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Cronaca

Coronavirus, situazione critica: aggressioni a medici e infermieri

Coronavirus, situazione critica: aggressioni a medici e infermieri
Coronavirus, situazione critica: aggressioni a medici e infermieri
Olbia.it

Pubblicato il 31 July 2020 alle 11:54

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Sassari, 31 luglio 2020 -L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha rivoluzionato la gestione di ospedali e servizi sanitari, e ancora ne avvertiamo le conseguenze.

Stavolta a parlare è Nicola Addis, presidente dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari, che attraverso una nota stampa denuncia la situazione critica che si sta verificando in queste ore negli ospedali della provincia.

"Ho sperato di non dovermi più occupare di aggressioni contro gli operatori sanitari" - scrive Addis - "ma purtroppo i fatti mi danno torto. Da tempo registriamo continue lamentele da parte dell’utenza per la ritardata riapertura di tutti i servizi diagnostici e ambulatoriali."

"Questo clima di assoluta insoddisfazione purtroppo genera situazioni difficilmente gestibili. Per questo motivo si fa appello all’assessore regionale alla Sanità e ai dirigenti delle ASSL locali e delle Aziende sanitarie, affinché ci si adoperi per superare il cronico stato di carenza di organici e di attrezzature diagnostiche spesso obsolete nelle varie strutture ospedaliere."

"Le nuove norme anti Covid, che richiedono particolari procedure di sanificazione, con dispendio di tempo, hanno ulteriormente penalizzato l’utenza che si è vista aumentare le liste d’attesa e procrastinando a tempo indefinito alcuni servizi diagnostici, spesso non ritenuti urgenti."

"E’ di pochi giorni fa l’ultimo episodio segnalato e riguarda Medici ed Infermieri del Pronto soccorso del Santissima Annunziata di Sassari. Ormai gli episodi sono talmente gravi che oltre alle aggressioni verbali si è arrivati ai danni fisici. Con evidenti risvolti psicologici per gli operatori sanitari."

"L’affollamento nell’accettazione dei pazienti al triage genera spesso situazioni spiacevoli e lo scontro verbale è ormai divenuto routine, tanto che spesso, anche quelli più violenti non vengono neppure segnalati."

"Le mancate denunce sono dovute al particolare senso di responsabilità del personale sanitario, che avendo una formazione specifica, interpreta lo stato psicologico dei pazienti, ma ancor più degli accompagnatori, rendendosi conto del forte stress dovuto alle lunghe attese."

"Nel periodo del lockdown, l’accesso al Pronto Soccorso si era notevolmente ridotto per la paura di contrarre il virus, ma soprattutto non si consentiva la presenza dei parenti per il contingentamento dovuto alle restrizioni. Questo aveva ridotto sensibilmente le aggressioni, anche perché i principali protagonisti di questi episodi sono parenti e accompagnatori che si spazientiscono più delle stesse vittime."