Olbia - E' iniziato da pochi minuti il consiglio comunale di Olbia. Al primo punto,
l'alluvione. La discussione è appena cominciata. Ad aprire le danze è stato il consigliere di minoranza Tonino Pizzadili, l'agronomo "
contro gli alberi". Pizzadili si è concentrato sull'analisi dell'accaduto facendo un
netto distinguo tra il Rio Gadduresu e il Rio Siligheddu. "Sento tante disgressioni sul Rio Gadduresu, si dice che dobbiamo demolire il ponte - ha detto Pizzadili - Io vorrei dirvi com'è fatto quel ponte e cosa collega.
E' uguale per forma al ponte di via Vittorio Veneto vicino a via Marco Polo, è un bellissimo ponte, ci vorrà il parere della soprintendenza per toccarlo, ed è un ponte che ha una buona luce, ha diametro di tre metri per 2 m di altezza, è ponte che fu realizzato quando fu modernizzata via Vittorio Veneto. Questo ponte era ben visibile fino a 30 anni fa. Quel ponte è così dagli anni '50.
Il problema è che se ci arriva una barca o gli alberi non tagliati si crea una diga. Il rio Gadduresu non ha fatto danni, è il rio Siligheddu che ha fatto delle vittime". Per Pizzadili, dunque, il problema non è il ponte tombato, ma la mancata potatura degli alberi sugli argini che, scontrandosi col ponte, hanno dato vita a una diga. Per Pizzadili il vero pericolo è il Riu Siligheddu. "In via Portogallo, all'altezza del ponte ferroviario, si è creata una diga - ha aggiunto Pizzadili -
l'acqua, prima di sfondare il passaggio ferroviario, è tornato indietro e si è portata via due persone. Poi è andata in via Lazio, altro morto. Poi ha sfondato il muro dell'artiglieria e ha inondato la zona di via Roma e si è unito con le acque del rio Gadduresu". Per Pizzadili, però, la soluzione non è demolire mezza città e delocalizzarla. "Dobbiamo studiare tutto il reticolo idrografico - ha detto Pizzadili - L'acqua va bloccata a monte. L'acqua non deve arrivare a città, o non ci deve arrivare così. Dobbiamo incaricare i migliori professionisti.
Ma dobbiamo anche dire agli olbiesi non avere paura e di tornare nelle loro case".