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Olbia, sgomberata Sa Corroncedda: parte la fase 2

Olbia, sgomberata Sa Corroncedda: parte la fase 2
Olbia, sgomberata Sa Corroncedda: parte la fase 2
Angela Galiberti

Pubblicato il 23 November 2019 alle 17:21

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Sa Corroncedda: le 5 famiglie rimaste sono state sistemate provvisoriamente

Olbia, 23 novembre 2019 - C'è voluto il Tribunale di Tempio con una ordinanza persbloccare la situazione delle 5 famiglie rom rimaste, loro malgrado, all'interno della mega discarica di Sa Corroncedda. Ieri, alle 16, è arrivato l'invito perentorio al Comune che è stato costretto a sgomberare velocemente l'area: ieri notte, alle 22, il primo tentativo di sgombero, questa mattina quello definitivo. Le 5 famiglie rom hanno accettato, alla fine, la proposta del Comune di Olbia. A illustrarla alle 30 persone rimaste nella bomba ecologica (una quindicina di adulti, il resto minori) è stata l'assessora alle Politiche Sociali, Simonetta Lai, che si è recata personalmente sul posto per mediare e ascoltare insieme ai funzionari del Comune e a un notevole dispiegamento di forze dell'ordine (3 auto della Polizia Locale, 1 dei Carabinieri e 1 della Polizia di Stato).

Soluzione provvisoria

La sistemazione che hanno trovato le 5 famiglie è provvisoria. Una parte è stata trasferita nel Centro Umanitario di Via Canova, una parte all'Hotel Savoia, qualcuno ha trovato ospitalità dai parenti che sono riusciti a trovare, nel frattempo, una casa. Questa sistemazione, però, non può essere quella definitiva: rimane, alla base, il problema di trovare per queste famiglie una casa vera e propria.

Sa Corroncedda, parte la fase 2: bonifica e indagini

Ora che le famiglie sono state finalmente spostate dalla discarica, parte la fase due. In via Conca Onica, nelle immediate vicinanze del campo, è partita una prima sommaria pulizia - c'è una variazione di bilancio da 200.000 euro - affidata alla De Vizia. La bonifica di Sa Corroncedda è tutto un altro paio di maniche non solo per la quantità di rifiuti, ma anche per l'indagine che la Procura di Tempio sta portando avanti. Secondo le prime indiscrezioni, che ovviamente non hanno il crisma dell'ufficialità, una squadra specializzata in questo campo - ovvero nella differenziazione dei rifiuti indifferenziati -potrebbe arrivare a breve dalla Campania. Accanto alla bonifica, che in linea teorica dovrebbe costare qualche milione di euro, c'è l'aspetto investigativo che non è secondario, anzi: è primario. I rifiuti, infatti, non sono solo "materiale inquinanti", ma costituiscono anche prova e indizio per l'individuazione delle eventuali responsabilità. Non solo: c'è poi tutto l'aspetto riguardante al presunto inquinamento che deve essere verificato: quanto si andrà a fondo lo stabilirà l'Arpas, che dovrebbe essere incaricata dei rilievi e delle analisi.

Sa Corroncedda: aree inquinate

Nell'area di Sa Corroncedda, gli inquirenti avrebbero individuato delle aree in cui i segni di presunto inquinamento sarebbero visibili a occhio nudo. Per confermare il sospetto servono delle analisi del terreno: molto probabilmente si scenderà in profondità per valutare se e quanto è profondo il presunto inquinamento.