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Cronaca

Appartamenti sequestrati. Chessa: "da Caritas sgarbo istituzionale"

Appartamenti sequestrati. Chessa:
Appartamenti sequestrati. Chessa:
Angela Galiberti

Pubblicato il 21 April 2015 alle 14:22

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Olbia, 21 Aprile 2015 - "La Caritas ha fatto uno sgarbo istituzionale". A parlare è Ninni Chessa, assessore al Bilancio del Comune di Olbia che, tra le sue deleghe, ha anche la gestione del patrimonio. La vicenda alla quale si riferisce l'assessore è la consegna di uno degli appartamenti sequestrati alla criminalità organizzata in via Damiano Chiesa. 7 abitazioni che, a Novembre, erano state consegnate in gestione al Comune di Olbia dal Tribunale di Roma.

Del Comune di Olbia si è detto di tutto e di più: lento a procedere, disinteressato agli appartamenti, bloccato dal patto di stabilità. Secondo la versione di Ninni Chessa, però, non è proprio così. "Qui bisogna essere precisi - ha dichiarato l'assessore al Bilancio, Ninni Chessa -. Il Tribunale non è stato chiaro. Nella convenzione che abbiamo firmato c'è scritto che l'assegnazione delle case era a titolo temporaneo. Inoltre, i lavori da fare in quelle case sono molti. Non si tratta di dare solo una tinteggiata. Sono andato personalmente a controllare quei sette appartamenti diverse volte insieme al mio dirigente che, giustamente, ha messo le mani avanti. Non abbiamo il bilancio di previsione approvato, siamo ancora in regime di dodicesimi. Quindi non sapevamo ancora quanto potevamo investire e il dirigente non può firmare un impegno di spesa senza sapere quanto si può mettere. Oltretutto per una struttura che ci veniva data in modo provvisorio e che un giorno avrebbero potuto toglierci".

Ninni Chessa è un fiume in piena. "Tre di questi appartamenti sono dei rustici da completare. Si trattava di spendere almeno 100mila euro di soldi pubblici - ha sottolineato l'assessore al Bilancio -. Noi, comunque, ci stavamo muovendo e stavamo cercando una soluzione. Bisogna considerare anche un altro aspetto. Il sottotetto forse è abusivo, dunque c'era da mettere in regola anche questo. Cosa che non è di competenza della Caritas".

Insomma, la situazione non era così semplice così come descritta nei primi momenti. "La Caritas, che è costantemente aiutata da noi, avrebbe dovuto almeno alzare la cornetta del telefono e chiamare il Sindaco - ha concluso Ninni Chessa -. Sappiamo che l'iniziativa è stata presa dalla Caritas nazionale, però la Diocesi di Tempio-Ampurias avrebbe almeno potuto avvertirci".