Gallura, contagi estivi: indagine su controlli e misure di sicurezza

Olbia, 12 ottobre 2020 - Non c'è solo la Procura di Cagliari a indagare su quanto avvenuto in agosto in Sardegna: anche la Procura di Tempio, coordinata dal procuratore Gregorio Capasso, sta da tempo analizzando quelle particolari settimane in cui l'Isola è stata presa d'assalto dai turisti e poi è diventata un caso nazionale dopo l'individuazioni di alcuni focolai in locali molto noti.

Chi conosce bene il territorio sa quei giorni sono stati molto particolari e vivaci, anche di polemiche pubbliche. Tutti ricordano, per esempio, le critiche scaturite in seguito a un evento avvenuto nel centro storico olbiese: in tanti hanno criticato l'assembramento, la mancanza di mascherine e le dichiarazioni successive dell'assessore al Turismo del Comune di Olbia, Marco Balata, che affermava il 7 agosto "Pur comprendendo la paura che tutti abbiamo dopo la primavera nera che abbiamo alle spalle, dobbiamo anche accettare che osservare le misure cautelative è, prima di tutto, un fatto personale e che c’è una città che ha assoluto bisogno di lavoro, turismo e un pizzico di ottimismo".

Dichiarazioni, queste, che non sono state assolutamente gradite da moltissimi cittadini.

Il contesto del mese di agosto era sostanzialmente questo un po' ovunque: bisogna lavorare, bisogna recuperare il terreno perduto, bisogna mitigare le perdite. Cosa non ha funzionato in quelle settimane lo stabilità la Procura di Tempio che da tempo indaga silentemente.

Al centro degli approfondimenti del team guidato dal procuratore Capasso due aspetti cruciali: le misure di sicurezza che le aziende dovevano adottare in base ai Dpcm e alle ordinanze regionali da una parte, i controlli delle forze dell'ordine che avrebbero dovuto fare dall'altra.

Controlli che i cittadini, proprio in quelle settimane, chiedevano a gran voce.