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Cronaca

Olbia, cozze ai batteri. Amedeo Bacciu: "date un nome a quell'inquinamento"

Olbia, cozze ai batteri. Amedeo Bacciu:
Olbia, cozze ai batteri. Amedeo Bacciu:
Angela Galiberti

Pubblicato il 19 October 2018 alle 19:50

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Olbia, 19 ottobre 2018 - Cozze di Olbia ai batteri, atto terzo: se è vero che il Comune di Olbia ha revocato l'ordinanza che vietava raccolta e consumo dei mitili allevati nella zona "Isola del Cavallo-Scoglio di mezzo cammino-Foci del Padrongianus", è altrettanto vero che il mistero non si è affatto risolto.

Intanto: l'Unione Sarda di oggi informa di un'indagine aperta dal Corpo Forestale proprio su quanto avvenuto alla Foce del rio Padrongianus. Il Cmo, ieri, ha inviato una Pec ad alcuni enti e tra questi, per conoscenza, vi erano anche le forze dell'ordine.

Non solo si chiedono lumi su un presunto evento che potrebbe essere accaduto nei giorni scorsi e che potrebbe aver inquinato il golfo, ma c'è già un approfondimento da parte del Corpo che per statuto si occupa proprio di ambiente.

Poi c'è il dato politico, perché la minoranza - e in particolare il consigliere comunale Amedeo Bacciu - si è schierata accanto ai mitilicoltori e chiede anch'essa spiegazioni.

"Solo pochi mesi fa una grave moria aveva colpito gli allevamenti a causa delle elevate temperature nel golfo, e ora assistiamo all’ennesima mazzata", afferma Amedeo Bacciu, consigliere di minoranza (Coalizione civica).

Quanto avvenuto pochi giorni agli allevamenti di cozze è "un grave danno per le circa 20 aziende che fanno parte del Consorzio, sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dell’immagine commerciale di un marchio che ha fatto della qualità del suo prodotto un vero punto di forza, per non parlare della città stessa".

Bacciu non usa mezzi termini e chiede chiarimenti. "Auspico dunque, che gli enti preposti, già interrogati dal Consorzio Molluschicoltori di Olbia, diano riposte certe e celeri. E mi unisco a gran voce all’appello lanciato dal Presidente del CMO, Mauro Monaco, il quale chiede “che chi fosse a conoscenza delle cause scatenanti, ha il dovere di comunicarlo all’autorità giudiziaria”, affinché, aggiungo io, al “problema”, di sicura origine antropica, sia dato un nome all’ennesimo caso dell’inquinamento delle acque nel nostro Golfo".

Arriverà la risposta o bisognerà rivolgersi alla Procura?