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Cronaca

Negato ai parlamentari M5S l'accesso all'ex Arsenale

Negato ai parlamentari M5S l'accesso all'ex Arsenale
Negato ai parlamentari M5S l'accesso all'ex Arsenale
Angela Galiberti

Pubblicato il 26 May 2013 alle 19:29

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ex ospedale militare la maddalena La Maddalena - Sono state le fortissime raffiche di vento la prima cosa che i parlamentari eletti targati Movimento 5 Stelle hanno conoscuto dell'Arcipelago di La Maddalena. La cosiddetta "Missione Gallura", iniziata sabato 25 Maggio all'Exò di Olbia, ha fatto tappa domenica mattina nella cosiddetta "Isola nell'Isola". Lo scopo dell'incontro, svoltosi di fronte al Municipio della cittadina, era quello di presentarsi alla popolazione per ascoltare le istanze provenienti dal territorio. Poca, però, è stata la partecipazione da parte dei maddalenini: forse a causa del forte vento, forse a causa di una certa diffidenza nei confronti di onorevoli "sconosciuti" non eletti nel territorio. Fatto sta che i parlamentari non si sono certo fatti fermare dalla poca affluenza. Dopo essersi sommariamente presentati, gli onorevoli/cittadini hanno instaurato direttamente un dialogo con i presenti, lasciando perdere microfono e palco. Dopo di che, la carovana a 5 Stelle, guidata dal gruppo di comunicazione a sua volta capitanato da Claudio Messora (autore di un'intervista al Sindaco di La Maddalena Angelo Comiti), si è spostato verso le strutture costruite per il G8 mai celebrato. Qui la prima amarissima sorpresa per il Meet-up di Olbia, presente all'evento: la Mita Resort ha infatti negato ai parlamentari sardi cinquestellati di entrare all'interno dell'ex-Arsenale. Le motivazioni non si sono ben capite: forse il poco preavviso dato, forse un contenzioso aperro con la Regione. Fatto sta che agli eletti sardi, che rappresentano la Sardegna dentro al Parlamento al pari di quelli eletti negli altri schieramenti, è stato negato l'accesso ispettivo - il quale è una prerogativa parlamentare. Il che, al di là di tutto, è molto grave. L'ex-Arsenale non è di proprietà di Mita Resort: la società, che fa capo al gruppo Marchegaglia, ha solo una concessione. Certamente si tratta di una concessione estremamente favorevole (40 anni per 30 milioni di canone complessivo), certamente parliamo di una struttura al centro di vicende giudiziarie assai rilevanti, ma questo non vuol dire che si possa negare a dei parlamentari l'accesso. Anche perchè parliamo di un complesso costruito con fondi pubblici destinato a riconvertire La Maddalena in un'isola turistica. E invece ci ritroviamo ancora con i divieti. Cosa non successa, invece, con l'ex ospedale militare. Qui la Regione Sardegna ha spalancato letteralmente le porte lasciando piena libertà ai parlamentari cinquestellati. A illustrare l'immensa struttura è stato Pietro Nicola Unali del Servizio territoriale, Demanio e Patrimonio di Tempio-Olbia. Unali ha accompagnato la delegazione su e giù per l'ex ospedale, non nascondendo i piccoli problemi che ci sono. Fondamentalmente, l'ex ospedale militare versa in buone condizioni. Il complesso è formato da due distinte aree: il vecchio ospedale restaurato e la nuova ala che, nel progetto, doveva essere una spa con ristorante e terrazze. Per quel che riguarda il vecchio ospedale, qualche perplessità ha destato il massiccio utilizzo del cartongesso: probabilmente una soluzione adottata per far prima e risparmiare. I problemi riscontrati all'interno riguardano principalmente i lucernai non impermeabilizzati che permettono all'umidità di entrare e rovinare l'intonaco. Per il resto sembra tutto a posto. Gli ambienti sono perfetti e non vi è un filo di muffa. Anche i bagni risultano gradevoli. Lo stesso discorso vale per l'ala nuova: un vero e proprio gioiello estetico. Anche qui, i problemi riguardano per lo più lucernai non impermeabilizzati e una certa fretta nel completare il lavoro. Fretta che, faceva notare Roberto Ferinaio che di mestiere fa l'ingegnere, si è manifestata con le crepe in alcuni particolari punti nevralgici. In ogni caso, si può dire che l'ex ospedale sarebbe veramente un bel gioiellino se venisse completato tutto il progetto di riqualificazione - il quale non finisce certo con gli arredi interni. Il che non può non portare ai 75 milioni di euro spesi per questa riqualificazione. 75 milioni di euro di soldi pubblici che, per ora, sono stati solo uno spreco.