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Pubblicato il 15 May 2019 alle 14:48
Olbia, 15 maggio 2019 - La Cna della Sardegna boccia senza se e senza ma il servizio idrico della Sardegna e lo fa con un corposo dossier.
"Scarsa qualità dell’acqua erogata,livelli didispersione idrica da record espese di manutenzionetra le più alte d’Italia. E’ildisastrosomixche caratterizzail servizio idrico regionale in base adunrecentedossierdella Cna Sardegnache analizza e mette a confronto alcune variabili relativa all’infrastruttura idrica: dalla capienza degli invasi ai costi sostenutipergestire lereti", si legge nella nota stampa.
Uno dei dati più importanti è quello riguardante il giudizio dei consumatori, il quale non è molto positivo.
"Aspiccare èsoprattuttoil severo giudizio degli utentisardi:nel corso del 2018oltre il38% delle famigliesardesièinfattidi dichiaratamoltoinsoddisfatta del servizio idricofornito da Abbanoa, il dato più negativo tratutte leregioni italianee pari ad oltre il doppio della media nazionale(14,6%)", rileva la Cna.
Il fattore che più penalizza il servizio idrico sardo sarebbe la qualità dell'acqua.
"Ad allarmare èilseverogiudizio degli utentisulla qualità del servizio idricoregionale.Secondo una rilevazione Istat, nel 2018 oltre il38% delle famiglie intervistatesièdichiaratai
Dati preoccupanti anche su un altro fronte, quello della dispersione idrica.
"Indicazion
"Il dato èin gran parte da imputare ad unarete di distribuzione idrica ormai obsoleta e, in alcuni casi addirittura fatiscente,come risulta per le province diSassari, Oristano e Nuorodove la dispersione arriva a superare il 60%", prosegue la Cna.
"Analizzando la spesa per la manutenzione dellereti idriche nell’ultimo decennio (2008-2018) sia in termini assoluti che in rapporto allapopolazione emerge che, con una spesa in manutenzione ordinaria di 223 euro perabitante, la Sardegna detiene il primato assoluto tra tutte le regioni italiane (quinta perspesa totale, con 368 milioni di euro), mentre, per la manutenzione straordinaria, con218 euro per abitante, si colloca al secondo posto dopo la Valle d’Aosta (sesta intermini assoluti con 359 milioni in dieci anni)".
"La ricerca analizza anche i fattori che determinano così elevati livelli di spesa in un contesto di bassa efficienza delle reti, evidenziando che per la Sardegna, caratterizzatada consistenti flussi turistici concentrati nei mesi estivi, la spesa pro-capite andrebbecalcolata sul numero effettivo di utilizzatori annui e non soltanto sui residenti", precisa la Cna.
"In molticontesti, inoltre, l’incremento dell’utenza in periodi limitati dell’anno sottopone leinfrastrutture idriche a picchi di utilizzo per i quali, spesso, non sono state progettate,compromettendo la funzionalità della rete stessa (distribuzione, depurazione,smaltimento)", conclude la ricerca.
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