Sunday, 06 July 2025
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Pubblicato il 02 April 2025 alle 08:53
Olbia. Una voce gentile, apparentemente professionale, proveniente da un numero italiano. L’incipit è sempre lo stesso: “Salve, abbiamo ricevuto il tuo curriculum”. È così che inizia una truffa telefonica sempre più diffusa anche nel nostro territorio, segnalata da diversi cittadini olbiesi negli ultimi giorni. Il copione, ben congegnato, gioca sull’apparenza di legittimità e si sposta rapidamente da una chiamata vocale a una chat su WhatsApp, dove si cela l’inganno.
Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale della Polizia Postale, questi tentativi di frode sfruttano numeri italiani con prefisso +39 e addirittura nomi presenti in rubrica per rendere più credibile il contatto. Dopo la telefonata iniziale, la vittima viene invitata a proseguire su WhatsApp, dove riceve messaggi che sembrano proporre attività lavorative semplici e remunerative. In realtà, si tratta di esche per indurre gli utenti a condividere dati personali o cliccare su link pericolosi.
Una giovane donna olbiese ha raccontato la sua esperienza: “Ho ricevuto una chiamata da un numero italiano e una voce registrata mi ha detto che avevano il mio curriculum. Mi è sembrato strano, ma ho pensato che potesse essere una nuova modalità di contatto. Su WhatsApp mi hanno chiesto di mettere like a video su YouTube e fare altre cose apparentemente innocue. Dopo un po’, ho deciso di non andare avanti”. Un'altra ha riferito di aver semplicemente riagganciato, insospettita dal tono della voce: “Non sto cercando lavoro, mi è sembrato tutto molto fuori luogo”.
La Polizia Postale raccomanda massima attenzione e ricorda alcune regole fondamentali per proteggersi:
Non fornire mai dati personali per telefono o tramite chat, soprattutto a numeri sconosciuti.
Evitare di cliccare su link sospetti, anche se inviati da contatti presenti in rubrica.
Proteggere i propri dispositivi da virus e malware.
Verificare sempre l’autenticità di offerte di lavoro o messaggi promozionali.
Un ulteriore esempio emerso a Olbia riguarda un uomo di 75 anni, contattato nonostante l’età: “Ho ricevuto una chiamata da un numero italiano e una voce giovane mi ha detto che avevano il mio curriculum. Ho riagganciato subito sorridendo: dopo 45 anni di lavoro in cantiere, non ho certo intenzione di rientrare nel mondo del lavoro”.
Il fenomeno è insidioso perché punta proprio a persone in cerca di impiego, sfruttando la buona fede e il desiderio di trovare un’occupazione. Per questo è importante parlarne, condividere le esperienze e seguire le indicazioni delle autorità competenti.
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