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Cronaca

Olbia, odissea mensa scolastica: niente menù veg per due bambini

Olbia, odissea mensa scolastica: niente menù veg per due bambini
Olbia, odissea mensa scolastica: niente menù veg per due bambini
Angela Galiberti

Pubblicato il 23 October 2014 alle 15:01

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Olbia, 23 Ottobre 2014 - Sballottata da un ufficio all'altro, senza risposte vere, senza che i suoi diritti di madre vengano rispettati: è questa l'odissea che sta passando una mamma olbiese la cui unica colpa è quella di aver scelto, per lei e i suoi figli, la dieta vegana/vegetariana come alimentazione. Una scelta che dovrebbe essere rispettata, ma che invece si sta scontrando contro l'ottusità di un sistema che è pronto ad accettare il "diverso" purché abbia alla base un motivo religioso o sanitario avvallato con un certificato medico. "Vorrei che i miei figli potessero avere il menù veg alla mensa scolastica - racconta la donna -, ma sta diventando un incubo. Mi sballottano da un ufficio all'altro. Prima al Delta Center, poi all'azienda che cura il catering, poi dalla nutrizionista, poi mi chiedono un certificato medico, poi mi rispediscono al Delta Center e mi fanno protocollare una richiesta ufficiale che alla fine nessuno trova. La mia pediatra non me lo può neanche fare un certificato e ha ragione. Noi non siamo malati, la nostra è una scelta etica e salutista. Che certificato dovremmo fare?". Per due anni, questa famiglia si è arrangiata senza mensa, facendo pranzare i bambini a casa. Oggi, però, la famiglia ha la necessità di usufruire del servizio perché non può compiere 10 viaggi al giorno per far mangiare i bambini che frequentano due scuole diverse. "Ho proposto che i miei figli si portassero il pranzo da casa e mi hanno detto di no. Ho chiesto loro personalmente di non dare la carne ai bambini e mi hanno detto ancora no. Sa perché? - racconta la madre dei due minori - Perché i bambini non possono mica avere pasti differenti. Loro sono tenuti a mettergliela la carne nel piatto per regolamento". Un vero e proprio muro di gomma che si infrange solo alla presenza di un certificato medico. "La mia pediatra mi ha raccontato che non sono l'unica in questa situazione - ha raccontato la madre dei due minori - e che diversi genitori hanno chiesto questo genere di certificato per ottenere un menù vegetariano o vegano alla mensa scolastica. Quando sono andata ad iscrivermi per il servizio non c'è stato modo di scegliere nulla. Poi ho visto il menù normale che danno a tutti i bambini e quasi tutti i giorni c'è la carne. Un giorno pesce, un giorno prosciutto, un giorno pollo, un giorno fettina. Sempre carne è, dov'è la varietà?". Ma come si comportano i bambini di fronte al dover mangiare qualcosa che non fa parte del loro bagaglio culinario? "Il più grande mangia in mensa solo una volta a settimana e non ci sono grossi problemi perché trova quasi sempre qualcosa da mangiare - racconta la mamma olbiese -, chi sta male è il piccolo. Lui mangia tutti i giorni in mensa, si rifiuta totalmente di mangiare la carne, è sempre a vomiti e si riprende solo quando può mangiare regolarmente a casa". I menù veg, in ogni caso, esistono e si possono ottenere ovunque, anche ad Olbia. Il problema è che l'ostacolo "burocratico" sta nel certificato. Un allergico, un buddista, un musulmano non avranno mai problemi ad ottenere per i loro figli un menù scolastico ad hoc che rispetta le loro esigenze e i loro valori. Il problema ce l'ha chi non può usufruire del certificato o chi non vuole dichiarare il falso per ottenere il rispetto di un diritto. In aiuto di queste persone esiste il sito www.genitoriveg.com, ma anche le Linee Guida per la Ristorazione Scolastica del Ministero della Salute che così recitano:
“Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori.”
I nomi dei protagonisti di questa storia e gli istituti scolastici sono stati omessi per non rendere identificabili i minori coinvolti. Continueremo a seguire la vicenda e interpelleremo il Comune di Olbia per capire come mai ci sono tutte queste difficoltà. La famiglia ha comunque protocollato una richiesta ufficiale.