplicio è fatta di tante piccole cose, un equilibrio delicato tra sacro e profano che rende la festa manna de su mesu maju una vera festa di popolo. San Simplicio è il torrone gustato a pezzi mentre si cammina tra le bancarelle, è la devozione dei fedeli, è il concertone al parco Fausto Noce preceduto - giorni prima - dai fuochi d'artificio, è la sagra delle cozze.

Il re indiscusso di San Simplicio, però, è solo uno: il panino al caddozzo. Non solo una leccornia che affonda le sue radici nel tempo, ma anche un rito sociale di condivisione tra amici, famiglie, conoscenti. Perché una festa di San Simplicio senza il suo panino gustato tra la gente non è la stessa festa.

I ricordi di chi ha abbastanza anni da ricordare le feste di 30 anni fa descrivono una fiera immensa dentro al parco tra la polvere dei camminamenti sterrati (all'epoca non c'era l'asfalto), le grida di gioia provenienti dalle giostre (mitici l'Oba-oba per i ragazzini e il Pluto per i bambini) e il profumo pungente della salsiccia sulla griglia.

Il parco è cambiato, i bambini di allora sono cresciuti, ma il rito del caddozzo è rimasto lo stesso. La magia dei re della griglia - in pole position, ormai circondati da un'aura mistica, gli storici paninari olbiesi - inizia all'ora di pranzo, quando l'apertura della fiera è facoltativa e di olbiesi a passeggio sotto il sole ce ne sono davvero pochi.

Le griglie fumanti, alle ore 14:00, sono a lavoro già da un po': il loro compito è preparare in anticipo le verdure grigliate. Re e regine della carbonella si danno da fare, sopportando temperature infernali: sistemano sulla griglia le verdure, le girano con maestria e una volta cotte al punto giusto le ripongono in contenitori salva freschezza.

Nonostante il caldo, qualche avventuroso si aggira in via Galvani alla ricerca del mitico panino e chi è aperto non lesina cortesia e simpatia per accontentare i suoi desideri.

Il panino storico di San Simplicio è quello con la salsiccia e le cipolle: è suo il profumo tipico della festa. I tempi, però, sono cambiati e i gusti delle persone si sono moltiplicati e così anche il caddozzo si è adattato. I gusti della tradizione si sono fatti strada e il menù ormai prevede le fritture di pesce, le fettine di cavallo, il porcetto allo spiedo, le cozze di Olbia e la specialità olbiesissima del panino ai polpi. Accanto a queste specialità, inoltre, si sono fatte strada anche le verdure: un tempo sarebbe stato quasi sacrilego mangiare un panino senza la salsiccia, oggi il panino green - anche in versione piadina vegana - è una delle specialità più apprezzate grazie alla cura con la quale vengono preparati.

Il caddozzo è, però, anche storia personale: come quella dei fratelli Corrias, meglio conosciuti come Corroncia. Da oltre 30 anni sulla cresta dell'onda, il caddozzo dei Corroncia è un must irrinunciabile per ogni olbiese che si rispetti.

Altre storie si incrociano in questo via vai di profumi e preparazione: come la Taverna del Pirata, con il re dello spiedo e una marea di prelibatezze in bella mostra, pronte a far venire l'acquolina in bocca ai passanti; e le friggitorie come da Mariè dove il cibo espresso e gustoso è una religione da onorare con rispetto.

E infine, oltre ai professionisti, ecco gli amici del mare con il "D10": otto coppie olbiesi, sedici persone in tutto, che da tre anni servono un ricco menù olbiese per pura passione e puro divertimento.