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Cronaca

Olbia: "multato mentre facevo beneficenza"

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Angela Galiberti

Pubblicato il 04 May 2020 alle 22:16

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Olbia, 04 maggio 2020 - "Mi hanno multato mentre facevo beneficenza": a dichiararlo è Michele Pellegrini, cittadino che vive a Olbia e che oggi ha ricevuto un verbale dalla Polizia Locale per aver compiuto uno "spostamento con veicolo senza situazione di necessità", come si legge nel verbale che Olbia.it ha potuto visionare.

"Mi trovavo in via Veronese - racconta Pellegrini -, stavo andando da un'amica in difficoltà a cui avevo fatto una spesa. Avevo con me surgelati, la carne, gli affettati e tanto altro. Faccio sempre beneficenza, lo faccio sempre in silenzio. C'è chi è stato generoso con me e io faccio altrettanto. Mi ha fermato la Polizia Locale e sono stato multato. Non stavo facendo nulla di male, non stavo mettendo nessuno in pericolo. Uno di loro non aveva la mascherina".

Il cittadino ha così preso il suo smartphone ha iniziato una diretta Facebook nel quale racconta la sua versione. Nel filmato, che non mostra ovviamente cosa è avvenuto prima dell'avvio della registrazione e che tutt'ora è pubblico, si vede Michele Pellegrini che mostra la spesa comprata, che parla con il suo avvocato e che dialoga con tre agenti della Polizia Locale. L'atmosfera è tutto sommato tranquilla, gli agenti lavorano sul verbale e il cittadino parla. I tre agenti non sono riconoscibili (2 hanno la mascherina chirurgica, 1 sembrerebbe avere il volto coperto con un qualcosa di nero): uno dei poliziotti, a un certo punto, diffida il cittadino per la divulgazione del video - che però era in diretta, quindi già online.

"Sono molto amareggiato. Non ce l'ho con gli agenti, facevano solo il loro lavoro e li ringrazio per questo, è che manca l'umanità. Avrebbero potuto verificare se dicevo il vero", sostiene Pellegrini.

Il cittadino, che rischia una denuncia a causa del video postato su Facebook, ha tutta l'intenzione di impugnare il verbale che va dai 400 ai 3.000 euro.

Pellegrini non aveva con sé l'autocertificazione: al momento nessun Dpcm abroga l'utilizzo di tale documento per fornire un'adeguata giustificazione agli spostamenti, ma al di là questo le forze dell'ordine ne sono provviste.

Ironia della sorte, Pellegrini fa parte del gruppo Articolo 16 che qualche giorno fa ha protestato pacificamente in viale Aldo Moro per la libertà e per il rispetto della Costituzione.

Per quanto riguarda gli spostamenti, da oggi 4 maggio sono meno restrittivi. Nella circolare del Viminale, datata 2 maggio, si legge che bisogna trovare un punto di equilibrio tra la salvaguardia della salute pubblica e "l'esigenza di contenere l'impatto sulla vita quotidiana dei cittadini".

E ancora: "la valutazione dei casi concreti dovrà essere affidata ad un prudente ed equilibrato apprezzamento che, nella prioritaria considerazione delle specifiche finalità sanitarie sottese alle predette, essenziali misure, conduca ad una applicazione coerente delle disposizioni contenute nel d.P.C.M. in parola".

Fermo restando che, eventualmente, sarà il ricorso (e quindi un giudice) a stabilire se questo verbale è corretto oppure no, c'è in questa storia un'altra controparte ed è la persona a cui quella spesa era destinata.

Si chiama M.S.: vive a Olbia, ha un figlio a carico ed è pronta a metterci la faccia per difendere Michele Pellegrini. "Sono mortificata per quanto per quanto successo, mi sento in colpa, ma sono anche furiosa - racconta M.S., raggiunta al telefono da Olbia.it -. Hanno trasformato una cosa bellissima, fatta con il cuore, in un qualcosa di pesante".

"Ho sempre fatto tutto con le mie gambe, non ho mai chiesto nulla a nessuno. Questa cosa è nata per caso, dopo una chiacchierata tra amici. Sa, ho la partita iva ferma, non sono arrivati gli 800 euro, i buoni sono finiti, sono sola e ho un ragazzino di 14 anni da mantenere. Io posso anche stare senza mangiare o senza il caffè o qualsiasi altra cosa, ma mio figlio no. Quando Michele è arrivato con la spesa siamo scoppiati di gioia, sembrava Natale: erano giorni che non potevo comprare il pane. Adesso abbiamo il frigo pieno", spiega M.S., che domanda "Ma l'umanità dov'è?" non prima di averci mostrato la foto del frigo rimpinzato di ogni ben di Dio.

"Sono figlia di un poliziotto, conosco bene i valori della divisa. Michele fa sempre beneficenza, è una cosa che a lui viene naturale - continua la donna -. E' come Antonio Dessì, solo che lui lo fa in silenzio senza social o clamore. E' assurdo che sia stato multato mentre aiutava una persona in difficoltà. Non è uno stato di necessità spostarsi per questo? Io e mio figlio, però, eravamo in uno stato di necessità e lo Stato non ci ha aiutato. Non ho debiti con nessuno, ho sempre pagato fino all'ultimo centesimo e chi mi ha fatto la spesa, oggi, è un amico che è stato multato per questo".