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Pubblicato il 27 November 2017 alle 18:52
Olbia, 27 novembre 2017 - Sono circa 1000 gli albanesi residenti in Gallura e sabato scorso, nella sede del Labint guidato da Aly Cisse, hanno festeggiato l'indipendenza dell'Albania, storicamente ottenuta nel novembre 1918.
La festa è stata organizzata completamente dalla comunità albanese con Diana Toska, del Labint, in primissima linea: era la prima volta, infatti, che gli albanesi-olbiesi-galluresi festeggiavano questa importante ricorrenza e nulla è stato lasciato al caso. Tutto si è svolto in un'atmosfera gioviale e gioiosa dove hanno regnato l'orgoglio nazionale da una parte e la consapevolezza di essere inseriti in un contesto diverso ma accogliente. La comunità albanese è molto unita: in tanti sono arrivati a Olbia, sabato sera, da lontano. L'obiettivo era stare insieme, ricordare le origini, parlare la propria lingua natìa e festeggiare questo momento anche con la comunità olbiese rappresentata dal sindaco Settimo Nizzi e dall'assessora alla cultura Sabrina Serra.
Il Labint, per l'occasione, è stato completamente rivestito di rosso - il colore della bandiera albanese, mentre ogni persona che si avventurava all'interno della sede di via Brigata Sassari è stata omaggiata con un cioccolatino (ovviamente rosso) e un fiocchetto rosso appuntato sulla giacca o sul maglione. Uno dei momenti più toccanti è stata l'esibizione dei bambini, i quali hanno cantato in albanese le canzoni tipiche della loro patria, inno nazionale in testa. Il canto di questi bambini ha avuto un forte significato simbolico: si tratta, infatti, di bambini nati per la maggior parte in Sardegna che non conoscono bene l'albanese, ma che rappresentano con la loro stessa esistenza il significato più bello e nobile dell'integrazione. Persone a cavallo tra due mondi, che vivono perfettamente integrati e che non dimenticano le loro origini.
Un altro momento importante è stato il ballo di gruppo che ha visto coinvolti anche Nizzi e Serra. Non sono mancate le prelibatezze albanesi che risentono, in modo originale e peculiare, delle tradizioni culinarie di tutti i popoli che hanno attraversato i Balcani. Agli ospiti sono stati offerti il byrek (una sorta di "focaccia" ripiena di formaggio), delle polpette di carne , la tarator (una salsa allo yogurt molto aromatica simile allo tzakiki greco), nonché dell'italianissima (e immancabile)pizza.
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