Addio a Marco Diana, da 22 anni lottava contro un tumore

Villamassargia, 8 ottobre 2020- Si è spento ieri a soli 50 anni l'ex maresciallo dell'Esercito Marco Diana simbolo della guerra contro l'uranio impoverito. Marco Diana, originario di Villamassargia, è morto al Policlinico universitario di Monserrato dove era ricoverato da qualche tempo.

Capo istruttore specializzato in missilistica, durante la sua brillante carriera aveva prestato servizio in tutti i poligoni sardi. Di rientro dalle missioni in Somalia e nel Kosovo, nel 1998 aveva scoperto di avere un tumore incurabile al sistema linfatico. Da allora sono stati ventidue anni di estenuanti battaglie per cercare di guarire, recuperare soldi per allungarsi la vita il più possibile con speciali e costosi integratori, ma anche per vedere riconosciuti i suoi diritti di militare venuto in contatto con l'uranio impoverito, quei diritti che infine gli sono stati riconosciti per causa di servizio dalla Corte dei conti e con diritto a pensione privilegiata di prima categoria con risarcimento.

Una battaglia estenuante, quella del riconoscimento delle patologie a causa delle esposizione all'uranio impoverito che ha minato la salute di tanti militari e che è arrivata ad una svolta grazie all'impegno combattivo di un altro sardo, l’ex sindaco e parlamentare olbiese Gian Piero Scanu, durante la sua presidenza, dal 17 dicembre 2015 al 22 marzo 2018, nella Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito. Se oggi si parla di salute dei militari e di uranio impoverito è proprio grazie al coraggio e merito di Gian Piero Scanu. Quell'impegno che gli è valso nel giugno scorso la nomina a presidente onorario dell’Anvui, l’Associazione nazionale vittime dell'uranio impoverito.

Vittime alle quali da ieri si aggiunge un altro troppo giovane ex militare: addio Marco Diana hai combattuto con onore per la patria e hai speso per il resto della tua breve vita un coraggioso impegno per la buona battaglia.