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Cronaca

Boom turistico nei siti archeologici: 180mila ingressi nel 2016

Boom turistico nei siti archeologici: 180mila ingressi nel 2016
Boom turistico nei siti archeologici: 180mila ingressi nel 2016
Camilla Pisani

Pubblicato il 04 November 2016 alle 18:49

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Olbia, 04 novembre 2016 - Una storia millenaria ed incredibilmente affascinante, ma nascosta: è lo sconosciuto mondo dei siti archeologici di Olbia, luoghi storicamente bistrattati da incuria, mancanza di fondi e cattiva amministrazione.

L'elenco è lungo, e potenzialmente in costante evoluzione, visto che la città sotterranea rimane ancora da scoprire: proprio in queste settimane, durante alcuni scavi nella zona di via d'Annunzio, sono fortuitamente emersi reperti di età imperiale, preziosi simboli di una civiltà che rappresenta le radici del luogo.

Il Museo Archeologico, la Necropoli di San Simplicio, le mura puniche, il pozzo sacro e l'acquedotto di Cabu Abbas: sono solo alcuni tra gli esempi della mancata lungimiranza che, nei decenni, le amministrazioni hanno dimostrato nei confronti della storia della città. Ma la valorizzazione dei beni culturali non è solo una questione sentimentale: la cultura, quando ben gestita, porta indotti notevoli in termini economici.

È il caso della vicina Arzachena, da più di trent'anni esempio virtuoso di una strategia turistica attenta e curata, quindi efficace: i suoi siti archeologici, gestiti da una cooperativa, beneficiano di una manutenzione accurata e delle presenza di operatori qualificati; naturalmente le visite sono a pagamento, e producono quindi un movimento economico che, da anni, è in continua ascesa. Numeri alla mano, quest'anno Arzachena ha contato 180mila visitatori, dimostrazione del fatto che ilpatrimonio archeologico costituisce una delle principali attrattive del territorio; dato importante, per tutte le realtà che vivono di turismo, come anche Olbia.

Ed è proprio da esempi simili che emerge, ormai prepotentemente, la necessità di "far funzionare" i beni culturali della città: qualche movimento in questo senso c'è già, e proviene dall'assessore alla Cultura Sabrina Serra, la quale sta lavorando per rendere agibile lo splendido Museo Archeologico e inserirlo nei circuiti museali ; stesso impegno per il museo sotterraneo di San Simplicio, gestito dalla Soprintendenza.

Quello che è evidente, analizzando i casi di zone nelle quali la cultura funziona, è che la valorizzazione e la buona gestione dei beni culturali è certamente qualcosa che dà "da mangiare", che produce occupazione e quindi ricchezza; un'amministrazione strategica e lungimiranteè indispensabile per condurre questosettore prezioso, tanto più che la zona di Olbia può vantare vere e proprie meraviglie in campo archeologico. Per fare in modo che non esistano più casi come quello del villaggio nuragico Belveghile, completamente sconosciuto e quasiinaccessibileperché sovrastato da un cavalcavia, servono impegno, fondi e professionisti competenti: l'auspicio è che il futuro della città si sostanzi anche di questo turismo, ancora inesplorato ma con enormi potenzialità.