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Olbia, San Simplicio: ecco l'omelia solenne del Vescovo Fornaciari

Le parole del Presule

Olbia, San Simplicio: ecco l'omelia solenne del Vescovo Fornaciari
Olbia, San Simplicio: ecco l'omelia solenne del Vescovo Fornaciari
Olbia.it

Pubblicato il 15 May 2024 alle 12:55

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Olbia. Un’omelia solenne, nel segno del concetto di “speranza”: la Messa Pontificale in onore del Santo Patronopresieduta dal  S.E. Vescovo Roberto Fornaciari e dai sacerdoti della Diocesi, ha catturato l’attenzione dei fedeli. Nella monizione iniziale il Vescovo ha aperto la celebrazione ricordando che è la celebrazione delle radici cristiane, di gusto diocesano e simpliciano; ha parlato di unità e di questa bella terra del nord Sardegna. Con 1,90 centimetri di imponenza episcopale, con tutte le insegne che lo manifestano nostro Vescovo, ieratico e raccolto, egli ha aperto le sue grandi mani a tutta la diocesi nella preghiera di inizio.
L’evangelista Giovanni è annunciato dal diacono: servire e seguire, per essere onorati dal Padre.

Le prime parole del Presule sono “volentieri”, il suo sì all’episcopato, il suo sì all’anno santo: il Vescovo ha usato la parola “speranza” come come cura all’’inutile competizione dell’uomo contro se stesso. “Non si deve inquinare la speranza, perché si sfornano esseri disperati e nel ‘non senso’. Lo spazio vuoto creato dallo stress inutile, fa diminuire questa virtù teologale. Ma quale infelicità inutile ci colpisce e azzera le prospettive. D’altra parte le cronache quotidiane ci fanno conoscere il rifiuto della vita e la morte della speranza. Bisogna non giocare d’azzardo con la morte. Cosa ti puoi aspettare dal futuro?” ha detto il Vescovo Fornaciari.

La felicità dell’uomo, ha proseguito poi nell’omelia, non può essere a buon mercato politico, possessivo, sessuale: “il disinteresse per la vita fa fuggire dalla realtà: vacciniamoci dalla disperazione! Sono tempi difficili internazionali ed economici, ma il quadro è più complesso: in epoca di paure. La coscienza privata senza riverbero sociale spegne la speranza. Abbiamo bisogno di vincere anche le sofferenze con speranza, con la virtù dell’attenzione che guarda ad eventi e persone. Ascoltare prima di rispondere e diventare profezia di speranza. Cercare il bene dà la piattaforma comune per essere profeti di speranza in questa storia, cercando bene e bello. Senza speranza non è che non si va, proprio non si parte. Siamo anche al di sopra del mondo e del tempo, superare le mete raggiunte, fondare la vita sulla speranza. Anzi siamo debitori di speranza verso tutti. Spes non confundit, solo la speranza non confonde, grazie a Colui che ci ha amati, il Cristo” queste le parole del Prelato.

Speranza come chiave per agire sul solco dell’esperienza di San Simplicio e dei martiri: “la speranza non cede nelle difficoltà perché si appoggia alla fede e la carità. I Martiri saldi nella fede hanno rinunciato alla vita per non tradire nostro Signore e confessare la vita. Sull’esempio di Simplicio e dei martiri, anche noi abbiamo bisogno di abbondare nella speranza. Fede gioiosa e carità entusiasta, solo così i servizi saranno gratuiti.
Ma lavoriamo anche con tutti gli uomini di buona volontà, che hanno originaria dimensione sociale, dunque interdipendenti e che hanno il dovere di lavorare tutti per il bene comune, proteggendo il concreto bene di tutti. Questa è solidarietà reciproca. La speranza va educata e farlo insieme è affascinante.
San Simplicio, testimone generoso, ci sprona a questo, così la sua intercessione protegga la nostra Chiesa” ha concluso il Vescovo, al termine della Messa.