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Olbia, il Liceo Mossa si prepara a tornare sui banchi: "essenziale scuola in presenza"

Il punto del dirigente scolastico su DAD e sistema scolastico

Olbia, il Liceo Mossa si prepara a tornare sui banchi:
Olbia, il Liceo Mossa si prepara a tornare sui banchi:
Camilla Pisani

Pubblicato il 22 January 2021 alle 06:00

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Olbia. All’indomani dello screening effettuato su 150 studenti, il Liceo scientifico Mossa si prepara a tornare sui banchi. Dopo un anno scolastico che ha visto alternare parziali riaperture e didattica a distanza, è arrivato il momento di cercare un modo efficace per riportare gli alunni nelle classi. “Attendiamo con ansia il primo febbraio, data nella quale, salvo ordinanze regionali contrarie, sarà consentito come da ultimo DPCM ritornare a praticare la didattica in presenza. Inizialmente si potrà far tornare i ragazzi al 50%, per arrivare poi, se tutto andrà bene, al 75%. Noi come Liceo saremmo stati pronti già il 7 gennaio, garantendo l’applicazione di tutte le norme di prevenzione anti-contagio. Quello che sappiamo, infatti, è che le scuole sono luoghi sicuri: ciò che è mancato è il sistema, i trasporti non adeguati, la medicina territoriale insufficiente. Auspico che entro la data di riapertura, saranno stati potenziati i trasporti, che come sappiamo sono stati determinanti nella diffusione del contagio”, commenta Luigi Antolini, dirigente del Liceo Mossa. A guidare il desiderio di ritornare in classe c’è sicuramente il desiderio di alleviare lo stato di stress vissuto da studenti e personale docente: la didattica a distanza, benché sia stata un’ancora di salvezza per continuare a garantire la continuità scolastica, si è rivelata spesso un’arma a doppio taglio; non da ultimo, l’alienazione vissuta dai ragazzi comincia a diventare un problema concreto. “A questo punto c’è un problema di salute pubblica, parallelo all’emergenza sanitaria – continua Antolini – sia io che i docenti notiamo nei ragazzi un forte stress, tanto che quando si è riusciti a tornare sui banchi per qualche settimana, molti di loro erano a disagio, come se non riuscissero più a gestire una situazione di socialità. Della scuola in presenza manca tutto quest’aspetto legato alle relazioni, manca quel ‘chiasso’ positivo generato dalla convivenza e dal rapporto tra i ragazzi. La distanza è un vero limite, che sta sfibrando sia alunni che docenti, che conducono quotidianamente lotte per riuscire a superarla”. A fronte dell’ovvia necessità di garantire sicurezza in termini sanitari - che, come emerge dalle statistiche- non è mai mancata all’interno dell’ambiente scolastico -, l’antidoto al forte disagio vissuto dagli studenti sembra essere il ritorno alla normalità: normalità negli scambi sociali, normalità nelle modalità di apprendimento, normalità nelle relazioni. “Bisogna dirlo a gran voce: c’è assoluto bisogno di tornare a scuola, questa è la cosa fondamentale. Gli sforzi vanno convogliati tutti in questa direzione: i ragazzi non si contagiano in classe, dove mascherina e disinfezione sono d’obbligo, ma fuori. È questo quello che è mancato, il controllo fuori dall’ambiente scolastico; il carosello di quarantene che le classi hanno subito non è derivato dalle ore di scuola, ma dalla permanenza nei mezzi di trasporto e dalla mancanza di controlli in altri luoghi di ritrovo”. La campagna di screening, promossa dall’Assl, è cominciata lo scorso 12 gennaio, proprio dal Liceo Mossa: 150 studenti sono stati sottoposti a tampone antigenico rapido (risultando tutti negativi): lo stesso test verrà eseguito a più di settemila studenti di istituti superiori che ricadono nel distretto di Olbia e, a seguire, quelle del Distretto di Tempio Pausania. Nelle scorse settimane, attraverso l'ente provinciale e comunale, il Distretto di Olbia ha preso i contatti con tutti gli istituti superiori. Agli studenti minorenni è stato consegnato il consenso informato da far firmare ai genitori, mentre i maggiorenni lo dovranno firmare in autonomia. In caso di positività al tampone antigenico, lo studente verrà immediatamente contattato e, in collaborazione con il Servizio di igiene e sanità pubblica, sottoposto a tampone orofaringeo. Orari e modalità di screening verranno comunicate agli studenti e alle famiglie dagli istituti scolastici. Le scuole spingono per il rientro in aula: “credo di parlare a nome di tutti gli istituti quando dico che è necessario tornare sui banchi. Metterei la firma anche solo per ottenere una frequentazione al 50%, ma con continuità. Questa percentuale infatti consentirebbe almeno, tramite un sistema di turnazione, la presenza a scuola di tutti i ragazzi, a settimane alterne, garantendo la ripresa della relazione sociale”, spiega ancora il dirigente del Mossa. La didattica a distanza pare ormai aver raggiunto il capolinea, in efficacia e sostenibilità sul lungo termine: diverso discorso vale, invece, per la didattica digitale. “Se la DAD ha dato luogo a svariati problemi, sia per i docenti che soprattutto per gli studenti, ritengo che ci siano istanze relative alla didattica digitale che andrebbero integrate nella didattica tradizionale. Una volta storicizzato questo difficile momento storico, durante il quale non è il caso di ripensare il sistema, credo che bisognerebbe riflettere sulle possibilità che apre la didattica digitale; per un apprendimento veramente efficace, bisogna innovare il sistema tradizionale, creando esperienze coinvolgenti, interattive. In questo senso, la rete è uno strumento formidabile, dal potenziale fortissimo. Ma prima di ogni cosa, bisogna ritornare in classe”, conclude Antolini. Una richiesta a caratteri cubitali, un’esigenza ormai insopprimibile: il ritorno a scuola non dev’essere più un miraggio lontano, ma una condizione garantita dallo sforzo comune di singoli e istituzioni, nell’obiettivo capitale di salvare -letteralmente- un’intera generazione.