Tuesday, 08 October 2024
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Pubblicato il 25 February 2024 alle 10:00
Tempio. Il 27 febbraio alle 18.00, presso l’Aula Poupard dell’Istituto Euromediterraneo, si terrà un incontro organizzato dall’IEM con il patrocinio del Comune di Tempio Pausania, in collaborazione con il Circolo don Primo Mazzolari e l’Università della Terza Età di Tempio Pausania, basato sulla presentazione del libro “I poveri non esistono” di Gianni Garrucciu, figura nota in diversi ambiti. Giornalista e scrittore, nonché autore di numerosi saggi e programmi radio e tv, con 40 anni di carriera in Rai, Garrucciu è stato infatti vincitore di numerosi premi e riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale e, oltre ad aver collaborato con prestigiose firme del giornalismo, è anche conosciuto per aver seguito i viaggi di numerosi pontefici, capi di Governo e capi di Stato.
Il titolo del libro “I poveri non esistono” è un’affermazione retorica provocatoria, che l’autore ha voluto utilizzare in maniera consapevole proprio per far riflettere sul fatto che “la povertà non esista dove si costruiscono i muri di filo spinato e di indifferenza”. Insomma, un attacco all’indifferenza nei confronti di una tematica sempre più stringente, che non può essere ignorata soprattutto oggi, alla luce degli ultimi avvenimenti nel panorama mondiale quali la pandemia e le guerre. Ospiti della serata: il sindaco di Tempio Pausania Giannetto Addis; l’avvocato Silvia Orecchioni; il direttore della Caritas diocesana di Tempio Ampurias Domenico Ruzittu e il parroco della Cattedrale di S. Pietro Apostolo di Tempio Pausania Don Antonio Addis. Durante l’incontro gli ospiti citati proporranno alcuni interventi a partire dalla presentazione del libro, riguardo le loro esperienze con la realtà della povertà nel territorio.
Moderatore del dibattito sarà il professor Giuseppe Pulina - insegnante di filosofia e direttore della rivista dell'Euromediterraneo “Mneme Ammentos” - il quale si esprime in questi termini a proposito della tematica che verrà affrontata all’incontro: “La povertà è stata storicamente intesa come una mancanza e sociologicamente come una privazione; in termini a volte teologici e quasi metafisici è stata invece intesa anche come una colpa. Nel 1700, uno studioso ed economista britannico molto importante di nome Thomas Robert Malthus, con i suoi studi aveva fatto credere che la povertà tale dovesse essere considerata e che lo Stato, in procinto di varare politiche di sostegno sociale, meglio avrebbe fatto a trattenersi e a non incoraggiare la povertà, sostenendo lo sforzo dei meno abbienti e dei poveri per scalare la società. Malthus sosteneva questo, però su quelli che riteneva essere dei fondamenti economici e delle solide basi di previsione scientifica dell'immediato futuro. Verrà smentito dalla Rivoluzione Industriale, che è vero cambierà i nostri stili di vita, ma anche assicurerà all'umanità un maggiore e migliore tenore di vita materiale.
La domanda che possiamo farci, a cui i relatori del convegno cercheranno di dare una risposta, è se nel corso di più di due secoli, questa rivoluzione nel sistema produttivo sia riuscita ad assicurare a tutti una forma di sostentamento. A quanto pare no, perché scandalosamente ed incredibilmente, ancora oggi si muore di fame. Non combattere la povertà costituisce, a mio avviso, una sorta di reato e non solo di peccato: come fa la nostra coscienza a convivere con il risultato di una inevitabile constatazione? I poveri sono dappertutto e davanti ai nostri occhi, nonostante tendano a nascondersi, in quanto della povertà ci si vergogna. Ecco che diventa quindi facile anche occultare i poveri alla vista, e da qui il titolo del libro di Gianni Garrucciu che verrà presentato “I poveri non esistono”: la povertà viene infatti studiata e anche rivendicata come stile di vita, ma spesso contemporaneamente negata perché è più comodo far finta di non vedere i poveri, o quantomeno, non considerarli come tali. Oggi ci troviamo di fronte alla moltiplicazione delle tipologie di povertà; ne esistono di diversi tipi: povertà materiale, culturale, spirituale e, come si legge nel libro di Garrucciu, anche relativamente alle diverse forme di dipendenza dagli altri, o dalle nuove tecnologie, che ci tengono incatenati ad una situazione di povertà, in quanto dipendenti. Abbiamo il dovere morale di aprire gli occhi e prestare attenzione a questa realtà, anche se scomoda, per intervenire trovando delle soluzioni”.
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