Olbia, 18 Gennaio 2014 - E' una corsa contro il tempo quella di Gianni Giovannelli e della sua amministrazione comunale. Il sindaco, all'indomani della tragedia, lo aveva detto: "Olbia deve cambiare". Ma evidentemente a nulla sono serviti 9 morti e migliaia di persone che hanno perso tutto.
Perchè a Olbia c'è chi vuole ancora costruire vicino ai fiumi. La denuncia è del sindaco Gianni Giovannelli ed è venuta fuori questa mattina durante la riunione col comitaro 18/11
Nuovi progetti vicino agli argini. "Ho detto che Olbia deve cambiare - ha detto Gianni Giovannelli -
ma non deve cambiare mentalità solo l'amministrazione comunale, anche i cittadini lo devono fare. Sono stati nuovamente presentanti in comune progetti a dieci metri e cinque centimetri dal fiume. Non è possibile. Se non modifichiamo il Pai, non possiamo bloccare queste costruzioni. E' la legge. Dobbiamo sbrigarci".
Il Pai monco e la città sull'acqua. Olbia ha un Pai che deve decisamente essere aggiornato sia in virtù dell'alluvione, sia in virtù dei cambiamenti climatici che stanno investendo il territorio. Olbia è una città sull'acqua e bisogna tenere in considerazione questo prima di costruire e prima di fare il Puc. Ma prima di tutto bisogna cambiare il Pai, il Piano di assetto idrogeologico approvato nel 2006, che individua solo due criticità: le parti finali dei fiumi San Nicola/Zozzò e la parte finale del rio Siligheddu. L'alluvione del 18 Novembre (e forse anche quella del '79) ha però dimostrato che le aree a rischio sono molte di più. L'unico modo per fermare queste "costruzioni scellerate in punta di diritto" (una legge del 1904 lo consente) è modificare il Pai. Per il comune si tratta di una corsa contro il tempo.
