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Olbia, come sarebbe stata: ecco la piccola "Barcellona"

Olbia, come sarebbe stata: ecco la piccola
Olbia, come sarebbe stata: ecco la piccola
Angela Galiberti

Pubblicato il 30 March 2019 alle 19:57

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Olbia, 30 marzo 2019 - C'è un posto, a Olbia, in cui è possibile fare un vero e proprio viaggio nel tempo. Anzi: in una linea temporale diversa, in cui la politica ha fatto scelte differenti e in cui Olbia sembra una piccola Barcellona.

Si tratta della sala conferenze dell'Istituto Attilio Deffenu di Olbia: qui è esposto un mastodontico plastico della Città di Olbia che risale agli anni '70: anni febbrili di sviluppo economico e di scelte che oggi potremmo definire discutibili, anni in cui sono state concepite le sopraelevate.

Osservare quel plastico è come osservare una città completamente diversa: la città che sarebbe diventata se la politica avesse fatto scelte diverse.

Ciò che colpisce del plastico è la concezione fortemente moderna che, negli anni '70, era presente nella mente di chi ha proposto questi progetti (alcuni approvati, alcuni accantonati, alcuni finanziati, alcuni che ritornano oggi come un fiume carsico): lo Studio d'Equipe.

Intanto, il porto turistico: se ne parla da anni, ma di realizzarlo non se ne parla. Nel plastico, che risale a 40 anni fa, Olbia è una bellissima Barcellona in miniatura: le navi da crociera attraccano al porto vecchio, mentre le anse Nord e Sud - senza sopraelevate - accolgono un doppio porticciolo contornato da una viabilità razionalizzata e aree verdi.

E ancora: lo stadio vista mare, per ammirare il golfo dalla curva; l'assenza del cosiddetto "centro Martini", la circonvallazione ferroviaria con tanto di parco ferroviario, la metropolitana leggera e così via all'infinito.

Il tutto condito da battaglie per evitare ferite e "brutture" che, purtroppo, si sono verificate.

Questa è la prima puntata di una serie di approfondimenti dedicati alla "Olbia che non fu": soluzioni progettuali, scelte politiche, approvazioni e dinieghi.

Un viaggio nel passato per comprendere perché oggi siamo a questo punto e perché ancora oggi tanti sogni non sono stati realizzati.