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Cronaca

Confartigianato Sardegna: Crisi edilizia in Sardegna

Confartigianato Sardegna: Crisi edilizia in Sardegna
Confartigianato Sardegna: Crisi edilizia in Sardegna
Olbia.it

Pubblicato il 13 September 2012 alle 16:35

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E’ ancora crisi profondissima per il comparto delle costruzioni della Sardegna che, ormai da più anni, subisce il peso del mancato credito, della congiuntura internazionale, delle tasse e della riduzione delle disponibilità economiche delle famiglie. Ma anche del continuo decremento dei permessi residenziali e del consistente stock di case invendute (“effetto bolla”).

E’ inutile nasconderlo: il problema della crisi nell’edilizia è importante e nella nostra regione lo è ancora di più. E’ come se in 12 mesi avessero chiuso 6 ALCOA o 8 CARBOSULCIS e avessero mandato a casa tutti i dipendenti”.

E’ duro e diretto, Filippo Spanu, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, analizzando i dati del crack dell’edilizia nell’isola.

Oltre alla “bolla edilizia” scoppiata in modo incontrollato, al contesto economico assai negativo e al patto di stabilità che blocca gli appalti, imprenditori e cittadini trovano norme sempre più complesse, uffici preposti alle concessioni sempre più scarni, credito sempre più scarso e, come ormai di norma, tempi di pagamento sempre più lunghi”.

Il dossier “La recessione nelle Costruzioni”, realizzata dell’Ufficio Studi di Confartigianato Edilizia ANAEPA, su dati Movimprese-Infocamere e ISTAT, non lascia dubbi: negli ultimi 4 trimestri (III trimestre 2011-II trimestre 2012), il 2,67% delle imprese edili artigiane della Sardegna ha cessato l’attività mentre il 17,7% degli addetti (circa 5.300 addetti) ha perso il lavoro. Nessuno ha fatto peggio in tutta Italia (-1,17%, media imprese cancellate e -4,8% media addetti licenziati).

Al 30 giugno di quest’anno, le imprese attive nell’edilizia erano 24.200, di cui 15.676 artigiane (69,45% del totale) con un totale occupati che superava di poco le 50mila unità.

Nelle vecchie 4 province, decremento record a Nuoro con -3,57%, seguita da Cagliari con -3,11%, Sassari con -2,91% e Oristano con -1,09%.

Credito alle Imprese di Costruzioni della Sardegna (artigiane e non)

Un ulteriore giro di vite è stato subìto dalle aziende dagli Istituti di Credito: il confronto tra l’erogato al 30 aprile di quest’anno e quello al 30 giugno del 2011 parla del -5,7%, con uno stock di impieghi di 2miliardi e 552 milioni di euro per tutto il comparto edile.

A livello nazionale il calo è stato del 5% con la Toscana che ha segnato la performance peggiore (-8,1%).

Tra le province crollo di Carbonia-Iglesias (-12,4%), seguita da Olbia-Tempio (-9,8%). A sorpresa, invece, solo Sassari ha rilevato un incremento del 2,2%.

Mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni

Nonostante la frenata creditizia abbia colpito anche le famiglie, le erogazioni per l’acquisto di private abitazioni hanno registrato un incremento del 14,55%, per un totale di 5.881,6 milioni di euro concessi (confronto 31 dicembre 2010-31 dicembre 2011).

Nel 2010, l’importo medio/annuo del mutuo per famiglia sarda è stato di 5.908 euro (492 euro al mese) che ha inciso per il 13,3% sul reddito imponibile.

A livello nazionale la media è stata di 12.626 euro (1.052 euro al mese), con la Lombardia a 17.744 (1.478 euro al mese).

Tra le province sarde, nel totale dei mutui concessi, in testa Cagliari con quasi 3 miliardi seguita da Sassari con più di 1miliardo e mezzo.

Sulla concessione mutui, la miglior performance è quella di Olbia-Tempio (+38,4%), seguita dall’Ogliastra (+34,7%) e da Carbonia-Iglesias (+20,6%). Solo Sassari ha segnato un saldo negativo (-0,1%).

Si sperava in una boccata d’ossigeno dal “Piano Casa” ma, con l’aggravarsi del contesto economico, questo non è servito neanche a tamponare le falle- riprende Spanu - Ora una spinta al settore potrebbe arrivare dalle ristrutturazioni degli immobili privati: fino al 30 giugno 2013, per ora, ma si lavora affinché possa diventare una norma strutturale, la detrazione per le ristrutturazioni edilizie è del 50%, con un tetto di spesa massimo di 96mila euro. Questa è veramente un’ottima occasione per dare una vita nuova agli edifici vecchi o non conclusi”.

Il Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna chiude il suo ragionamento con un appello alla regione: “Sappiamo bene che è un problema nazionale ma chiediamo che il Consiglio Regionale si faccia carico anche delle istanze di un comparto che direttamente coinvolge più di 50mila persone e raggiunge le 100mila con l’indotto. Soprattutto è necessario, urgente e inderogabile che si cominci con il pagamento dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti delle imprese per lavori eseguiti da tempo: è un passo enorme da fare immediatamente. Poi è necessario che si riprenda con gli appalti e soprattutto che si investa nella riqualificazione di tutte le strutture pubbliche: i fondi non sono tantissimi ma ci sono”.