Olbia, 22 Luglio 2014 - Il waterfront di Olbia, in questi ultimi anni, è migliorato a vista d'occhio. Il verde è rigoglioso, olbiesi e turisti passeggiano nel centro storico e tante barche a vela sostano volentieri al Molo Brin nonostante manchi un vero e proprio porticciolo turistico. Dietro questa facciata quasi luminescente, però, si nasconde una ben poco piacevole visione. Dietro le ex Officine Mameli, che fino a qualche anno fa hanno ospitato mostre e mercatini, si nasconde il vero campionario del degrado. Quattro cassonetti sgangherati, tre per l'indifferenziato e uno per la carta (o forse per la plastica o il vetro a giudicare dalle aperture sulla sua sommità), sostano sotto il sole cocente di Luglio. Attorno a questi quattro contenitori rovinati e bruciati dalla luce, una marea di spazzatura maleodorante. Il campionario dell'inciviltà è vario (ed avariato): decine di cartoni di pizza, batterie d'auto, dell'umido marcescente, libri per bambini buttati sull'asfalto, bottiglie, scatoloni e chi più ne ha più ne metta. Il paesaggio, per chi ormeggia nella parte finale del Molo Brin o per chi fa rifornimento nel vicino distributore, è decisamente sconfortante. Ironia della sorte, proprio sopra i tre sgangherati cassonetti campeggia un cartello della Direzione Marittima che impone il "divieto di discarica".